Registrazioni sismografiche del 26 aprile 1986 e testimonianze dei tecnici della centrale hanno dimostrato che la terra tremava pochi secondi prima dell’incidente. E qual era il ruolo di Chernobyl 2, impianto a distanza di pochi chilometri? 30 anni dopo, ancora silenzio.
Traduzione NoGeoingegneria
Aldilà della versione ufficiale che ipotizza l’errore umano, l’incidente al reattore nucleare ucraino di Chernobyl, che ha avuto luogo nel 1986, potrebbe essere stato innescato, come in Giappone, da un terremoto.
Secondo il governo sovietico la centrale nucleare fu costruita in una “posizione geologica favorevole”, mentre in realtà fu costruita sulle due linee di una faglia tettonica, il sud della rottura “Pripyat” e le righe “Teterow”.
Nella rottura passa, come accade di frequente, l’affluente del fiume Dnieper, il Pripyat, lungo 775 km, la cui acqua è stata usata per raffreddare le barre di combustibile.
Secondo i risultati di sismologi e lavoratori della centrale elettrica si è verificato un terremoto immediatamente prima dell’esplosione del blocco 4 del reattore nucleare. A soli 20 secondi prima dell’incidente fu registrato, a una profondità di circa 400 metri direttamente o nelle immediate vicinanze, un terremoto di 2,5 di intensità sulla scala Richter.
L’effetto del suo tremore potrebbe essere stato abbastanza forte da interferire con la tecnologia del blocco del reattore. Gli esperti parlano di una forza immediata di 7-8 in Richter che dovrebbe aver agito sul blocco per mezzo minuto. Secondo i testimoni, il personale ha sentito inizialmente un colpo secco, seguito da crolli di soffitti e pannelli.
Alle ore 1:23 un dipendente avrebbe dovuto premere l’interruttore di emergenza, ma a quanto pare non era più possibile spegnere il reattore in tempo. La distruzione delle tubature di raffreddamento causò una perdita improvvisa del refrigerante. A partire dalla eccessiva pressione di vapore e gas di grafite il reattore esplose.
Il KBG ha voluto coprire le cause?
In passato tutti i documenti erano finalmente venuti alla luce, in seguito il KGB minacciò severe sanzioni cercando di fermare la verità sul disastro del reattore. I lavoratori di turno la notte dell’incidente dentro il reattore sono stati trattati come criminali e condannati a lunghe pene detentive, le autorità hanno dato solo a loro la colpa per il disastro.
Alla conferenza internazionale sull’incidente di Chernobyl del mese di agosto 1986 a Vienna, lo scienziato e capo della delegazione sovietica, Valerij Alekseevič Legasov presentò la tesi ufficiale di un errore umano durante un esperimento, ma nei giorni subito dopo il disastro, deplorò il tentativo di cover-up. Diciotto mesi più tardi, in occasione dell’anniversario del disastro, Valerij Alekseevič Legasov si è tolto la vita a Mosca. La sua frase “non ho mentito, ma non ho detto tutta la verità” resta da ricordare.
Nel 1996 una Commissione russo-ucraina è giunta alla conclusione che l’esplosione del reattore è stata preceduta da un terremoto.
Ma non è stata data risposta ad altre evidenze scientifiche riguardo la pericolosità sismica delle centrali nucleari. Tutti i reattori in Unione Sovietica sono stati distribuiti in tutto il paese con motivazioni militari, ma le condizioni geologiche sono in gran parte ignorate (ndt: cosa che ovviamente vale anche per il resto del mondo). FONTE
Il FILM
IL COMPLOTTO DI CHERNOBYL – IL WOODPECKER RUSSO
fa conoscere al grande pubblico l’impianto Chernobyl 2 o Duga-3 , nei pressi della centrale nucleare. La Chernobyl 2 conosciuta anche come Duga-3 è un’ex-installazione militare sovietica relativamente vicina al reattore nucleare, consistente in una gigantesca antenna appartenuta al sistema anti-missilistico dell’ex-URSS. La segretezza che circondava questa installazione ha fatto nascere il sospetto che sia stata essa la causa del disastro. La base è oggi abbandonata. Si sta considerando di smantellare le enormi strutture di ferro arrugginito considerate un pericolo poiché si teme che il loro crollo causerebbe un microterremoto pericoloso per la sicurezza degli stoccaggi di materiale radioattivo. Predecessori di Duga 3 erano Duga 1 e Duga 2. Vedete Duga 2 nell’ Estremo Oriente russo a Komsomolsk-na-Amure QUI
Il FILM RACCONTA UN’ALTRA VERITA’
Se vi capita di sentire il tac tac tac tac tac di un picchio russo, sappiate che più che nei pressi di un bosco siete vicini ad una guerra atomica. E’ la strana, pazzesca, avvincente, terrorizzante storia di “The Russian Woodpecker” (“Il picchio russo”), documentario a firma del regista teatrale americano-portoghese Ched Gracia, vincitore – dopo il Sundance – del Life Tales Award al Biografilm Festival di Bologna. E’ la storia di un uomo, Fedor Alexandrovich, di un paese, l’Ucraina, di un pianeta, il nostro. E del rischio costante che il nostro pianeta salti in aria da un momento all’altro, a causa di una guerra, fredda o calda che sia.
Fedor oggi è un artista, un pittore-performer-scenografo ucraino. Quando il quarto reattore della stazione atomica di Chernobyl saltò in aria il 26 aprile 1986, lui aveva quattro anni e viveva a Kiev. …
Quasi trenta anni dopo, Fedor torna sul luogo della tragedia, sua e collettiva. Vuole investigare e capire cosa successe quella notte a Chernobyl; nessuno sino a qui lo ha spiegato, nessun colpevole certo, nessuno che abbia pagato. Coinvolge il suo amico americano Ched Gracia, conosciuto in teatro a Kiev e l’amico operatore Artem Ryzhykov e li convince a tornare a Chernobyl, zona tuttora contaminata. Gli hanno detto che lì è ancora visibile quella che fu – Fedor ne è assolutamente convinto – la vera causa dell’”incidente” nucleare. Con il passo dell’artista al limite della follia, Fedor ci porta alla scoperta della Duga, un’antenna gigantesca, figlia della Guerra fredda, pensata negli anni Sessanta e costruita nella metà dei Settanta, che emetteva un suono costante e martellante in bassa frequenza conosciuto come “il picchio russo”. Tac, tac, tac, tac…Il suo obiettivo era disturbare tutte le telecomunicazioni del mondo occidentale, captare con largo anticipo gli eventuali movimenti missilistici americani e, qualcuno ipotizza, anche controllare con la sua frequenza le menti dei cittadini sovietici.
Favola o realtà, la Duga è lì, davanti ai nostri occhi, a pochi passi della centrale nucleare. Decine di interviste a scienziati ed ex addetti ai lavori di epoca sovietica ci dicono si trattava di uno dei più nascosti segreti della cold war Usa-Urss….. FONTE
Bearden attribuisce all’uso di armi scalari l’incidente di Chernobyl
Lt. Col Thomas E. Bearden (retd) ritiene che il disastro di Chernobyl sia stato quasi certamente causato dal trasmettitore TR Woodpecker (Duga-3) a pochi chilometri di distanza. Egli sostiene che la versione ufficiale del crollo sia stata fabbricata dai sovietici dopo il fatto. VEDI QUI
Riscaldatori della ionosfera: HAARP e Woodpecker
Uno dei prodotti delle ricerche di Tesla, la tecnologia del riscaldatore ionosferico, fu il cosiddetto Picchio (“Woodpecker”) russo, che probabilmente è in grado di scatenare terremoti. Negli anni 1970, in una inusuale collaborazione fra americani e sovietici durante la Guerra Fredda, gli Stati Uniti diedero ai sovietici un gigantesco magnete, che di fatto divenne una parte del loro Progetto Woodpecker. Nel 1974, nell’ambito degli Accordi di Vladivostock, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica presero la decisione congiunta di sciogliere la calotta polare artica.i1 Non si tratta di un accordo bilaterale registrato dell’ONU, perciò non divenne mai accessibile a coloro i quali – più tardi – furono messi in allarme dal rapido scioglimento dei ghiacci e delle nevi polari, e dalla situazione degli orsi polari che ne è risultata. Per il pubblico, lo scioglimento della calotta polare artica è diventato un segnale forte e inquietante del cambiamento climatico, talmente forte che negli Stati Uniti ai media è stato richiesto di non parlare mai di orsi polari! A causa del segreto militare la gente è stata indotta a pensare che il controllo industriale delle emissioni di CO2 riporterebbe tutto a posto nell’Artico!
Il sovietico Woodpecker (simile a quello che in seguito negli USA fu HAARP) era uno strumento di Tesla situato in Ucraina, in quella che in seguito, nel 1986, divenne la zona non accessibile del disastro del reattore nucleare di Chernobyl (che forniva energia per il Woodpecker). Secondo Tom Bearden, un semplice guasto per il Woodpecker (oppure per HAARP) potrebbe essere una catastrofe per la sua fonte di energia, cioè in questo caso per il reattore di Chernobyl. Inviando un’onda scalare invertita sull’onda Woodpecker osservata negli Stati Uniti, il Woodpecker fu messo fuori uso, il che a sua volta fece guastare il reattore di Chernobyl, che gli forniva energia.ii2……
Il Woodpecker originale fu abbandonato nel 1989 e si può ancora vederlo, come una mastodontica schiera di torri di trasmissione a poca distanza dal reattore nucleare rovinato…
Dal libro Pianeta Terra Arma di Guerra di Dr. Rosalie Bertell (testo inedito) ARTICOLO INTEGRALE
ALTRI DATI E MATERIALI
FILM TV2 / NDR / Arte (1997-1998): La vera ragione di Tschernobyl?
(Scritto e Diretto da Bente Milton, versione inglese: Falk Wienecke, NDR / arte-co)
prima tedesca: arte, 21.09.1998
Secondo questo film, il reattore di Cernobyl esplose dopo strani fenomeni luminosi bluastri osservati nella sala del reattore. Ore 01:21 Il capo nel centro di commando della Centrale vede entrare uno spiraglio di luce bluastra. 1:23 35 secondi di terremoto – il Blocco 4 trema. Cadono pannelli dal contro-soffitto – ancora una volta la luce. Il reattore esplode. La principale scossa era di circa 22 a 23 secondi prima della prima esplosione del reattore. Non era un terremoto particolarmente forte, ma Stranamente l’ epicentro era accanto all’edificio del reattore. IL DOCUMENTARIO TEDESCO
TV Nazionale tedesca : Stand Tschernobyl auch im Erdbebengebiet? http://www.swr.de/report/stand-tschernobyl-auch-im-erdbebengebiet/-/id=13839326/did=7799242/nid=13839326/dxtfsp/index.html
PDF Analysis of the Version “Earthquake is the Cause of the Chernobyl Accident” N. V. Karpan, Eengineer-physisist, Kyiv, Ukraine http://www.rri.kyoto-u.ac.jp/NSRG/reports/kr139/pdf/karpan.pdf
Dove NON mettere un impianto nucleare by Ugo Bardi
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