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‘La Guerra che verrà?’ era pubblicato su New Scientist (Australia) del 1976, evidenziando un’ altra volta la lunga storia della modificazione meterologica e climatica per scopi bellici. Sul NewYorkTimes, invece, troviamo nello stesso anno il seguente articolo.
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Di Lowell Ponte 17 aprile 1976
SANTA MONICA, California – “Dallo spazio sarà possibile controllare il clima terrestre, provocare siccità e inondazioni, modificare le maree e innalzare il livello del mare, rendere gelidi i climi temperati”, disse l’allora senatore Lyndon B. Johnson a una sessione congiunta del Congresso nel 1957. Come molti altri legislatori, accettò le fantasie del Dipartimento della Difesa secondo cui gli Stati Uniti erano in gara con l’Unione Sovietica per sviluppare armi ambientali.
Tra il 1967 e il 1972 lui e il presidente Richard M. Nixon autorizzarono almeno 3,6 milioni di dollari all’anno per la semina segreta di nuvole sul Vietnam del Nord e del Sud, sul Laos e sulla Cambogia, nel tentativo di confondere le piste e rallentare i movimenti del nemico.
Sebbene in un caso le precipitazioni siano aumentate del 30%, i funzionari del Pentagono definiscono le operazioni un fallimento. Ma il Pentagono le difende come umane, dicendo: “Le gocce di pioggia non uccidono le persone, le bombe sì”. (Il Dipartimento della Difesa nega di aver seminato sul Vietnam del Nord nel 1971, periodo in cui la nazione subì le piogge più intense dal 1945. Nel 1945, un milione di vietnamiti morì a causa di inondazioni e carestie).
Può una nazione che altera gli equilibri naturali negare la responsabilità di ciò che ne consegue? Questa domanda, insieme al fatto che la politica degli Stati Uniti condanna la guerra contro i civili, ha spinto il senatore Claiborne Pell, nel 1973, a presentare una risoluzione che chiedeva un trattato internazionale per proibire la guerra ambientale “o la realizzazione di qualsiasi ricerca o sperimentazione ad essa finalizzata”. Il Senato votò 82 a 10 per approvare la risoluzione, che non ha valore di legge.
Lo scorso agosto, alla conferenza delle Nazioni Unite del Comitato per il disarmo, tenutasi a Ginevra, Stati Uniti e Unione Sovietica hanno proposto congiuntamente un progetto di convenzione per vietare “l’uso militare o qualsiasi altro uso ostile delle tecniche ambientali”. Purtroppo è molto più debole della risoluzione del Senato. Per esempio, non proibisce la ricerca o lo sviluppo militare di tecniche di modificazione ambientale e consente tutti i lavori “pacifici” su questi argomenti.
Il Pentagono sostiene che il suo programma Climate Dynamics, noto come Progetto Nile Blue, è pacifico e necessario per individuare i tentativi sovietici di perturbare il clima nordamericano. (Poiché il trattato non nomina alcuna agenzia di ispezione per far rispettare il divieto, lasciando alle nazioni la possibilità di portare le prove delle violazioni al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la ratifica del trattato giustificherebbe un aumento dei finanziamenti per il monitoraggio del programma Climate Dynamics).
Ma i ricercatori di Climate Dynamics, utilizzando modelli computerizzati degli oceani e dell’atmosfera, hanno studiato il modo di sciogliere le calotte polari, di generare tempeste distruttive e di utilizzare in altro modo “instabilità ambientali fondamentali” per liberare enormi quantità di energia. Hanno scoperto come gli Stati Uniti, agendo segretamente dallo spazio, possano infliggere maltempo all’Unione Sovietica, rovinando così i raccolti e mantenendo quel Paese dipendente dalle importazioni di grano dagli Stati Uniti.
In Unione Sovietica, gli ingegneri sono impegnati a invertire il corso del fiume Pechora, che scorre nell’Artico, e a creare mari interni, azioni che secondo gli esperti modificheranno il clima globale. Tutto questo è “pacifico”.
Nel 1975 l’Accademia Nazionale delle Scienze ha riferito che il raffreddamento nell’emisfero settentrionale dagli anni ’40 rende l’inizio di una nuova era glaciale entro 100 anni una possibilità piccola ma reale. Gli scienziati non sono in grado di stabilire se il raffreddamento sia causato dall’uomo o se il clima di una nazione sia causato dai programmi di modificazione climatica di un’altra, quindi il potenziale di ostilità derivante da tali programmi è ovvio. I cambiamenti climatici globali spingeranno molte nazioni a utilizzare tali tecniche di modificazione, ma l’instabilità del clima politico mondiale richiede che tali tecniche siano regolamentate a livello internazionale, con adeguate salvaguardie e con risarcimenti per coloro che subiscono danni da siccità o tempeste.
La bozza di trattato potrebbe essere un passo verso tale regolamentazione. Ma il trattato permette una certa guerra meteorologica, vietando solo le tecniche che hanno “effetti diffusi, duraturi o gravi, dannosi per il benessere umano”. Che cosa significa? La più piccola manomissione degli equilibri naturali può innescare reazioni a catena con conseguenze impreviste.
Il senatore Pell e i rappresentanti Gilbert Gude e Donald M. Fraser hanno proposto di porre sotto il controllo del Congresso tutte le ricerche degli Stati Uniti sulla modificazione dell’ambiente da parte di civili, militari e della Central Intelligence Agency. Finché questo non sarà fatto e gli Stati Uniti non modificheranno la bozza di trattato per eliminare le scappatoie e il linguaggio confuso, poche nazioni crederanno che vogliamo che la guerra ambientale sia vietata.
Lowell Ponte è autore del libro “The Cooling”, di prossima pubblicazione, sui cambiamenti e le modificazioni climatiche.
TRADUZIONE A CURA DI NOGEOINGEGNERIA – CANALE TELEGRAM https://t.me/NogeoingegneriaNews
FONTE https://www.nytimes.com/1976/04/17/archives/war-of-the-weathers.html
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ALCUNE NOTE
Secondo Lowell Ponte, autore del libro ‘The Cooling’, i militari esplorarono anche la possibilità di distruggere lo strato di ozono sopra il Nord Vietnam con laser o elementi chimici, per causare danni ai raccolti e alle popolazioni.
Furono le rivelazioni dei ‘Pentagon Paper’ a far conoscere al grande pubblico la dimensione della guerra ambientale e delle manipolazioni meteorologiche come strumento durante la guerra nel Vietnam e diede senza dubbio l’input principale alla ‘Convenzione Internazionale ENMOD del 1977′ sul divieto di utilizzo di tecniche di modificazione ambientale per fini militari e altri ‘scopi ostili’. La Convenzione vieta ‘l’induzione artificiale di terremoti e tsunami, la modifica artificiale del tempo, del clima, di correnti oceaniche, dello strato di ozono e della ionosfera’.
Secondo Rosalie Bertell, i ghiacci dell’Artico non si starebbero sciogliendo a causa del Gobal Warming ( Bertell non nega l’AGW). A tale riguardo la scienziata cita un ‘accordo tra USA e URSS del 1974′. “Nell’ambito degli Accordi di Vladivostock, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica presero la decisione congiunta di sciogliere la calotta polare artica. Non si trattava di un accordo bilaterale registrato dell’ONU, perciò non divenne mai accessibile a coloro i quali – più tardi – furono messi in allarme dal rapido scioglimento dei ghiacci e delle nevi polari… Per il pubblico, lo scioglimento della calotta polare artica è diventato un segnale forte e inquietante del cambiamento climatico…! A causa del segreto militare la gente è stata indotta a pensare che il controllo industriale delle emissioni di CO2 riporterebbe tutto a posto nell’Artico!”
Questi accordi del ‘Vladivostock Agreement’ dovrebbero essere contenuti nel ‘Joint US-Soviet Statement of 24 November 1974′ il quale così spiega: “The two Sides emphasized the special importance accorded by them to the development on a long-term basis of commercial and economic cooperation, including mutually beneficial large-scale projects.”( Le due parti sottolineano la particolare importanza, da loro accordata, dello sviluppo a lungo termine della cooperazione commerciale ed economica, compresi i progetti su larga scala reciprocamente vantaggiosi). Durante il meeting fu discusso il divieto dell’ ‘environmental warfare’ .
L’accord fu fatto ( dando credito a Bertell) in un clima diverso rispetto al clima attuale: Le condizioni del clima mondiale in quegli anni facevano temere l’arrivo di un’era glaciale, mentre la CO2 stava salendo. Ciò è quanto facevano credere le grandi testate di tutto il mondo (molti articoli a riguardo sono trovabili in rete).
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VEDI ANCHE: GUERRA AMBIENTALE
PROGETTI DI MODIFICA DEL CLIMA
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