Una conferenza di riconferma avrebbe dovuto essere convocata nel 2023, ma ciò non è avvenuto. Per questo motivo è necessario esigere una revisione approfondita di questo accordo, che dovrebbe essere elaborata in questa occasione. Poiché oggi la guerra si chiama pace e la pace guerra, è urgente un approfondimento delle categorie. Un attacco alla Madre Terra e ai sistemi naturali, come sta accadendo da 70 anni, non deve avvenire in nome di nessuna ragione. È tempo che tutti gli Stati rispettino veramente e anzi riaffermino e rinnovino le condizioni di conformità alla Convenzione di Enmod, per garantire applicazioni veramente pacifiche in questo settore e in armonia con la salute del pianeta e dei suoi abitanti. 

Il divieto di utilizzare tecniche di modificazione dell’ambiente a fini militari o per ogni altro fine ostile fu oggetto, nel 1976, di un’ apposita dichiarazione, adottata con la Ris. 32/76 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La Conferenza del Comitato sul disarmo, tenutasi a Ginevra il 18 maggio 1977, diede origine alla Convenzione sulla proibizione dell’uso militare o di qualsiasi altro uso ostile delle tecniche di modificazione dell’ambiente, Convenzione nota anche con il sinonimo “ENMOD” (Environment Modification), ratificata dagli Stati Uniti nel 1980.

L’Articolo VIII della Convenzione ENMOD dice: 

1. Cinque anni dopo l’entrata in vigore della presente Convenzione, il depositario convoca a Ginevra, in Svizzera, una conferenza degli Stati contraenti della Convenzione. La conferenza esaminerà il funzionamento della Convenzione al fine di garantire che i suoi scopi e le sue disposizioni siano realizzati, e in particolare esaminerà l’efficacia delle disposizioni del paragrafo 1 dell’articolo I nell’eliminare i pericoli di un uso militare o di qualsiasi altro uso ostile delle tecniche di modificazione ambientale.
2. Ad intervalli successivi non inferiori a cinque anni, la maggioranza degli Stati Parte della Convenzione può ottenere, presentando una proposta in tal senso al Depositario, la convocazione di una conferenza con gli stessi obiettivi.
3. Se non è stata convocata una conferenza ai sensi del paragrafo 2 del presente articolo entro dieci anni dalla conclusione di una precedente conferenza, il depositario sollecita il parere di tutti gli Stati parte della Convenzione in merito alla convocazione di tale conferenza. Se un terzo o dieci degli Stati contraenti, se il numero è inferiore, rispondono affermativamente, il depositario prende immediatamente provvedimenti per convocare la conferenza.

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Ecco alcune considerazioni per avere una visione d’insieme di quali siano le implicazioni e i possibili usi della convenzione Enmod. La tesi di laurea relativa alla sintesi è archiviata presso l’Università di Foscari. 

Negoziazione della Convenzione Enmod tra disarmo, guerra fredda e guerra ambientale

Editore: Università Ca’ Foscari Venezia

Data: 2022-03-07

Copyright: © Celeste Gonano, 2022
closedAccess

Abstract:

In un momento storico in cui le tecniche di geo-ingegneria sono considerate come metodi di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici, la convenzione Enmod – Convenzione sul divieto dell’uso di tecniche di modifica dell’ambiente a fini militari o ad ogni altro scopo ostile – è l’unica convenzione che regoli le tecniche di modificazione climatica. Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare il processo di negoziazione della convenzione, prendendo in considerazione il contesto storico nel quale queste sono avvenute, la scelta delle parole da utilizzare, la sua struttura e le principali critiche che le sono state fatte. Questo aiuterà chi legge ad avere una visione d’insieme di quali siano le implicazioni e i possibili usi della convenzione Enmod. Per fare ciò la tesi sarà strutturata in tre capitoli, accompagnati da un’introduzione e una conclusione. L’introduzione provvederà a dare una visione generale della convenzione, la sua struttura e cosa stabilisce. Spiegherà inoltre la domanda di ricerca che ha dato origine a questa tesi e i documenti utilizzati.

Il primo capitoli analizzerà il contesto storico in cui la convenzione fu negoziata. Prenderà in considerazione la storia delle tecniche di weather warfare, l’operazione Popeye, la relazione tra Stati Uniti e Unione Sovietica nel periodo della distensione e gli altri trattati firmati nel periodo del disarmo, tra il 1960 e il 1970.

Il secondo capitolo analizzerà in profondità la fase bilaterale delle negoziazioni: le negoziazioni tra i leader degli Stati Uniti e Unione Sovietica e i membri del loro staff.

Il terzo capitolo affronterà la fase multilaterale delle negoziazioni nel contesto delle Nazioni Unite considerando le discussioni e i confronti che si sono tenuti tra il Primo Comitato, la Commissione per il disarmo e l’Assemblea Generale con una particolare attenzione verso le opposizioni che la convenzione Enmod ha generato, in particolare da parte di alcuni Paesi non allineati come Messico e Argentina. La conclusione analizzerà le critiche rivolte alla convenzione Enmod. Le fonti primarie utilizzare per scrivere e strutturare questa tesi sono documenti provenienti dagli archivi di librerie presidenziali, archivi delle Nazioni Unite e archivi nazionali americani. Altri libri e articoli che trattano argomenti affini saranno utilizzati come fonti secondarie al fine di fornire al lettore una visione più ampia sulla questione. Analizzando il processo di negoziazione della convenzione Enmod questa tesi mostra come la convenzione sia stata negoziata principalmente tra le due superpotenze della guerra fredda, con il supporto dei rispettivi alleati. Poco attenzione è stata data all’opposizione e agli scetticismi di altri Paesi.

La tesi mette anche in luce il paradosso della convenzione Enmod: l’evento che ha dato il via alle negoziazioni – operazione Popeye – non rappresenta una violazione della convenzione, secondo quando stabilito dai parametri soglia. Per concludere, se è vero che la convenzione Enmod potrebbe essere considerata come un prodotto della competizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica durante la guerra fredda, è giusto riconoscere che, al momento, è l’unica convenzione che regoli l’uso di tecniche di modificazione climatica a livello internazionale. Avere una visione chiara e approfondita di cosa la convenzione stabilisca, quali siano i suoi limiti e le critiche che le sono state rivolte è cruciale per comprendere come potrebbe essere utilizzata in futuro. 

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FONTE http://dspace.unive.it/handle/10579/20768

DA APPROFONDIRE!

LA MODIFICAZIONE DELL’AMBIENTE E DEL CLIMA A FINI MILITARI

1976 LA FORMA DI GUERRA’ CHE VERRA’? (CONVENZIONE ENMOD)

 

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