Il satellite EarthCARE dell’ESA è decollato con un razzo Falcon 9 dalla base Vandenberg Space Force in California, USA a maggio. L’obiettivo è quello di concentrarsi maggiormente sugli effetti delle nuvole e degli aerosol sul clima. Saranno in grado di leggere la composizione delle nuvole, un’operazione possibile anche da terra grazie alle tecniche Lidar.
In genere si pensa che sia necessario salire in cielo per riconoscere le sostanze presenti nelle nuvole. Ma ci sono anche modi più comodi. L’unico problema è che NOI non abbiamo accesso.
Già dagli anni ’60 del XX secolo, sono stati utilizzati un gran numero di LIDAR per lo studio degli aerosol e delle nubi della troposfera.
Scrivono: Le interazioni tra aerosol e nubi giocano un ruolo cruciale nel modellare il clima e il ciclo idrologico della Terra. Osservare queste interazioni con elevata precisione e accuratezza è di estrema importanza per migliorare i modelli climatici e prevedere il clima della Terra. Negli ultimi decenni, le tecniche lidar sono emerse come potenti strumenti per studiare le interazioni tra aerosol e nubi.
Quindi, quali sono i primi resoconti di questo satellite di ricerca?
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EarthCare, primi risultati dalla sinergia dei suoi strumenti
Inserito da Valeria Guarnier
Studiare le nuvole e gli aerosol per comprendere il ruolo che svolgono nel riflettere e trattenere la luce solare, influenzando le temperature dell’atmosfera terrestre: è questo il compito assegnato a EarthCare, missione congiunta dell’Esa e della Jaxa, che ha raccolto nuovi dati di grande interesse per gli addetti ai lavori. Il satellite, quindi, sta contribuendo al monitoraggio del cambiamento climatico con i suoi 4 strumenti scientifici all’avanguardia; tra essi ricordiamo Atlid (Atmospheric Lidar), il cui trasmettitore laser è stato realizzato da Leonardo, grazie anche al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.
EarthCare, lanciato il 29 maggio scorso, ha già fornito con successo le prime immagini di nuvole a giugno e a luglio; nei giorni scorsi il satellite è tornato alla ribalta per la presentazione di nuovi risultati di rilievo presentati a Milano la scorsa settimana durante il 75° International Astronautical Congress (Iac), ospitato dall’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (Aidaa), con il supporto dell’Asi e di Leonardo.
I risultati in questione evidenziano come gli strumenti di EarthCare siano in grado di svolgere diverse misurazioni su nubi e aerosol contemporaneamente. Nello specifico, gli strumenti sono: Cpr, un radar per la profilazione delle nuvole, fornito da Jaxa, che raccoglie informazioni sulla loro struttura verticale e sulle dinamiche interne; il lidar sopra citato che rileva dati sugli aerosol, sulla parte superiore delle nubi e sulle nuvole sottili; Msi, un imager multispettrale che fornisce un’ampia panoramica in lunghezze d’onda multiple; infine, Bbr, un radiometro a banda larga che misura la radiazione solare riflessa e quella che proviene dalla Terra.
Tornando ai risultati, lo scorso 18 settembre EarthCare ha raccolto dati che offrono una panoramica su una porzione di atmosfera che va dall’Europa centrale alla Svezia, confermando il perfetto funzionamento dei suoi strumenti. In particolare, nelle varie immagini realizzate, sono stati evidenziati due eventi-chiave: un’intensa precipitazione temporalesca con grandine sul nord dell’Italia e della Corsica e sottili nubi di ghiaccio all’altezza della Svezia.
Il contesto generale è stato fornito dall’imager multispettrale, mentre il radar di profilazione delle nubi ha raccolto la maggior parte dei dati grazie alle particelle di ampie dimensioni che si formano all’interno delle nubi temporalesche. Da parte sua, il lidar ha individuato uno strato di circa 1-2 chilometri nella parte superiore delle nuvole, svelando dettagli importanti sul loro strato di ghiaccio. Il lavoro sinergico del radar e del lidar ha permesso di realizzare una caratterizzazione molto dettagliata delle nuvole.
Infine, EarttCare è stato in grado di verificare l’effetto di nubi e aerosol sulla temperatura dell’atmosfera. Il satellite ha riscontrato un effetto di forte raffreddamento al di sopra del temporale, a causa dell’intensa emissione di radiazioni termiche verso lo spazio; tuttavia, al di sotto dello strato più fresco, la densa coltre di nubi assorbe il calore emanato dalla Terra, creando una condizione di riscaldamento. È emerso un quadro interessante anche dall’analisi delle nubi di ghiaccio: trattandosi di strutture sottili, permettono alla luce solare di passare e di riscaldare la superficie terrestre, ma allo stesso tempo intrappolano la radiazione termica prodotta dal nostro pianeta, impedendone la dispersione nello spazio. Questo duplice comportamento contribuisce a un generale riscaldamento dell’atmosfera.
FONTE https://www.globalscience.it/53366/earthcare-primi-risultati-dalla-sinergia-dei-suoi-strumenti/
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