Articolo NoGeoingegneria

Questo articolo intitolato ‘La Guerra che verrà?’ era pubblicato su New Scientist (Australia) del 1976, evidenziando un’ altra volta la lunga storia della modificazione meterologica e climatica per scopi bellici. Riprendiamo alcuni passaggi (tradotti da noi) :

Modificazione meterologica-climatica e guerra geofisica

Manomissione del clima

La modificazione del clima potrebbe essere raggiunto attraverso il cambiamento del bilancio radioattivo e termico dell’atmosfera – per esempio con la introduzione di aerosol.

La temperatura dell’atmosfera stessa potrebbe essere cambiata alterando la riflettività della superficie della Terra, coprendo regioni con fuliggine o asfalto.

Un metodo importante per modificare il processo atmosferico è la soppressione dell’evaporazione di laghi o riserve di acqua. Questo può essere raggiunto da uno strato sottile di olio.

L’aspetto più preoccupante della modificazione geofisica è che queste operazioni potrebbero attualmente essere eseguite completamente di nascosto. Uno Stato potrebbe inseminare nubi sul proprio territorio sapendo bene che questo causerebbe cambiamenti nelle precipitazioni o nevicate nel paese vicino.  

(ndr L’Iran: L’Europa ci ruba la pioggia)

Chiaro, la prospettiva di grosse interferenze con il tempo meteorologico o clima per propositi militari irrita talmente tanto la maggior parte della gente da dare un supporto massiccio agli scienziati della SIPRI per un divieto globale delle armi geofisiche.

La forma più esotica di guerra geofisica riguarda la manomissione del comportamento elettrico della ionosfera.

Le tecniche per disturbare la comunicazione radio, creando “buchi” nella ionosfera per mezzo di esplosioni nucleari, sono discusse da tempo. Inoltre, è stata proposta l’apertura di finestre letali nella ionosfera lasciando entrare le radiazioni ultraviolette a breve lunghezza d’onda, note per danneggiare i sistemi biologici, causando tumori della pelle nell’uomo e danni alle colture.

Ciò che è nuovo, è il suggerimento che la guida d’onda naturale tra la ionosfera e la Terra possa essere utilizzata per diffondere radiazioni a bassa frequenza (VLF), in modo da influenzare il comportamento elettrico dell’attività cerebrale individuale…

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Fin qui le citazioni di questo articolo. 

Scriveva il Ten.Col.Carlo Stracquadaneo, Docente di Diritto dei Conflitti Armati presso la Scuola di Guerra Aerea di Firenze:

Fino alla metà degli anni 70 le possibilità di azione, in alcuni casi noti, erano sicure ma limitate. Gli esperimenti che allora vennero dimostrati non superavano il livello tattico; ma il divieto relativo all’impiego dell’arma in questione era (ed è) tuttavia unanimemente richiesto dall’opinione pubblica in ragione di una visione apocalittica che vede l’uomo manipolare a suo piacimento le condizioni atmosferiche…La prevenzione di azioni destinate a modificare l’ambiente a scopi militari, fu oggetto di un approfondito esame nel vertice di Mosca tra Nixon e Breznev, nel luglio 1974, che diede luogo alla “Dichiarazione relativa all’ambiente naturale e al suo utilizzo per scopi militari”. Poco dopo, gli organi centrali della stampa sovietica denunciavano i danni eventuali della guerra meteorologica e geofisica, così come l’orrore derivante dall’utilizzazione di defolianti e altri mezzi idonei ad incendiare le foreste e dava la primizia di una proposta sovietica tendente a mettere all’Ordine del giorno dell’Assemblea Generale dell’Onu un’interdizione conglobante tutte le azioni (militari o altre) sull’ambiente naturale, che non siano compatibili con gli interessi della scienza rivolta unicamente al benessere dell’uomo…L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite giudicò indispensabile raccomandare al Comitato di Ginevra per il disarmo, di lavorare per un testo concertato, atto a interdire tutte le azioni condotte sull’ambiente naturale e sul clima, per scopi militari o altro. Nel giugno del 1975 furono tenuti a Ginevra i negoziati preliminari relativi all’eventuale interdizione della guerra meteorologica. Nel giugno del 1975 furono tenuti a Ginevra i negoziati preliminari relativi all’eventuale interdizione della guerra meteorologica. I negoziati avvennero “a porte chiuse” e nessuna notizia trapelò oltre al fatto che le delegazioni erano guidate da T.A. Davies, direttore aggiunto dell’Agenzia americana per il disarmo ed il controllo degli armamenti (ACDA) e dall’ accademico sovietico E.K. Fedorov, noto meteorologo. Il mese precedente l’Unione Sovietica aveva, peraltro, ottenuto che l’Assemblea Mondiale della Sanità, riunita a Ginevra, stigmatizzasse l’eventuale ricorso ad armi meteorologiche. Nell’ agosto 1975, in seno ad una Conferenza ufficialmente consacrata ai problemi ambientali, si parlò così per la prima volta di “guerra meteorologica”. All’uscita, il rappresentante americano, l’ambasciatore Joseph Marin, e quello sovietico, l’ambasciatore Alexei Rochtchine, si rifiutarono di fare qualsiasi dichiarazione in merito, limitandosi ad affermare sorridendo che “tutto era andato per il meglio”.

Il Congresso meteorologico aveva intanto deciso di impiantare un registro internazionale di tutte le attività collegate alla modificazione artificiale del clima, di cui venne data ampia descrizione, ufficialmente per la prima volta, in occasione della conferenza dell’Associazione internazionale per la meteorologia e fisica dell’atmosfera, tenutasi nel 1973 a Tashkent, allora in Unione Sovietica. Il divieto di utilizzare tecniche di modificazione dell’ambiente a fini militari o per ogni altro fine ostile fu quindi oggetto, nel 1976, di un’ apposita dichiarazione, adottata con la Ris. 32/76 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La Conferenza del Comitato sul disarmo, tenutasi a Ginevra il 18 maggio 1977, diede origine alla Convenzione sulla proibizione dell’uso militare o di qualsiasi altro uso ostile delle tecniche di modificazione dell’ambiente, Convenzione nota anche con il sinonimo “ENMOD” (Envitoment Modification), ratificata dagli Stati Uniti nel 1980 …(Fonte )

QUESTO ARTICOLO E’ STATO PUBBLICATO LA PRIMA VOLTA NEL 2017

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Convenzione sulla proibizione di uso militare o altrimenti ostile di tecniche di modifiche ambientali (Enmod Convention)  Firmato a Ginevra il 18.5.1977; entrato in vigore il 5.10.1978 – numero delle parti: 66

Proibisce l’uso militare o altrimenti ostile delle tecniche di modifica ambientale che abbiano effetti estesi o duraturi sugli Stati parte della Convenzione. Per ambiente si intende la Terra, compresa la sua biosfera, litosfera, idrosfera e atmosfera, così come lo spazio extra-atmosferico. L’EnMod definisce la modificazione ambientale come “la manipolazione deliberata dei processi naturali – la dinamica, la composizione o la struttura della Terra, compresi il suo biota, la litosfera, l’idrosfera e l’atmosfera – o dello spazio esterno”.  Gli eventi meteorologici rientrano esplicitamente nel campo di applicazione dell’EnMod.

Testo della Convenzione ENMOD 

Adesioni, firme e ratifiche della Convenzione ENMOD dal sito del United Nations Office for Disarmament Affairs (UNODA)

L’Articolo VIII della Convenzione ENMOD dice: 
1. Cinque anni dopo l’entrata in vigore della presente Convenzione, il depositario convoca a Ginevra, in Svizzera, una conferenza degli Stati contraenti della Convenzione. La conferenza esaminerà il funzionamento della Convenzione al fine di garantire che i suoi scopi e le sue disposizioni siano realizzati, e in particolare esaminerà l’efficacia delle disposizioni del paragrafo 1 dell’articolo I nell’eliminare i pericoli di un uso militare o di qualsiasi altro uso ostile delle tecniche di modificazione ambientale.
2. Ad intervalli successivi non inferiori a cinque anni, la maggioranza degli Stati Parte della Convenzione può ottenere, presentando una proposta in tal senso al Depositario, la convocazione di una conferenza con gli stessi obiettivi.
3. Se non è stata convocata una conferenza ai sensi del paragrafo 2 del presente articolo entro dieci anni dalla conclusione di una precedente conferenza, il depositario sollecita il parere di tutti gli Stati parte della Convenzione in merito alla convocazione di tale conferenza. Se un terzo o dieci degli Stati contraenti, se il numero è inferiore, rispondono affermativamente, il depositario prende immediatamente provvedimenti per convocare la conferenza.

Una conferenza avrebbe dovuto essere convocata nel 2023, ma ciò non è avvenuto. 

1976 LA FORMA DI GUERRA’ CHE VERRA’? (CONVENZIONE ENMOD)

50 ANNI FA: IL DIVIETO DI UTILIZZARE IL METEO COME STRUMENTO DI GUERRA

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