La NATO ha iniziato a sviluppare la sua politica di protezione ambientale alla fine degli anni ’60, dando vita a una serie di linee guida e standard (e non avete idea di quanto questo si spinga oltre (maggiori informazioni in due articoli successivi). Attualmente, la politica ambientale della NATO afferma che le forze guidate dalla NATO “devono sforzarsi di rispettare i principi e le politiche ambientali in tutte le condizioni”. Non si tratta di una battuta ironica, ma del modo in cui la NATO si caratterizza. È certamente importante prestare attenzione a come si presenta e a come vuole che il pubblico percepisca il suo profilo.
E scrivono : Sebbene la NATO presti attenzione alle sfide ambientali da oltre 50 anni – per lo più attraverso un’ampia gamma di attività di ricerca scientifica – solo di recente gli alleati hanno deciso di intraprendere azioni concrete. Al Vertice di Bruxelles del 2021, la NATO si è posta l’obiettivo di diventare “l’organizzazione internazionale leader nella comprensione e nell’adattamento all’impatto dei cambiamenti climatici sulla sicurezza” e ha sostenuto questa ambizione con il Piano d’azione sui cambiamenti climatici e la sicurezza. Il Piano d’azione identifica il ruolo della NATO nel campo dei cambiamenti climatici e della sicurezza secondo quattro linee di impegno: aumentare la consapevolezza degli Alleati sulle implicazioni dei cambiamenti climatici per la sicurezza, promuovere l’adattamento al clima (ndr i cieli raccontano) in tutte le aree di lavoro della NATO, mitigarne gli effetti riducendo le emissioni militari (ndr il malvagio CO2) e migliorare l’avvicinamento ad altri attori attivi nello spazio della sicurezza climatica…
L’articolo in seguito è pubblicato sul sito della NATO.
Crollo del clima e perdita di biodiversità
Definire come saranno gli ambienti operativi del futuro è uno dei principali obiettivi del lavoro di previsione strategica del Command Transformation Allied; un’attività che viene svolta in stretta collaborazione con gli alleati per garantire che venga generato un quadro pienamente realistico. L’ambiente operativo futuro fornisce le condizioni che la NATO deve considerare per adattare lo strumento militare di potere.
Il crollo del clima e la perdita di biodiversità sono forze dirompenti che stanno ridisegnando il nostro mondo, con implicazioni che si estendono al campo della sicurezza internazionale. Queste sfide ambientali non sono solo preoccupazioni ecologiche, ma potenti forze strutturali che hanno il potenziale di influenzare profondamente il panorama della sicurezza globale.
Un crollo climatico incontrollato agisce come un moltiplicatore di minacce, aggravando le interruzioni, favorendo una competizione pervasiva e contribuendo all’instabilità della società. Le operazioni militari devono affrontare sfide senza precedenti, poiché gli eventi meteorologici estremi diventano sempre più frequenti e gravi, alterando le condizioni di vita e le risorse essenziali. Questa sfida esistenziale richiede un’attenzione urgente e strategie proattive per mitigare gli effetti a cascata.
L’aumento delle temperature globali, determinato da attività umane come la combustione di combustibili fossili e la deforestazione, contribuisce a condizioni meteorologiche estreme, stress da calore e innalzamento del livello del mare. Le popolazioni vulnerabili, i sistemi agricoli e gli ecosistemi vitali sono esposti a rischi maggiori. Le città costiere saranno più suscettibili alle calamità naturali, il che renderà più complesse le migrazioni di massa, la criminalità organizzata e i cambiamenti demografici della società.
Con il proseguire del riscaldamento globale, l’interdipendenza delle vulnerabilità umane e degli ecosistemi diventa sempre più evidente. La perdita di biodiversità e il degrado climatico amplificano ulteriormente i rischi, colpendo la produzione alimentare, l’approvvigionamento idrico e i servizi ecosistemici critici. L’insicurezza idrica e alimentare diventa catalizzatore di spostamenti di massa, alterando i modelli di migrazione umana e intensificando l’instabilità economica e sociale regionale.
La geoingegneria, la manipolazione intenzionale del clima terrestre, emerge come una potenziale risposta al peggioramento delle condizioni. Tuttavia, i suoi benefici a breve termine sono accompagnati da incertezze e rischi, che suscitano dibattiti internazionali sulla governance e sulla regolamentazione. Inoltre, lo spettro del terrorismo climatico, che si manifesta in forma di ecocidio, rappresenta una nuova minaccia nel contesto della sicurezza.
La distruzione deliberata di beni vitali, come i terreni coltivati e le infrastrutture, esemplificata dai recenti eventi del conflitto tra Russia e Ucraina, evidenzia la potenziale armabilità delle risorse ambientali. Con l’aumento del valore delle risorse naturali, le interruzioni sistemiche degli ecosistemi e dei servizi vitali diventano strumenti di coercizione, accentuando l’importanza delle considerazioni ecologiche nella geopolitica globale.
La perdita di biodiversità contribuisce anche all’insorgere di nuove malattie e alla resistenza antimicrobica, ponendo sfide sanitarie significative. Gli sconvolgimenti che ne derivano metteranno alla prova gli Stati e le società a livello globale, portando potenzialmente al collasso degli Stati più deboli e allo sfruttamento di nuove vulnerabilità da parte di attori esterni.
La cooperazione internazionale per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici è cruciale, tuttavia l’attuale andamento indica le sfide che ci attendono. Le narrazioni, la transizione verso l’energia verde e il ruolo da parte degli attori non statali nel XXI secolo complicano il panorama geopolitico. I concorrenti strategici possono sfruttare i cambiamenti dirompenti, minando le alleanze attraverso false narrazioni e utilizzando come armi le tecnologie critiche.
Di fronte a queste sfide, l’ambiente di sicurezza in evoluzione richiede un approccio globale e collaborativo. Dall’adattamento climatico alla governance internazionale, affrontare il nesso tra il crollo del clima e la perdita di biodiversità è imperativo per costruire la resilienza e garantire un futuro sicuro.
TRADUZIONE A CURA DI NOGEOINGEGNERIA
FONTE https://www.act.nato.int/article/climate-breakdown-and-the-loss-of-biodiversity/
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LA NATO STA TRASFORMANDO LA QUESTIONE CLIMATICA IN UN’ARMA GEOPOLITICA
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