A Puna, sull’isola di Hawaii, la più grande dell’arcipelago, dove il vulcano Kilauea ha eruttato violentemente, si trova la centrale geotermica Puna Geothermal Venture (PVG). Esiste un annoso dibattito intorno alla presunta attività di fracking della centrale PGV, che potrebbe esser ridotto a una mera questione terminologica considerando che, nel processo geotermico, come informa il sito hawaiifracking.com, “…la perforazione e l’iniezione di acqua fredda, attività tipiche delle centrali geotermiche, fratturano le rocce. Ciò può indurre terremoti e, attraverso la contaminazione dell’atmosfera e delle falde acquifere, può incidere sulla nostra salute e sicurezza”. Sia che l’iniezione profonda di un fluido abbia lo scopo di estrarre petrolio, gas o calore geotermico, la fase iniziale del processo è la stessa.

I terremoti indotti attraverso queste iniezioni d’acqua potrebbero certamente provocare un’eruzione vulcanica. Ad esempio, il sito Swissinfo.ch riporta in data 10 dicembre 2009 un articolo preoccupante riguardo un progetto di sfruttamento di energia geotermale in Svizzera: “Le autorità della città di Basilea vogliono annullare il progetto geotermico che tre anni fa causò scosse di lieve entità, le quali danneggiarono molti edifici”. “Uno studio di analisi dei rischi pubblicato giovedì, ha evidenziato che il pericolo di innescare ulteriori terremoti era troppo grande se le perforazioni nel sito avessero ripreso”. “Il progetto venne sospeso tre anni fa dopo che migliaia di richieste di risarcimento vennero presentate agli assicuratori. Il costo totale dei danni fu di circa 9 milioni di franchi (8,78 milioni di dollari)”. “Lo studio, commissionato dal cantone di Basilea città, conclude che Basilea era un luogo ‘sfavorevole’ per la produzione di energia geotermica” “Il rilancio del progetto Deep Heat Mining e il suo funzionamento nell’arco di 30 anni potrebbero provocare circa 200 scosse con una forza fino a 4,5 magnitudo sulla scala Richter – nel 2006 le scosse raggiunsero una magnitudo di circa 3,4″. “Ciò porterebbe ad un danno di oltre 40 milioni di franchi.” “L’impianto di Basilea ha perforato il terreno di cinque chilometri. Il foro è stato progettato per iniettare acqua allo scopo di catturare l’estremo calore. Di ritorno in superficie, l’acqua calda – ad una temperatura di circa 160° C – azionava una turbina a vapore accoppiata ad un generatore”. Questo articolo svizzero descrive i rischi e conferma che il processo geotermico, che può innescare e innesca i terremoti, si basa sull’iniezione profonda d’acqua.

Ecco un altro riferimento: The Guardian, 11 luglio 2013: “Secondo gli scienziati, il pompaggio d’acqua nel sottosuolo nelle centrali geotermiche può portare a pericolosi terremoti anche in regioni non soggette a scosse telluriche”. “Il Prof. Emily Brodsky, che ha condotto uno studio sui terremoti in una centrale geotermica in California, ha detto: ‘Per essere utili in questo campo, gli scienziati devono essere in grado di dire agli operatori quanti litri d’acqua possono pompare nel terreno in un luogo particolare e quanti terremoti produrrà tale attività’”. “È già noto che il pompaggio di grandi quantità di acqua nel sottosuolo può provocare piccoli terremoti nelle vicinanze dei siti di produzione di energia geotermica e di fracking. Tuttavia, i nuovi dati rivelano la possibilità di terremoti molto più intensi, di magnitudo 4 o 5, legati all’indebolimento di faglie sotterranee preesistenti a causa dell’aumento della pressione dei fluidi”. “L’iniezione d’acqua sembra innescare crepe nella roccia, rendendola vulnerabile all’innesco di scosse sismiche a migliaia di chilometri di distanza. Nicholas van der Elst, l’autore principale di uno dei tre studi pubblicati giovedì sulla rivista Science, ha detto: ‘Questi fluidi [iniettati] stanno portando le faglie [sismiche] al loro punto di rottura’”. “L’analisi del sito californiano ha dimostrato che per un’iniezione netta di quasi 2 miliardi di litri d’acqua nel terreno al mese, avviene un terremoto in media ogni 11 giorni”.

“Heather Savage, un coautore dello stesso studio, ha detto: ‘È già stato riconosciuto che quando abbiamo terremoti molto grandi onde sismiche viaggiano in tutto il mondo, tuttavia anche quando le onde sono piccole nel momento in cui raggiungono l’altro capo del globo, possono ancora scuotere le faglie [come le faglie indotte da iniezione di acqua geotermica]. Questo può innescare sismicità nelle aree sismicamente attive COME LE ZONE VULCANICHE dove c’è già un’alta pressione del fluido”. (enfasi aggiunta)

Così, sull’isola Hawaii, dove c’è una massiccia eruzione vulcanica in corso, esiste una centrale geotermica, PGV. Quanto è vicina al vulcano la centrale PVG? Il Washington Post, 12 maggio: “È stata a lungo una preoccupazione per i residenti e il bersaglio di cause legali che sfidano la sua collocazione su un VULCANO ATTIVO. Il Puna Geothermal Venture (PGV) è una questione di sicurezza importante [ad esempio per le sostanze chimiche immagazzinate al suo interno], in seguito a eruzioni e terremoti che hanno scosso l’isola per giorni, dicono i funzionari governativi”. (enfasi aggiunta) È chiaro, la centrale PGV è su un vulcano. Altri rapporti affermano che si trova a 15 miglia dal vulcano. In entrambi i casi, la centrale è vicina, molto vicina.

Chi è il proprietario della centrale PGV? Ormat Technologies. Attraverso la fusione interna e lo scambio di azioni, Ormat sembra ora essere una società israeliana e statunitense di proprietà congiunta. La società Ormat non è nuova agli scandali. Nel sito blog.heartland.org, H Sterling Burnett scrive (4/1/15): “Uno scandalo, che potrebbe infastidire [Harry] Reid nel corso della sua permanenza in Senato (e forse anche oltre), è stato recentemente riportato nel Washington Free Beacon e nel Courthouse News. Sembra che Reid abbia aiutato la società di energia verde, Ormat Technologies, una società che possiede e gestisce impianti geotermici in California e nelle Hawaii, ad assicurarsi quasi 136 milioni di dollari in finanziamenti di incentivazione economica dall’American Recovery and Reinvestment Act del 2009″.

“Due ex dipendenti stanno citando in giudizio la società, sostenendo che i dirigenti Ormat hanno truffato gli Stati Uniti di oltre 130 milioni dollari riportando false informazioni su due progetti al fine di ottenere sovvenzioni governative. Così ha stabilito un giudice federale martedì”. “Il legame di Reid con Ormat è molto stretto. La società gestisce impianti geotermici in Nevada e Reid è stato un grande promotore della società a Washington D.C. Come riportato nel Free Beacon, “Reid si vantava di assicurare a Ormat un prestito da 350 milioni di dollari dal Dipartimento dell’Energia (DOE). Ha ottenuto credito per l’espansione del programma di Tesoreria che gli ex dipendenti dicono fosse illegalmente fornito alla società, concedendole ulteriori milioni di dollari provenienti dai fondi dei contribuenti”. “È bene notare che il premio DOE di Ormat è arrivato un anno dopo che gli investitori hanno citato in giudizio la società per aver gonfiato il prezzo delle azioni attraverso ‘una contabilità fraudolenta e risultati finanziari sopravvalutati’. Ormat ha risolto le accuse nel 2012 pagando 3,1 milioni di dollari”.

Ormat si trova ora di fronte a uno scandalo molto più grande. Una massiccia eruzione vulcanica sull’isola Hawaii.

Jon era candidato per un seggio al Congresso degli Stati Uniti nel 29° distretto della California. Mantiene una attività di consulenza per clienti privati, il cui scopo è l’espansione del potere creativo personale. Nominato per il Premio Pulitzer, ha lavorato come giornalista investigativo per 30 anni, scrivendo articoli su politica, medicina e salute per CBS Healthwatch, LA Weekly, Spin Magazine, Stern, e altri giornali e riviste negli Stati Uniti e in Europa.

Jon Rappoport

Fonte: https://jonrappoport.wordpress.com

Link: https://jonrappoport.wordpress.com/2018/05/22/did-fracking-cause-the-hawaii-volcano-eruption/

Traduzione per  www.comedonchisciotte.org a cura di VAL  FONTE

 

Importanti aree geotermiche come le Hawaii sono le Galapagos, le Canarie e  a casa nostra l’area tra la Toscana e l’Alto Lazi.

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