PENTAGON PAPERS – QUANDO L’ AMERICA SCOPRI’ 30 ANNI DI BUGIE
L’ultimo film di Steven Spielberg, il tanto atteso “The Post” enfatizza con forza come siano le decisioni dei singoli individui a permettere cambiamenti importanti per l’intera società trovando il coraggio necessario ad agire. Qualcuno scrive che sia un inno ai giornali. Per Spielberg è un inno alla libertà di stampa. «La libertà di stampa consente ai giornalisti di essere i veri guardiani della democrazia, ma oggi quel diritto è minacciato di nuovo. E forse lo scenario è ancora peggiore del 1971» dice il regista.
Il film parla di una delle pagine oscure della storia recente americana, ossia la divulgazione nel 1971 dei Pentagon Papers, noto come dossier McNamara, documenti top secret del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America sulla guerra in Vietnam, pubblicati prima sul New York Times e poi sul Washington Post.
Nel 1971 Daniel Ellsberg, economista e uomo del Pentagono, rende noto una parte dei documenti di un rapporto segreto: 7000 pagine che dettagliano l’implicazione militare e politica degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam. Questi documenti nascondono la copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam, ancora in corso sotto la presidenza Nixon. In pratica già con i presidenti Eisenhower e Kennedy si sapeva che un’eventuale guerra in Vietnam non sarebbe mai stata vinta.
Un primo stralcio di queste pagine vengono pubblicate dal New York Times, bloccato subito nel proseguire la pubblicazione da un’ingiunzione della corte suprema. Il Washington Post, rischiando a sua volta l’ingiunzione, riesce ad avere dalla stessa fonte, Daniel Ellsberg, lo scottante dossier e lo pubblica grazie alla costanza e all’insistenza del suo direttore, Ben Bradlee, e al coraggio del suo editore, Katharine Graham, che dopo numerosi tormenti interiori decide per la pubblicazione nonostante il continuo ostruzionismo degli investitori che non vogliono lo scontro con le istituzioni.
Katharine Graham, prima editrice donna di un giornale, è alla sua prima decisione importante da quando lo dirige, e, fedele al primo emendamento e convinta dell’intelligenza dei propri lettori, decide di svelare le manovre e le menzogne della classe politica, assestando il primo duro colpo all’amministrazione Nixon, travolto pochi anni dopo dallo scandalo Watergate che lo costringerà alle dimissioni.
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A quarant’anni di distanza dalla loro rivelazione sulla prima pagina del New York Times, nel 1971, i ‘Pentagon Papers’ sono stati resi accessibili al pubblico nella loro integrità. Tutti i files qui
RIVELAZIONI
GUERRA METEOROLOGICA IN VIETNAM
Il primo uso sistematico conosciuto nella storia di tecniche di modifica ambientale-meteorologica fu durante la guerra in Vietnam. Erano operazioni segrete.
Il nome dell’Operazione Popeye (Pop Eye) è entrato nello spazio pubblico attraverso una breve menzione nel Pentagon Paper (qui) e con la pubblicazione sul New York Times il 3 luglio 1972 (qui). Le Operazioni in Laos cessarono due giorni dopo la pubblicazione dell’articolo. Sono state fatte accuse, si è detto che il cloud-seeding aveva non solo reso impraticabili i percorsi della giungla ma anche ucciso migliaia di persone. Il Progetto Popeye aveva aperto la porta ad un nuovo tipo di guerra.
DANIEL ELLSBERG rivelò come l’invasione del Vietnam fosse sistematicamente basata sulla menzogna. Melvin Laird che era segretario della Difesa, negò che gli Stati Uniti stavano modificando il tempo in Vietnam.
Le operazioni di WARFARE innovative in Vietnam erano di vasta portata.
Lyndon B. Johnson in particolare manifestò la sua fede nelle scienze ambientali come strumenti e puntò su nuove armi di dominio, sulle modificazioni e controllo del clima, della natura e del pianeta.
Nel 1958 il futuro presidente americano Lyndon B. Johnson aveva promesso:
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