22 aprile del 1970, 20 milioni di cittadini americani, rispondendo a un appello del senatore democratico Gaylord Nelson, si mobilitarono in una storica manifestazione a difesa del nostro pianeta.

Di Jan Mc Girk

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su questo sito nel 2013

https://www.nogeoingegneria.com/librifilms/arming-the-nature-la-natura-come-arma/

Un nuovo libro sostiene che l’ambientalismo abbia radici nei piani fatti durante la guerra fredda per manipolare la natura a scopi militari Armare Madre Natura: La nascita dell’ambientalismo catastrofico di Darwin Jacob Hamblin OUP USA, 2013 Come la guerra fredda ha generato il movimento ambientalista (ndr il libro purtroppo non è stato tradotto e ha trovato scarsa diffusione)

Gli scienziati del clima lo hanno messo in chiaro dalla prima “Giornata della terra” nel 1970, se ignoriamo i segnali di pericolo di Madre Natura sarà a spese nostre: le conseguenze dell’inazione potrebbero rendere il nostro pianeta inabitabile.Arming Mother Nature è un importante nuovo libro. Jacob Darwin Hamblin fornisce una prospettiva storica spesso ignorata sulle incongruenze nel dibattito sui cambiamenti climatici di oggi.

La scoperta del riscaldamento globale sarebbe stata impossibile senza progetti scientifici finanziati dai militari americani”, afferma l’autore. Le soluzioni di geo-ingegneria per la compensazione delle emissioni di carbonio, come il dumping di fosfato di ferro in mare per stimolare la fioritura di plancton, sono l’eredità di questo primo lavoro di squadra.

Hamblin, un professore della Oregon State University, è un esperto delle dimensioni globali della scienza, della tecnologia e dell’ambiente durante la Guerra Fredda. Egli ci ricorda che i progenitori politici dei cosiddetti scettici del clima di oggi, che mettono in ridicolo il concetto di riscaldamento globale antropogenico, erano desiderosi di manipolare l’ambiente per scopi militari. 
Egli sottolinea che i conflitti in Malesia e Vietnam erano stati utilizzati per testare armi di modificazione ambientale, vietati infine nei tardi anni ‘70. Il tentativo di dominare interi sistemi fisici, come i monsoni, è stato un punto centrale nella ricerca militare americana. L’obiettivo era quello di esplorare le possibilità di guerra biologica e radiologica con l’intento di massimizzare le vittime in una guerra totale.

Successivamente è stata la CIA a ritenere che il riscaldamento globale avesse un probabile impatto negativo per i raccolti del grano sovietico, quindi dando all’occidente un vantaggio con la sua gamma di colture di cereali. Gli sforzi di mitigazione sono stati messi da parte perché il danno avrebbe colpito i sovietici più duramente e il libero mercato avrebbe permesso all’occidente di riprendersi più rapidamente.

Rinforzando l’eventualità di una terza guerra mondiale post-atomica, i leader occidentali cercarono armi di nuova generazione che potessero scatenare “malattie, fame e distruzione fisica”. La possibilità di invalidare temporaneamente le popolazioni nemiche con droghe psichedeliche come l’LSD è stata concepita addirittura come un approccio più umano alla guerra, ma gli effetti si dimostrarono imprevedibili.

Molti dei sistemi utilizzati hanno provocato vaste trasformazioni ambientali: alterando il corso delle correnti oceaniche per sciogliere le calotte polari e inondando le città costiere, o defoliando vaste regioni con il fuoco o sostanze chimiche per cambiare drasticamente il meteo. Una volta che la tecnologia informatica per l’elaborazione di calcoli numerici era adeguata, prendere di mira interi ecosistemi è stato visto come una ricerca di punta. Così le forze geo-tettoniche sono state sfruttate per stimolare eruzioni vulcaniche o terremoti. Una bomba nucleare correttamente posizionata, per esempio, potrebbe scatenare uno tsunami artificiale per spazzare via un porto nemico (in definitiva, le autorità militari hanno concluso che solo bombardare il nemico sarebbe più economico e più efficace).

Hamblin mostra come la biodiversità non è stata una nozione “hippie”, ma una propaggine (offshoot) dell’angoscia dell’era atomica. Gli scienziati consideravano essenziale la “conservazione della varietà” in caso di guerra totale, e cioè che eventuali superstiti riuscissero a strisciare fuori dai loro rifugi per affrontare un inverno nucleare.

Albert Gore, padre del Nobel per la pace Al Gore, nel 1951 ha esortato il Congresso degli Stati Uniti a creare una zona cuscinetto col plutonio degradato, così la situazione di stallo tra Corea del Nord e Corea del Sud poteva essere sbloccata, senza ampliare la guerra, bombardando la Cina. La sua idea è stata accantonata, ma pochi mesi dopo un’epidemia di vaiolo e peste su larga scala in Asia è stata l’occasione per accusare gli Stati Uniti di aver provocato una guerra biologica. I timori che l’arsenale della super-potenza potesse distruggere le coltivazioni con una guerra batteriologica e nucleare non sembrarono infondati.

Hamblin scrive: “Ciò che è notevole nelle risposte a queste accuse è che, mentre molti si precipitarono a scagionare gli americani, pochi dubitavano che si poteva fare. E se si poteva fare, quanto era vulnerabile il resto del mondo ad un eventuale attacco?” Sei anni dopo, nel 1957 è stato dichiarato l’International Geophysical Year. E ‘stato annunciato come un importante passo avanti per la cooperazione scientifica tra 67 nazioni che univano le loro conoscenze.

Letture basilari di tutto, dai livelli di radiazione del fondo marino alla profondità del permafrost, sono state necessarie per la modellazione informatica e la “game theory”. Hamblin approfondisce le politiche che hanno incoraggiato gli apparati a militarizzare le scoperte: droni civili e moderne tecniche di cloud-seeding erano solo una questione di tempo. 
I primi test nucleari atmosferici rendevano molte persone nervose circa gli effetti indesiderati sul meteo, per non parlare del potenziale fallout nucleare. “L’Operazione Argus – una serie di bombe ad alta quota, test segretamente effettuati nel Sud Atlantico degli Stati Uniti – ha illustrato quanto le azioni umane possano influenzare l’atmosfera”, scrive Hamblin. Si supponeva che con l’accordo internazionale i dati dovessero essere condivisi tra tutti i partecipanti dell’Anno Geofisico Internazionale, ma il New York Times rivelò che già nel 1958 l’America “ha steso una cortina sottile di radiazioni intorno alla terra, avvolgendo l’intero abitato del mondo ‘per un periodo di tempo la cui durata è ancora segreto ‘”. Quando queste bombe atomiche esplosero dentro la Van Allen Radiation Belt (cintura Van Allen), un effetto Halo era chiaramente visibile dagli aeri in volo.
”La radiazione generata dalle esplosioni era rimasta intrappolata nel campo magnetico terrestre, allargandosi e circondando la terra nel giro di un’ora o più. Questa alterazione della composizione del campo magnetico terrestre…poteva durare per anni “, fa notare Hamblin. “E’ una evidenza inconfutabile che le energie prodotte da esseri umani possono avere un effetto visibile e duraturo sul clima”.

Edward Teller, lo scienziato principale dietro la bomba ad idrogeno, nel 1962 vantava: “Sappiamo come possiamo modificare la ionosfera. Lo abbiamo già fatto”.

L’analisi della Guerra Fredda di Hamblin, sia negli archivi in Europa che negli Stati Uniti, è equilibrata e ampia, e in ultima analisi agghiacciante. Scova uno studio classificato militare del gruppo d’Elite JASON, in cui il geofisico Gordon MacDonald della University of California, Los Angeles, ha scritto un capitolo intitolato senza mezzi termini: COME DEVASTARE L’AMBIENTE“. La riduzione dell’ozono e i cambiamenti climatici vi hanno un posto di rilievo.

Arming Mother Nature richiama un’epoca precedente ai dibattiti astiosi e catastrofici tra verdi e conservatori. Hamblin caratterizza la situazione concisamente: “Cassandra incontra Geremia”.

Traduzione NoGeoingegneria

FONTE

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JACOB DARWIN HAMBLIN

Ambientalismo per l’alleanza atlantica: L’ESPERIMENTO NATOS

Con il proliferare di nuovi programmi, organizzazioni e leggi ambientali alla fine degli anni ’60 e ’70, il Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon iniziò a utilizzare la cooperazione ambientale come parte della sua politica estera. Ma la sua decisione di abbinare l’azione ambientale globale alla più potente alleanza militare della storia, la NATO, lasciò perplessi quasi tutti, compresi gli alleati della NATO. Recentemente gli studiosi hanno sottolineato il ruolo dell’amministrazione Nixon nell’inaugurare la “diplomazia ambientale”, elevando lo status degli accordi ambientali e ottenendo l’approvazione della leadership ambientale globale. Ma la maggior parte degli studi ha sorvolato sul ruolo della NATO come principale veicolo di Nixon per la cooperazione Est-Ovest e ha trascurato completamente le opinioni, le resistenze e la vera e propria ostilità degli alleati nei confronti dello stile americano di leadership ambientale. Presentando questi punti di vista, il saggio fornisce un contrappeso agli studi esistenti sull’azione ambientale globale negli anni precedenti la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano del 1972. Il saggio mostra come l’uso della NATO da parte di Nixon abbia approfondito le animosità politiche tra Est e Ovest e tra Nord e Sud, accelerando la politicizzazione da blocco a blocco delle questioni ambientali globali.

http://dl.dropboxusercontent.com/u/1529313/Linked%20Publications/Hamblin%20EnvHist%202010.pdf

APPROFONDIMENTO

LA NATO E LA GUERRA AMBIENTALE

LA TERRA COME TARGET & ARMA: “COME DISTRUGGERE L’AMBIENTE”

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