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Prova generale di guerra in Sardegna. Non si può pescare, non ci si può fare il bagno, stop immersioni. Sardi, statevene a casa o almeno non passate di qui, 17 zone a mare incantate se le prende la guerra.  Si tratta di una maxi occupazione delle zone a mare più belle dell’Isola, alcune a fianco di importanti hotel, negate a turisti e bagnanti, al momento sino al 27 maggio. “Decorrenza immediata”, come ha riportato l’Unione Sarda che parla di una Sardegna veramente accerchiata da aerei e navi militari. Quattromila militari che vengono nell’Isola a bordo di aerei, navi, sottomarini, elicotteri, da sette nazioni diverse. La Sardegna è stata la base di addestramento di tutti gli eserciti NATO impiegati sui vari scenari di guerra: dalla Somalia all’Afghanistan, dal Libano all’Iraq, ai Balcani.

E oggi? 

Come se fossimo davvero già in guerra, si vuole simulare una manovra d’attacco aereonavale alla Russia nel Mar D’Azov? Se mettiamo insieme i pezzi del puzzle illustrato di seguito, potrebbero essere esercizi di portata ancora maggiore.

“Dietro il ‘caso delle servitù militari’ ci sono verità non dette, nascoste in patti segreti mai rivelati al Parlamento. Forse è anche il momento di approfondire la cosiddetta ‘qualità’ di queste immense aree militarizzate, la loro reale caratura all’interno di uno scenario strategico generale. Dunque, non solo spazi sottratti alla Sardegna, ma anche verità sotterranee sottratte al diritto di conoscere. Capo Frasca, per esempio, rientra nella geografia da incubo di un potenziale rischio di guerra nucleare,” scrive la Nuova Sardegna, “Capo Frasca, per esempio, rientra nella geografia da incubo di un potenziale rischio di guerra nucleare. Fa infatti parte di un triangolo in cui gli altri due vertici sono le basi di Aviano e di Ghedi Torre, vicino a Brescia. In questa struttura operativa ultrasegreta, creata negli anni Cinquanta per fronteggiare un eventuale conflitto nucleare, il poligono di Capo Frasca viene utilizzato per l’addestramento di piloti della NATO – anche italiani quindi – alla guerra non convenzionale. Cioè alla guerra atomica.”  

L’isola cuore segreto delle strategie Nato

Dalla base della Maddalena ai poligoni fino alla Gladio

La presa di coscienza è stato un processo lungo e difficile. Deformato spesso dalla visione dei fatti attraverso occhiali ideologici oppure, più semplicemente, sdrammatizzato perché molte realtà scomode, per quasi mezzo secolo, sono state negate e occultate. Si parla del ruolo strategico della Sardegna nel complesso scacchiere della geopolitica e, conseguentemente, della reale consapevolezza dei sardi di essere stati protagonisti inconsapevoli in una storia nascosta, decisa lontano…

Per arrivare a capire il perché la Sardegna abbia avuto un’importanza strategica di primo piano dopo la Seconda guerra mondiale, è importante andare a rileggere alcuni documenti del Pentagono, desecretati negli ultimi anni. Si ha la prova così che, per quasi mezzo secolo, l’isola è stata un perno strategico nel fronte virtuale di una guerra mai dichiarata. Senza saperlo, infatti, la Sardegna era considerata dal Pentagono, fin dal lontano aprile del 1954, «a pivotal geographic location».

Ovvero il cuore, il punto critico, del sistema politico-militare, creato dall’alleanza atlantica nello scenario europeo. Di più: l’accordo di reciproco impegno, firmato il 26 novembre del 1956, tra il Sifar (l’allora servizio segreto militare italiano) e la Cia era basato «da parte statunitense, sul presupposto che i piani dello Stato maggiore della Difesa italiano prevedessero «l’attuazione di tutti gli sforzi per mantenere l’isola di Sardegna». Il grande interesse di Washington è poi confermato anche da una nota della Cia del 7 ottobre del 1957, nella quale si legge: «La Sardegna è considerata nei piani di guerra degli USA».  CONTINUA

Un grande interesse era già stato dimostrato qualche anno prima con il progetto Sardegna finanziato da Rockefeller. L’isola è stata massicciamente irrorata con il DDT per debellare la malaria, il che, secondo le dichiarazioni ufficiali, ha garantito sicurezza, salute e sviluppo che prima non esistevano. Così dissero. La realtà era diversa. La Sardegna divenne un’isola occupata militarmente.

11 SETTEMBRE 2001 – L’ ACCORDO SEGRETO “STONE AX” TRA USA E ITALIA

La Sardegna è parte di un triangolo strategico, insieme ad Aviano e Ghedi Torre, vicino a Brescia (nome in codice Stone Ax), dove sono alloggiate le bombe nucleari. In una struttura operativa ultra-segreta creata negli anni ’50, il poligono di Capo Frasca viene utilizzato per addestrare i piloti della NATO – compresi gli italiani – alla guerra nucleare.  

Tra Italia e Stati Uniti esiste un accordo segreto per la difesa nucleare, che risale agli anni Cinquanta ed è stata rinnovato nel 2001. William Arkin, un esperto dell’associazione degli scienziati nucleari, ne ha rivelato il nome in codice: Stone Ax (Ascia di Pietra). Si tratta di un accordo concluso segretamente fra Italia e USA di cui il Parlamento non ha mai avuto modo di discutere. Con questo accordo l’Italia è diventata uno degli avamposti per una possibile guerra nucleare.  

La presenza di armi nucleari sul suolo italiano è illegale in base alla legge n. 185 del 9 luglio 1990, che vieta la fabbricazione, il transito, l’esportazione e l’importazione di armi chimiche, biologiche, e nucleari. L’articolo 1 comma 7 della legge dice: “Sono vietate la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione ed il transito di armi biologiche, chimiche e nucleari, nonché la ricerca preordinata alla loro produzione o la cessione della relativa tecnologia. Il divieto si applica anche agli strumenti e alle tecnologie specificamente progettate per la costruzione delle suddette armi nonché a quelle idonee alla manipolazione dell’uomo e della biosfera a fini militari”. ARTICOLO INTEGRALE 

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Un documentario d’inchiesta sull’uso segreto dalla NATO dell’uranio impoverito in Sardegna e sui suoi effetti devastanti sugli animali e sulle persone…

In Sardegna, i poligoni militari più estesi d’Europa
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