Tra Italia e Stati Uniti esiste un accordo segreto per la difesa nucleare, che risale agli anni Cinquanta ed è stata rinnovato nel 2001. William Arkin, un esperto dell’associazione degli scienziati nucleari, ne ha rivelato il nome in codice: Stone Ax (Ascia di Pietra)Si tratta di un accordo concluso segretamente fra Italia e USA di cui il Parlamento non ha mai avuto modo di discutere. Con questo accordo l’Italia è diventata uno degli avamposti per una possibile guerra nucleare. 

La presenza di armi nucleari sul suolo italiano è illegale in base alla legge n. 185 del 9 luglio 1990, che vieta la fabbricazione, il transito, l’esportazione e l’importazione di armi chimiche, biologiche, e nucleari. L’articolo 1 comma 7 della legge dice: “Sono vietate la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione ed il transito di armi biologiche, chimiche e nucleari, nonché la ricerca preordinata alla loro produzione o la cessione della relativa tecnologia. Il divieto si applica anche agli strumenti e alle tecnologie specificamente progettate per la costruzione delle suddette armi nonché a quelle idonee alla manipolazione dell’uomo e della biosfera a fini militari”.

 

Informazioni sull’accordo Stone Ax

Le informazioni riguardo all’accordo “Stone Ax” siglato tra USA e Italia sono abbastanza confuse. Mentre dai resoconti di alcune sedute parlamentari e da alcuni articoli di giornali nazionali, come La Repubblica e La Stampa, le proteste del centrosinistra (allora all’opposizione) sembrano confermare il fatto che l’accordo sia stato sottoscritto dopo l’11 settembre 2001 dal governo Berlusconi, da un rapporto del Natural Resources Defense Council del 2005 (su cui si basano le informazioni date dal documento di Attac) e da un intervista all’autore del libro “Code names” W. Arkin sempre del 2005, pare che ci siano accordi tra gli USA e altri paesi, tra cui l’Italia, che sono stati siglati nel secondo dopoguerra e che vengono periodicamente aggiornati.
Dando per scontato che accordi tra USA e Italia sulla presenza di armi e militari USA sul nostro territorio sono stati siglati sin dalla fine della seconda guerra mondiale, le ipotesi potrebbero essere varie:

  • L’accordo Stone Ax esisteva già, così com’è, dagli anni ‘50 e quindi si è montato un caso su cui ha speculato il centrosinistra per attaccare il governo Berlusconi. In quanto, se fosse così, anche i governi precedenti sarebbero dovuti essere al corrente dell’accordo.
  • Negli anni ‘50 è stato siglato un accordo Stone Ax che però è completamente diverso da quello attuale; cioè nell’ultimo aggiornamento, fatto dal governo Berlusconi, ci deve essere qualcosa che deve rimanere “segreto”.
  • L’accordo Stone Ax, che prevederebbe la condivisione nucleare, è un altro accordo firmato dal governo Berlusconi, che nulla ha a che vedere con quelli precedenti, e che non è passato attraverso il vaglio del Parlamento. In questo caso i parlamentari di centrosinistra avrebbero perfettamente ragione.
  • Ci sono altre ipotesi?


A questo punto converrebbe citare l’accordo Stone Ax senza citarne la data di sottoscrizione.

Di seguito alcune fonti sull’argomento.

SENATO DELLA REPUBBLICA – 82a SEDUTA PUBBLICA – GIOVEDÌ 23 NOVEMBRE 2006
Sulle servitù militari in Sardegna.

CASULA, sottosegretario di Stato per la difesa. [..] L’ultimo chiarimento che desidero chiederle riguarda l’accordo Stone Ax, a proposito del quale la sua risposta mi ha lasciato, devo dire, un po’ perplesso: lei afferma che l’accordo Stone Ax non esiste, ovvero che l’Italia non ha alcun accordo di condivisione nucleare che permetta l’uso e la presenza di bombe sul territorio nazionale. A quanto mi risulta, sia a Ghedi che ad Aviano, sono stoccati 90 ordigni nucleari, alcuni gestiti direttamente dagli Stati Uniti, altri, come appunto quelli di Ghedi, che invece possono essere utilizzati, in alcune determinate circostanze, anche dall’Aeronautica militare italiana.

Questo è un punto su cui chiederemo un maggiore chiarimento, perché a nostro parere la presenza di quegli ordigni nucleari, mai smentita sino ad ora, rappresenta una grave violazione dell’accordo di non proliferazione nucleare e quindi pregiudica anche il ruolo che l’Italia può e vuole svolgere per il disarmo e la non proliferazione nucleare.

Nome in codice “Ascia di pietra”. Piano: schierare armi nucleari in Italia
di Renato M. Calvanese. Fonte : L’Unità on line

Stone Ax, Ascia di pietra. Questo nome così suggestivo, che sembra scippato da qualche teca hollywodiana, è il nome in codice dell’accordo segreto tra Stati Uniti e Italia per lo schieramento di armi nucleari americane in Italia in caso di conflitto. William Arkin, ex analista d’intelligence per l’esercito, oltre a Stone Ax ha rivelato altri 3000 nomi di piani militari statunitensi elaborati dopo l’11 settembre. Il tutto è raccolto nel suo nuovo libro, pubblicato dalla Steerforth Press (ma per il momento accessibile solo online, sul sito Web del libro: “Code Names: Deciphering U.S. military plans, programs and operations in the 11/9 world” (Nomi in codice: decriptare piani, programmi e operazioni militari degli Usa nel mondo post 11 settembre).

Il nome dell’Italia sotto la sigla “Ascia di pietra”, figura nel quadro delle intese sulla “preparazione della guerra nucleare in Europa”. Ma non si tratterebbe di un programma-relitto del passato scenario da Guerra Fredda, fatta di tatticismi, deterrenza e guerre a bassa intensità. L’accordo si inserirebbe in un più ampio disegno strategico elaborato nelle stanze del Pentagono dopo l’11 settembre.

Question time dell’8 febbraio 2005 e discussa il 9 febbraio 2005

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, Stone Ax sarebbe il nome in codice di un accordo segreto, intercorso tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo italiano, riguardante il dispiegamento di armi nucleari sul territorio nazionale. L’accordo sarebbe stato stipulato dopo il “fatidico” 11 settembre. La notizia è stata riportata, il 24 gennaio 2005, da La Stampa e riferisce indiscrezioni contenute nel libro di un’analista militare della rete televisiva NBC, il quale racconta in che modo l’Italia figurerebbe nel quadro delle intese sulla “preparazione della guerra nucleare in Europa”, assieme ad altri paesi europei. Chiedo al ministro se tale notizia – ovviamente di una estrema gravità, se reale – corrisponda a verità, cosa il Governo abbia da dire in proposito e come possa giustificare, se vera, una tale scelta.
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il Governo italiano non ha stipulato nessun accordo segreto – né denominato Stone Ax, né denominato in modo diverso – per il dispiegamento di armi nucleari o nell’ottica di ciò che La Stampa ha anticipato e sarebbe contenuto in un libro che sarà prossimamente pubblicato, le cui indiscrezioni sono totalmente destituite di ogni fondamento.
ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, ovviamente mi auguro che la risposta del ministro – peraltro ritardata, per richiesta dello stesso Governo – corrisponda a verità. Voglio sottolineare un aspetto: la notizia è stata riportata da un grande quotidiano nazionale, che suppongo sia letto negli ambienti governativi e in quelli interessati e competenti in materia. Non c’è stata, a tal proposito, alcuna smentita. Già questo è un segnale estremamente negativo. Che il Governo non smentisca una notizia così grave mi sembra un segnale molto negativo. L’analista militare spiega che la notizia riguarderebbe lo svelamento dei nomi in codice di tutti questi accordi e risponderebbe alla necessità di rendere trasparenti le decisioni del Pentagono e della Casa Bianca in materia militare, perché ciò corrisponde ad una esigenza profondamente sentita dall’opinione pubblica americana, che vuole sapere come vanno le cose. Questa abitudine di rendere pubbliche e trasparenti decisioni in ambito militare non fa parte della tradizione italiana e anche questo è un ulteriore motivo di preoccupazione. La mancata smentita…
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. La mia è una smentita!
ELETTRA DEIANA. … e la tradizione del segretare tutto ciò che riguarda gli accordi militari, mi fa accogliere con cautela la risposta del ministro, di cui, peraltro, prendo atto.

Atto Camera – Interrogazione a risposta scritta 4-12561 – presentata da PIETRO FOLENA martedì 25 gennaio 2005 nella seduta n.574

FOLENA. – Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro della difesa. – Per sapere, premesso che:
Il quotidiano La Repubblica riferisce, nel numero del 24 gennaio 2005, che esisterebbe un accordo segreto, siglato tra l’Italia e gli USA dopo l’11 settembre 2001, e denominato in codice “Stone Ax” riguardo il dispiegamento di armamenti nucleari statunitensi sul territorio italiano;
il quotidiano fa riferimento alle anticipazioni del libro Code Names dell’ex analista di intelligence Willian Arkin, in cui tra l’altro si riferisce anche di piani simili riguardo altri paesi europei -:
se l’accordo “Stone Ax”, o altri di analogo contenuto, esista cosa eventualmente prevede;
in caso affermativo, contro quali paesi verrebbero puntate le armi nucleari dispiegate sul territorio italiano;
di quali informazioni il Governo sia in possesso riguardo gli accordi degli Usa con altri paesi, europei e non, per il dispiegamento di armi nucleari o di altro tipo non convenzionale e se questi facciano eventualmente parte di un piano più generale che preveda l’uso di armi di distruzione di massa nella cosiddetta “guerra al terrorismo”.

U.S. Nuclear Weapons in Europe • Hans M. Kristensen/Natural Resources Defense Council, 2005

(Questo è il rapporto su cui si basa il documento di Attac di Firenze; l’informazione riguardante Stone Ax è stata presa, a sua volta, dal libro di William Arkin)
[..] Between 1952 and 1968, a total of 68 individual nuclear agreements were signed between the United States and nine NATO countries. By 1978, 53 of those agreements remained in effect, including nine service-to-service technical agreements governing the deployment of U.S. Air Force nuclear bombs in as many countries (Belgium, Canada, Germany, Greece, Italy, Netherlands, Turkey and the United Kingdom). Canada left NATO’s surrogate nuclear club in 1984, apparently followed by Greece in 2001. As a result, nuclear agreements today are in effect with six NATO countries: Belgium, Germany, Italy, Netherlands, Turkey, and United Kingdom. The code words for some of the technical agreements (Service-Level Agreements) for the NATO countries that currently store U.S. nuclear weapons are known: Pine Cone for Belgium; Toolchest for Germany; Stone Ax for Italy; and Toy Chest for the Netherlands.

INTERVISTA: Siamo sicuri. E’ tutto segreto
Fonte: Famiglia Cristiana – 3 luglio 2005

Lo scorso marzo per la prima volta il Governo, in risposta a un’interpellanza parlamentare, ha ammesso la presenza di armi nucleari sul suolo italiano, pur non specificando la loro collocazione. La stessa posizione è ora ribadita dal sottosegretario alla Difesa Francesco Bosi. Con alcune interessanti novità

Senatore Bosi, queste bombe ci sono o no? Se sì, dove si trovano?
“Le pare che un Paese civile possa dare queste informazioni? Così, se qualcuno vuole fare un attentato…”.

Può almeno dire quante sono?

“Posso solo dire che da quando è caduto il Muro di Berlino c’è stata una riduzione di circa l’80 per cento delle bombe custodite, in condizioni di massima sicurezza, nei Paesi che fanno parte della Nato, sia in quelli produttori di armi nucleari, sia in quelli non produttori, come noi”.

Secondo la legislazione italiana, il nostro Paese può detenere questo tipo di armi?
“Sì, in virtù di accordi internazionali sottoscritti dall’Italia e approvati dal Parlamento. Non possiamo dire: “Usufruiamo di una protezione, però le armi le devono tenere gli altri””.
I parlamentari che hanno presentato l’interpellanza hanno in particolare fatto riferimento a un accordo segreto per la difesa nucleare in Europa tra Stati Uniti e Italia, denominato “Stone ax”, che sarebbe stato rinegoziato dopo il 2001, e del quale il Governo ha sempre negato l’esistenza…
“Si tratta di un accordo che non ha bisogno di particolari approvazioni, perché non modifica i termini fondamentali della questione: siamo in una fase di riduzione degli armamenti, non di nuovi impegni”.
Quindi non è necessaria una discussione parlamentare sull’argomento?
“No. Se io devo chiudere una base perché non è più necessaria, non occorre che vada in Parlamento. Ci vado quando mi assumo un nuovo impegno, per esempio se voglio costruirne una nuova”.
Cosa risponde al sindaco di Ghedi che chiede maggiori informazioni per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza?
“Rispondo che questo è un problema che non si deve porre il sindaco. Sono questioni che vengono affrontate dalla Difesa italiana, in accordo con i Paesi dell’Alleanza atlantica”.
Quindi gli abitanti di Ghedi possono stare tranquilli?
“Tutti nel nostro Paese devono stare tranquilli. Nessuno vuole mettere in pericolo la popolazione. In ogni caso, la miglior sicurezza è la segretezza. Non è mai successo nulla e nulla mai succederà finché sarà così”.

Da un intervista a William Arkin a L’Unità – febbraio 2005

Stone Ax, Ascia di pietra, sarebbe il nome in codice “del dispositivo tecnico per il dispiegamento delle armi atomiche in Italia. Risale agli anni ‘50 ed è stato continuamente aggiornato”, rivela Arkin al quotidiano dei DS. Secondo Arkin, anche se “esiste un piano strategico della NATO che destina le armi atomiche in Italia all’eventuale uso contro paesi che si trovano nel raggio dei cacciabombardieri”, la presenza degli ordigni nucleari sul territorio italiano sarebbe però legata “all’interesse dei “mandarini europei della NATO”, la burocrazia civile e militare di paesi membri che vede nella condivisione negli arsenali un modo per contare di più nell’Alleanza occupando un posto accanto agli Stati Uniti nel consiglio di pianificazione nucleare della NATO”. A sostegno di tale tesi, Arkin cita l’esempio del governo greco di Papandreu, la cui richiesta, effettuata nel 2001, di ritiro delle armi nucleari, “è stata accolta, e la Grecia è ancora membro a pieno titolo della NATO”. Arkin conclude l’intervista affermando che “dal punto di vista tecnico non sarebbe difficile ritirare le bombe se il governo italiano lo richiedesse. Ma (…) è prevalsa l’idea che gli arsenali siano qualcosa di intoccabile, al di fuori di ogni scelta politica”. C’è da chiedersi il perché… Prendendo poi per veritiera la tesi di Arkin, se ne ricava comunque che la presenza degli ordigni nucleari ha la funzione di “acquistare credibilità” nei confronti di Washington, che dunque, in fin dei conti, non è del tutto indifferente ad una loro permanenza o meno.. FONTE 

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