Nel 1949 George Orwell ricevette una lettera dal suo ex insegnante di francese, Aldous Huxley. Entrambi autori di due romanzi distopici, rispettivamente 1984 (edito nel 1948) e Il mondo nuovo (1932), Orwell e Huxley hanno proposto un’idea diversa del futuro, della conquista del potere da parte di un’oligarchia e del dominio delle masse. Nella lettera che segue Huxley, pur complimentandosi con il suo ex studente per le qualità e il successo di 1984, afferma senza mezzi termini di essere riuscito a descrivere meglio di Orwell come si sarebbe delineato il mondo del futuro.
Aldous Huxley a George Orwell
Wrightwood, California, 21 Ottobre 1949
Caro Signor Orwell,
è stato molto gentile a farmi avere una copia del libro per conto dei suoi editori. È arrivato mentre ero nel pieno di un lavoro che richiedeva molte letture e consultazioni di fonti; e dal momento che la mia scarsa vista mi obbliga a razionare le letture, ho dovuto aspettare molto tempo prima di poter essere in grado di imbarcarmi in 1984.
Essendo d’accordo con tutti i critici che ne hanno scritto, non ho bisogno di dirle, ancora una volta, quanto di buono e di profondamente importante ci sia in questo libro.
Posso, invece, parlare del tema che il libro affronta – l’Ultima Rivoluzione? I primi indizi di una filosofia dell’Ultima Rivoluzione – la rivoluzione che giace ben oltre la politica e l’economia, il cui scopo è la sovversione totale della psicologia individuale e della fisiologia – sono riscontrabili nel Marchese de Sade, che ritenne se stesso come il continuatore, il perfezionatore, di Robespierre e Babeuf. La filosofia della minoranza al potere in 1984 è un sadismo che è stato portato alla sua logica conclusione andando oltre il sesso e negandolo. Nutro dei dubbi sul fatto che nella realtà la politica dello “stivale sulla faccia” possa andare avanti indefinitamente. Sono convinto che l’oligarchia al governo troverà vie sempre meno ardue e dispendiose di governare e soddisfare la sua brama per il potere, e che queste vie assomiglieranno a quelle che ho descritto ne Il Mondo nuovo. Recentemente ho avuto l’occasione di dare uno sguardo alla storia del magnetismo animale e dell’ipnotismo, e sono stato seriamente colpito dal modo in cui, per centocinquanta anni, il mondo si sia rifiutato di prendere in seria considerazione le scoperte di Mesmer, Braid, Esdaile, e altri.
In parte a causa del predominante materialismo, in parte a causa della predominante rispettabilità, i filosofi del diciannovesimo secolo e gli uomini di scienza non erano inclini a investigare i bizzarri meandri della psicologia per darne riscontro agli uomini pratici, come i politici, i soldati e i poliziotti, permettendo loro di applicarli in campo governativo. Grazie alla volontaria ignoranza dei nostri padri, l’avvento dell’Ultima Rivoluzione è stato ritardato di cinque o sei generazioni. Un altro incidente fortunoso fu l’incapacità di Freud di ipnotizzare con successo e la sua conseguente critica dell’ipnotismo. Questo ritardò l’applicazione dell’ipnosi alla psichiatria per circa quarant’anni. Ma oggi la psicanalisi sta iniziando a essere combinata all’ipnosi; e lo stato di ipnosi è stato reso più facilmente raggiungibile con l’uso dei barbiturici, che inducono uno stato ipnoide e suggestionabile anche nei soggetti più recalcitranti.
Credo che entro la prossima generazione i padroni del mondo scopriranno che il condizionamento degli infanti e la narco-ipnosi sono più efficienti, come strumenti di governo, rispetto a club e prigioni, e che la loro brama di potere potrà essere completamente soddisfatta suggestionando le persone in modo che esse amino il proprio stato di servitù, invece di fustigarli e ridurli all’obbedienza. In altre parole, sento che l’incubo di 1984 sarà destinato a evolvere nell’incubo di un mondo che somigli a quello che ho immaginato ne Il Mondo nuovo. Il cambiamento sarà portato avanti come necessario per raggiungere una maggiore efficienza. Nel frattempo, ovviamente, ci potrà essere una guerra atomica e biologica su larga scala – nel qual caso avremo incubi di altra e scarsamente immaginabile natura.
La ringrazio ancora per il suo libro.
Cordiali saluti,
Aldous Huxley.
Ritorno al mondo nuovo
… Scritto a distanza di 27 anni da Il mondo nuovo, in Ritorno al mondo nuovo Huxley analizza, conscio dell’esperienza della seconda guerra mondiale e delle dittature totalitarie di Hitler e Stalin, la sua novella e la direzione presa dal mondo in questo trentennio cruciale. L’autore rapporta quindi gli ultimi avvenimenti in materia di manipolazione, controllo, irrazionalità all’avvento di quel mondo nuovo profetizzato nel 1931. E riscontra notevoli combinazioni tra ciò che accade negli anni ’50 e la strada da percorrere per arrivare allo scenario della sua favola.
Fin dalla prefazione Huxley si rivela stupito dei passi da gigante fatti dalla scienza della manipolazione e dal controllo totalitario delle masse in un trentennio. Il percorso immaginato per arrivare al mondo nuovo richiedeva secondo lui molto più tempo di quello che effettivamente ne rimaneva alla fine degli anni ’50. Aveva immaginato che, tra la sua epoca e quella del mondo nuovo (settimo secolo dopo Ford) ci fosse stata un epoca di mezzo in cui quella popolazione avrebbe preso il meglio di un mondo e di un altro. Ma constata che questa transizione non tarderà a venire e che sarà più breve del profetizzato.
Se l’epoca delle dittature totalitarie e spietate degli anni trenta e quaranta e’ finita, il mondo, fatta esperienza dei metodi sviluppati entro questi sistemi, sta procedendo a tappe forzate verso un controllo sempre più efficace e fine delle masse abbandonando i metodi coercitivi del passato e mettendo a repentaglio la libertà individuale dell’uomo.
I metodi usati da questo nuovo e sempre più efficiente sistema totalitario sono svariati e su tutti spicca il controllo del Grande governo e della Grande impresa (quelle che H. definisce come le grandi forze impersonali) sulle masse avvalendosi della suggestione e della manipolazione generalizzata.
Con lucidezza passa in rassegna i metodi usati da questo nuovo sistema totalitario ancora in gestazione negli anni cinquanta passando dal problema della sovrappopolazione, a quello del supergoverno, da quello della manipolazione delle menti e della coscienza individuale, a quello dei sistemi di collettivizzazione dei pensieri e della perdita di centralità dell’individuo a favore delle organizzazioni collettive e della loro azione omologante. Passando in rassegna i metodi della manipolazione mentale e dei mezzi per perseguirla Huxley individua con chiarezza i mali ed i vizi che la società odierna ha ormai interiorizzato: la televisione, i mass media, la pubblicità, i messaggi subliminali, sono tutti elementi che si svilupparono allora e che Huxley aveva individuato come i grandi problemi a cui la coscienza individuale sarebbe andata incontro in futuro.
Con altrettanta lucidità intellettuale mette in luce il problema della concentrazione del potere politico ed economico nel Grande governo e nella Grande impresa e la minaccia che ciò comporta per la democrazia in una società sempre più controllata da poteri forti ed oligarchici e sempre più segmentata in vari attori collettivi che mettono da parte la coscienza individuale. L’efficacia di questi nuovi metodi di controllo non ha eguali nella storia e data la loro sottile e non violenta coercizione hanno sempre meno nemici consapevoli da affrontare. Queste forze impersonali che hanno iniziato a controllare il mondo negli anni cinquanta si sono sempre più impossessate del nostro odierno modo di agire e pensare. Date pane e divertimento all’uomo e sarà controllato diceva Huxley. Sara’ piu’ mansueto e manipolabile ed egli non perseguirà più la ricerca della libertà ma si piegherà al volere del padrone generoso. Questo Grande governo e grande impresa lo hanno capito ed interiorizzato da tempo.
Vivendo in un periodo di contrapposizione tra due modelli economici sociali (Usa capitalista e URSS comunista) Huxley si chiedeva quali dei due sistemi fosse il più efficace e quindi risultasse in futuro il vincitore della competizione: quello sovietico di controllo tramite coercizione violenta e propaganda selvaggia utopico e caratterizzato dal castigo sul modello di 1984 di Orwell, o quello americano che controlla tramite benessere diffuso, manipolazione sottile e distrazione televisiva? Noi sappiamo com’è finita la competizione e chi ne fu il vincitore, e credo che Huxley stesso lo avesse già immaginato a suo tempo.
FONTE https://vagamentevago.wordpress.com/2013/06/27/ritorno-al-mondo-nuovo-a-huxley/
RITORNO AL MONDO NUOVO – CITAZIONI
Per adesso qualche libertà resta ancora nel mondo. Molti giovani, è vero, sembrano non darle valore. Ma alcuni di noi credono che senza libertà le creature umane non saranno mai pienamente umane e che pertanto la libertà è un valore supremo. Può darsi che le forze opposte alla libertà siano troppo possenti e che non si potrà resistere a lungo. Ma è pur sempre nostro dovere fare il possibile per resistere.
Negli Stati Uniti, e l’America è l’immagine profetica di quel che sarà fra pochi anni il resto del mondo urbano-industriale, recenti indagini sull’opinione pubblica hanno dimostrato che la maggioranza die giovani sotto i venti anni, cioè gli elettori di domani, non hanno alcuna fiducia negli istituti democratici, non hanno nulla da obiettare alla censura delle opinioni eterodosse, non credono che sia possibile il governo del popolo, e accetterebbero tranquillamente, purché la loro vita continui secondo il modello a cui sono abituati, un governo dall’alto, d’una oligarchia di esperti di vario genere. Ci rattrista, ma non ci sorprende, il fatto che tanti giovani e ben nutriti spettatori della televisione, nella più potente democrazia del mondo, siano in modo così totale indifferenti all’idea dell’autogoverno e così piattamente disinteressati alla libertà di pensiero e al diritto di opposizione.
Sovrappopolazione e superorganizzazione hanno prodotto la metropoli moderna, nella quale è diventata pressoché impossibile una vita umana piena, fatta di rapporti personali molteplici. Perciò, chi non vuole l’immiserimento spirituale degli individui e delle società, lasci la metropoli e dia nuova vita alla piccola comunità provinciale; ovvero umanizzi la metropoli creando l’equivalente urbano delle piccole comunità provinciali, dove gli individui si incontrino e cooperino in quanto uomini completi e non in quanto mere incarnazioni di una funzione specializzata.
Sotto la spinta continua della sovrappopolazione e della superorganizzazione, crescendo l’efficacia dei mezzi per la manipolazione dei cervelli, le democrazie muteranno natura; le antiche, ormai strane, forme rimarranno: elezioni, parlamenti, Corti Supreme eccetera. Ma la sostanza, dietro di esse, sarà un nuovo tipo di totalitarismo non violento. Tutti i nomi tradizionali, tutti i vecchi slogan resteranno, esattamente com’erano ai bei tempi andati. Radio e giornali continueranno a parlare di democrazia e di libertà, ma quelle due parole non avranno più senso. Intanto l’oligarchia al potere, con la sua addestratissima élite di soldati,poliziotti, fabbricanti del pensiero e manipolatori del cervello, manderà avanti lo spettacolo a suo piacere.
Nella loro propaganda antirazionale i nemici della libertà inquinano sistematicamente le fonti del linguaggio per forzare le loro vittime a pensare, a sentire, ad agire nel modo in cui vogliono farli pensare, sentire, agire essi, i manipolatori dei cervelli.
L’educazione alla libertà (e all’amore e all’intelligenza che sono al tempo stesso condizioni e conseguenze della libertà) deve essere, fra l’altro, educazione al retto uso del linguaggio.
Nelle due o tre generazioni scorse i filosofi hanno dedicato tempo e riflessione all’analisi dei simboli e al significato dei significati. …
E invece ai bambini di nessuna parte del mondo si insegna in modo sistematico a distinguere fra affermazioni vere e false, significanti e insignificanti. Perché?
Nel “Mondo nuovo” ci si garantiva l’ottimo comportamento sociale ricorrendo a un duplice processo, di manipolazione genetica e di condizionamento postnatale. I feti venivano coltivati in bottiglia e ci si garantiva massima uniformità umana usando ovuli estratti da un numero limitato di madri, e trattando ciascuno di essi in modo da
farlo scindere più volte, riproducendo gemelli identici a gruppi di cento e più. E la standardizzazione degli uomini addetti alle macchine si perfezionava, dopo la nascita, grazie al condizionamento infantile, all’ipnopedia e all’euforia indotta chimicamente, surrogato della soddisfazione che dà il sentirsi liberi e creativi. Nel mondo in cui viviamo, come si è detto nei capitoli precedenti, grandi forze impersonali inducono alla centralizzazione del potere e all’irreggimentazione della società. La standardizzazione genetica degli individui è ancora impossibile; ma il Gran Governo e la Grande Impresa già possiedono o possiederanno assai presto, tutte le tecniche manipolatorie descritte nel “Mondo nuovo” e altre ancora che io non ebbi la fantasia di sognare.
Siccome non sanno imporre agli embrioni uniformità genetica, i governanti di domani, in un mondo sovrappopolato e superorganizzato, cercheranno di imporre agli adulti e ai bambini l’uniformità sociale e culturale. A tal fine essi (se nessuno glielo impedirà) ricorreranno a tutte le tecniche manipolatorie di cui dispongono, e non esiteranno a ribadire questi metodi di persuasione irrazionale con la coercizione economica e le minacce di violenza fisica. Se vogliamo evitare una tirannia di questo tipo, dobbiamo senza indugio cominciare a educare noi stessi e i nostri figli alla libertà e all’autogoverno.
FONTE DALLA PAGINA 147 http://www.pensierocritico.eu/files/Aldous-Huxley-Il-mondo-nuovo-Ritorno-al-mondo-nuovo.pdf
Aldous Huxley si fonda sull’aspettativa di una serie di riforme che riguardano l’uomo e non le sue istituzioni politiche. Egli pensa, infatti, che senza un cambiamento spirituale dell’uomo qualsiasi tipo di modifica del suo ambiente sia inutile e non arrechi progressi reali. VEDI QUI
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