Contributo alla conferenza del 15.10.2023 a Milano:
COSTRUIRE EMERGENZE PER GOVERNARE IL MONDO
PREMESSE: Il mio contributo alla conferenza ha messo in risalto un aspetto significativo nel quadro generale della manipolazione dell’atmosfera terrestre. La mia scelta tematica si è rivelata particolarmente azzeccata durante l’incontro, in quanto il Prof. Philippe Pelletier ha sottolineato nel suo interessantissimo intervento che l’umidità in atmosfera è un fattore chiave del cambiamento climatico. Recentemente la formazione delle nubi è stata dichiarata ufficialmente un fattore condizionante del clima e, secondo questi esperti, questa realtà è stata sottovalutata per molto tempo. Alcuni di questi studi distinguono inoltre tra formazione naturale e artificiale delle nuvole. È proprio in quest’area che assistiamo a ingerenze mostruose, e lo vediamo a occhio nudo.
I contributi saranno pubblicati in forma di video il prima possibile.
Da sinistra a destra: M.Heibel, P.Pelletier, traduttrice, C.Pivetti, C.Ragusa
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PARTE 1
Di Maria Heibel
Il TITOLO è stato preso in prestito dal libro di James Rodger Fleming, libro che documenta i vari tentativi dell’umanità di controllare il tempo dall’epoca classica ai giorni nostri. Il termine ‘SISTEMARE’ il cielo , riassume in maniera eccellente la mentalità degli ingegneri.
La mia presentazione è incentrata su un breve periodo di tempo, ovvero sugli ultimi 70 anni.
Una prima precisazione è forse utile, quella della definizione di tempo meteorologico e di clima. Clima e tempo si confondono non di rado. Il tempo meteorologico indica lo stato atmosferico in un luogo e in un momento specifico (giorno – settimana), mentre il clima di un’area geografica in un periodo di tempo più lungo (circa 30 anni). Il meteo quindi si riferisce ad una breve durata; il clima si basa su osservazioni meteorologiche pluridecennali. Si tratta di dimensioni diverse.
Fleming, tuttavia, nell’introduzione al suo libro, chiarisce un aspetto del “clima” e del “tempo” per quanto riguarda le manipolazioni effettuate, citando Harry Wexler che dice “ cambiando il tempo ripetutamente su una vasta scala spaziale, si sta cambiando il clima, e viceversa” .
Wexler sottolinea quindi ( di lui parlo più tardi): se manipoliamo di frequente il tempo, questo ha un effetto di retroazione sul clima – e viceversa.
La mia presentazione di dati storici selezionati inizia con la manipolazione delle condizioni meteorologiche e si espande rapidamente in un contesto che comprende anche la manipolazione del clima.
Il punto di partenza è la fine della Seconda Guerra Mondiale, una guerra che ha spostato il campo degli interventi strategici verso l’alto con gli attacchi aerei e che è culminata con lo sgancio delle prime bombe atomiche. Si tratta di un punto di svolta nella storia dell’umanità, una dimensione di potenza distruttiva che terrorizzava persino i progettisti di questo strumento di omicidio. E come possiamo vedere, ci sono stati progressi anche in un altro settore.
Una guerra nucleare su larga scala era impensabile, eppure per decenni sono state effettuate simulazioni, sebbene non note alla popolazione. La creazione di un folle arsenale di armi nucleari è stata giustificata come deterrente.
Ciononostante, sono state scatenate aggressioni nucleari di enormi proporzioni contro il pianeta e tutto ciò che lo abita. Questo si chiamava sperimentazione pacifica. Sono stati effettuati più di 2200 test nucleari, nel sottosuolo, in superficie, nell’atmosfera e negli oceani.
È qui che è iniziata la geoingegneria su larga scala (si dirà non intenzionale) del pianeta.
In concomitanza con l’uso della bomba atomica, furono creati progetti di incredibile portata. Il Progetto Plowshare spinse a studiare la possibilità di utilizzare le esplosioni atomiche per scopi pacifici. Nacquero progetti davvero sbalorditivi, come bombardare lo strato di ozono, bombardare gli uragani, non c’erano limiti all’immaginazione. Si pensava di poter aprire canali, si pensava di sciogliere i ghiacci artici (un sogno di vecchia data), si immaginava di cambiare il clima locale e persino quello globale.
E non solo proiettarono, ma fecero cose di una dimensione assolutamente terrificante. Cosa c’entra tutto questo? Ci sto arrivando.
Alla fine degli anni ’40 erano state fatte importanti scoperte sulla manipolazione del tempo atmosferico e negli stessi istituti di ricerca iniziò uno sviluppo parallelo: il controllo dell’atmosfera divenne un progetto centrale, in vista di un controllo capillare del pianeta.
Dal progetto Manhattan è nato un’ altro progetto che possiamo chiamare Manhattan 2, con praticamente gli stessi protagonisti, la stessa arroganza e il delirio di grandezza, gli stessi modi di pensare.
D’ora in poi, l’obiettivo era conquistare non solo la terra e il mare, ma anche il cielo.
Ci fu un’esplosione di studi ed esperimenti riguardanti il tempo e molto presto anche sul clima. Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, in primo luogo, riconobbero le possibilità di un uso ampio ( civile e militare) della modificazione meteorologica mirata.
Fine anni quaranta iniziarono sperimentazioni di inseminazioni di nubi in USA in modo più determinato.
Il cloud seeding ricevette consistenti finanziamenti governativi. Spiccano i nomi di Irving Langmuir e Vincent Schaefer che avevano condiviso varie ricerche in meteorologia, specialmente per il settore bellico. Vincent Schaefer scoprì il principio della semina delle nuvole. Faceva parte del gruppo il climatologo Bernard Vonnegut, che si era dedicato allo studio della condensazione e ha una valanga di brevetti .
Dopo circa 100 esperimenti di laboratorio si era ottenuta la ricetta per far piovere o nevicare.
Nel 1946, Schaefer noleggiò un piccolo aereo, ad un’altezza di 4500 metri, a circa 50 km a est di Schenectady, trovò una nube stratiforme sovraraffreddata adatta per il suo esperimento, dal finestrino seminò la nube di 3 kg di granellini di ghiaccio secco (formula chimica CO2).
Nella regione si ebbe la peggiore nevicata dell’inverno (trovate articoli sui giornali dell’ epoca).
Da quel momento, gli esperimenti di semina delle nubi vennero eseguiti in molte regioni degli Stati Uniti.
Sono seguite ulteriori applicazioni del metodo.
Alla fine del 1947 erano pronti a trattare il primo uragano con l’intenzione di ridurre l’intensità dei venti e ebbe luogo il primo esperimento finalizzato a domare un uragano. Il primo giorno della missione operativa Cirrus, l’ uragano si era trovata a circa 560 km da Miami, furono seminate di ben 80 kg di ghiaccio secco. Quello che accadde in seguito fu il peggiore degli scenari: invece di dissiparsi, la tempesta ruotò furiosamente di quasi 130 gradi verso ovest e si abbatté sulla Georgia, dove causò danni per milioni di dollari. Seguirono minacce di azioni legali, con i residenti della Georgia che incolpavano il governo per la devastazione. Il Progetto Cirrus fu chiuso , ma si riparte ufficialmente nel 1962 con la creazione del progetto Stormfury
I piani per il controllo meteorologico erano ben noti e comunicati con orgoglio. Nel 1962 il futuro presidente americano Lyndon B. Johnson aveva promesso:
«Dallo spazio riusciremo a controllare il clima sulla terra, a provocare alluvioni e carestie, a invertire la circolazione negli oceani e far crescere il livello dei mari, a cambiare la rotta della corrente del Golfo e rendere gelidi i climi temperati».
Cosa è stato fatto nella concretezza?
Wikipedia sulla inseminazione delle nubi scrive: Questa voce o sezione sugli argomenti meteorologia e tecnologie ambientali non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Rammenta l’esplosione del reattore nucleare di Chernobyl nell’allora URSS. I piloti militari dovettero inseminare le nubi sulla Bielorussia per scaricare le piogge radioattive prima che potessero raggiungere Mosca.
Parla dell’ India dicendo che nel biennio 2003–2004 furono condotte operazioni di semina delle nuvole in India, nello stato di Maharashtra, dalla società americana Weather Modification Inc. Attualmente sarebbe allo studio la sperimentazione in 12 distretti nello stato di Andhra Pradesh.
Parla dell’ Italia e dice: Un primo tentativo di inseminazione delle nubi fu fatto da Depietri a Modena negli anni ’60 (non ne so nulla), ma non diede i risultati sperati. Tutto sommato, qualcosa viene raccontato, ma ne segue altro e con fonti accertate.
I meteorologi non di rado parlano di insuccessi delle tecniche di cloud seeding, ma non specificano il perché.
Uno degli insuccessi sembra essere stato nel 1952, ci fu la tremenda alluvione nella città di Lynmouth, in Inghilterra, che causò distruzione e morte. Era in corso l’ Operazione Cumulus. Testimoni locali avevano osservato voli a bassa quota.
In Italia si cita in genere il “Progetto Pioggia” come prima sperimentazione di inseminazione delle nuvole realizzata in Puglia, quindi siamo negli anni ottanta.
Ma un documento racconta di attività importanti antecedenti. Il Gen. Antonio SERRA fu Capo del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica e fine alla fine del 1973 direttore di Storia della Rivista di Meteorologia Aeronautica scrive:
Tra il 1947 ed il 1951 furono realizzate numerose altre serie di esperienze in vari paesi come in Australia (22>23), in Canada (21), in Africa orientale (25), in Algeria (26), nello Stato di Israele (27), in Francia («. ».30), in Italia (31-32).
Risultati molto promettenti delle tecniche di nucleazione artificiale dell’atmosfera, finora adoperate, per riconoscimento quasi unanime, si sono avuti dalle cosiddette formazioni nuvolose orografiche e semiorografiche, cioè legate alla presenza di catene di montagne e di colline sufficientemente alte, mentre nelle zone di pianura i risultati ottenuti non sono statisticamente apprezzabili. Ciò potrebbe far pensare alla possibilità di operare su regioni di montagna o di collina, al fine di creare riserve idriche in bacini di raccolta, occorrenti poi per la irrigazione delle zone piane. Non vi è dubbio, alla luce dell’attuale conoscenza, che esperimenti del genere siano promettenti di fecondi risultati, sia nel campo della ricerca puramente scientifica che delle pratiche applicazioni.
Un documento rilasciato dal CNR, invece, descrive un progetto per aumentare le precipitazioni nell’Italia centrale degli anni Sessanta. Da gennaio 1966 a giugno 1968 è stato condotto, nella zona collinare Est di Roma, un esperimento di sistematica inseminazione artificiale delle nuvole per influenzare le precipitazioni. Il mese di ottobre 1966 fu contraddistinto da precipitazioni persistenti e quantitativamente significative soprattutto al centro-nord.
Ero curiosa di conoscere meglio questo fatto, considerando che a novembre del 1966 si verificò la devastante alluvione di Firenze. La mia indagine è disponibile sul sito. Esistono diversi fattori che hanno portato a questo disastro. Ma le precipitazioni manipolate potrebbero aver giocato un ruolo importante. Forse l’archivio del CNR ha una risposta?
NOTA: DIGHE – PIOGGE PILOTATE
E accertato lo sposalizio tra la gestione dell’acqua (Watermanagment) e il controllo delle precipitazioni. Dove ci sono grandi dighe, si ricorre al cloud seeding. Le frequenti bombe d’acqua in zona dighe dovrebbero far riflettere. Ne abbiamo preso atto molte volte: Le dighe si riempiono ad una velocità sorprendente e i terreni intorno ad esse vengono impaludati e desolati, grazie alla concentrazione delle piogge – esempi di questi eventi troviamo in tutto il mondo.
DAL 1960 IL COMITATO VON KARMAN DELLA NATO INIZIA A VALUTARE LE POSSIBILITA’ DEL METEO COME STRUMENTO DI GUERRA
Cosa vuol dire?
Tra le applicazioni militari proposte per i metodi di controllo della formazione delle nubi e del tempo atmosferico vi erano lo scatenamento di violenti fenomeni meteorologici contro il territorio nemico, la distruzione di terreni agricoli di altre nazioni per scopi strategici, l’ostacolo al commercio di una nazione e l’influenza del tempo (forti piogge o nevicate) per ostacolare le truppe nemiche o rendere impossibile la loro capacità di rifornimento logistico, o il controllo delle precipitazioni atmosferiche come mezzo per disperdere agenti biologici o radioattivi.
L’esempio documentato più importante per comprendere le procedure e la concretezza della manipolazione delle nuvole e delle correnti d’aria, nonché la complessità di queste operazioni, è senza dubbio quello della guerra del Vietnam. Può sembrare noioso, lo sapete già, ma uno sguardo più attento rivela un’eccellente lezione per comprendere ciò che probabilmente sta accadendo oggi. FINE PRIMA PARTE
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SISTEMARE IL CIELO: LA STORIA ACCERTATA DEL CONTROLLO DEL TEMPO E DEL CLIMA (2)
SISTEMARE IL CIELO: LA STORIA ACCERTATA DEL CONTROLLO DEL TEMPO E DEL CLIMA (3)
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