La domanda si fa Lorenzo M. Polvani e risponde:  
E' lo strato di ozono (ODS) ad avere un ruolo cruciale non solo sulle tendenze della temperatura stratosferica, ma anche sull'intera circolazione su larga scala della stratosfera. 
2018 Harvard Climate Seminar  https://eps.harvard.edu/event/harvard-climate-seminar-7

Sulla pagina dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale leggiamo:  L’ozono stratosferico è una delle tematiche fondamentali e prioritarie dell’ambiente globale, sia per i problemi che riguardano il clima e i cambiamenti climatici, sia per quanto riguarda la protezione sanitaria della popolazione. Vedi QUI   

Come mai non se ne parla? 

 

 

Proponiamo un articolo davvero molto interessante del 2011

E’ il buco dell’Ozono il responsabile dei cambiamenti climatici dell’Emisfero Australe?

(ndr:  Il buco dellozono consiste nell’assottigliamento della quantità dello strato di ozono presente nella stratosfera)

Lavori eseguiti in precedenza dimostravano che il buco dell’ozono aveva delle influenze sul flusso atmosferico alle alte latitudini, mentre la nuova ricerca dimostra che il buco dell’ozono è in grado di influenzare la circolazione tropicale e di accrescere le precipitazioni alle basse latitudini dell’emisfero meridionale.  

E’ la prima volta che il buco dell’ozono è stato collegato ai cambiamenti climatici dal Polo all’equatore. “Il buco dell’ozono non è nemmeno menzionato nell’ultimo rapporto IPCC”, osserva Lorenzo M. Polvani, professore di Matematica Applicata e di Scienze della Terra e Ambientali, Senior Research Scientist presso il Lamont-Doherty Earth Observatory, e co-autore della ricerca. “Con questo studio siamo in grado di dimostrare che il fenomeno ha impatti di grandi dimensioni e di ampia portata. Il buco dell’ozono gioca un ruolo fondamentale nel sistema climatico globale!”

“E’ davvero stupefacente che il buco dell’ozono, che si trova così in alto nell’atmosfera sopra l’Antartide, può avere un impatto fino ai tropici e influenzare le precipitazioni sin su quelle zone – proprio come un effetto domino”, ha detto Sarah Kang, Postdoctoral Research Scientist presso il Dipartimento di Ingegneria della Columbia School e autrice dello studio. Il buco dell’ozono è ormai ampiamente ritenuto essere l’agente dominante dei cambiamenti della circolazione atmosferica avvenuti negli ultimi 25 nell’Emisfero Australe. Significa, secondo Polvani e Kang, che gli accordi internazionali sui cambiamenti climatici non possono limitarsi al solo monitoraggio del carbonio. “L’ozono è fondamentale perché potrebbe essere un vero e proprio fattore determinante “, ha aggiunto Polvani.

Situato nella stratosfera della Terra, appena al di sopra della troposfera (che inizia sulla superficie terrestre), lo strato di ozono assorbe la maggior parte dei raggi solari ultravioletti dannosi. Nel corso dell’ultimo mezzo secolo, l’uso diffuso di composti contenenti clorofluorocarburi (CFC), ha notevolmente e rapidamente modificato lo strato di ozono, fino al punto da causare un buco sopra l’Antartide a metà degli anni 1980. Grazie al protocollo di Montreal del 1989, ora ratificato da 196 paesi, la produzione mondiale di CFC è stata gradualmente eliminata. Il risultato, secondo gli scienziati, è evidente e negli ultimi dieci anni è iniziata l’inversione di tendenza. Tanto che, se tutto dovesse procedere nel verso giusto, entro metà del secolo dovrebbe richiudersi.

Ma Polvani aggiunge: “Mentre il buco dell’ozono è considerato un problema risolto, non altrettanto si piò asserire circa i cambiamenti climatici che ha causato”. Così, anche se i CFC non vengono più immessi nell’atmosfera, e lo strato di ozono si riprenderà nei prossimi decenni, la chiusura del buco dell’ozono avrà un impatto considerevole sul clima. Ciò dimostra che attraverso i trattati internazionali come il Protocollo di Montreal, definito come l’accordo di maggior successo internazionale fino ad oggi, gli uomini sono in grado di apportare modifiche al sistema climatico. 

Insieme ai colleghi del Centro canadese per la modellizzazione e analisi del Clima, Kang e Polvani hanno usato due diversi modelli climatici per mostrare l’effetto del buco dell’ozono. In primo luogo hanno riprodotto i cambiamenti atmosferici creando un buco nell’ozono. Hanno poi confrontato questi cambiamenti con quelli che sono stati registrati realmente negli ultimi decenni: lo stretto accordo tra i modelli e le osservazioni mostrano che l’ozono è stato verosimilmente il responsabile dei cambiamenti osservati nell’emisfero australe.

Il risultato ottenuto è da ritenersi una grandissima novità in materia e tutto ciò è stato reso possibile dalla collaborazione internazionale tra gli scienziati della Columbia University e i colleghi canadesi. Ottenere risultanti affidabili sulle precipitazioni è notoriamente difficile servendosi esclusivamente dei modelli climatici e un unico modello di solito non è sufficiente a stabilire risultati credibili. Unendo gli sforzi e confrontando i risultati di due modelli indipendenti, gli scienziati hanno ottenuto risultati concreti.
Kang e Polvani proseguiranno la loro ricerca studiando gli eventi estremi associati a gravi inondazioni, frane, ecc. “Abbiamo tanta voglia di capire,” conclude Kang, “se e come la chiusura del buco dell’ozono influirà su questi episodi”.

Pubblicato da Ivan Gaddari

FONTE https://www.meteogiornale.it/notizia/20357-1-buco-ozono-responsabile-dei-cambiamenti-climatici-su-emisfero-australe

PDF Stratospheric Ozone Depletion: The Main Driver of Twentieth-Century Atmospheric Circulation Changes in the Southern Hemisphere

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  • Book coverFrom the book

Stratospheric Ozone Depletion and Climate Change

Chapter 10

Impact of Geo-engineering on Stratospheric Ozone and Climate

Simone Tilmes and Rolando R. Garcia

The distribution of stratospheric ozone in the early 21st century is strongly influenced by large-scale anthropogenic emissions of chlorofluorocarbons that occurred in the last half of the 20th century. Further, continuously increasing greenhouse gases have a significant impact on the composition of the atmosphere and the ozone layer, as discussed in earlier chapters. For the future, there might be another important factor influencing ozone and climate, the potential deployment of “geo-engineering” or “climate engineering” schemes, understood as “the deliberate large-scale manipulation of the planetary environment to counteract anthropogenic climate change”. This chapter introduces some basic concepts of geo-engineering, and further focuses on the impact of one of the most discussed geo-engineering schemes, the injection of particles into the stratosphere to counteract global warming by increasing the Earth’s albedo. This approach is analogous to large-scale volcanic eruptions, which have been shown to produce transient cooling of the Earth’s surface. To date, only limited studies, based on more or less simplified models, have been performed to quantify the effectiveness and also the side-effects and uncertainties of this type of geo-engineering, including its significant impact on the ozone layer. http://pubs.rsc.org/en/Content/eBook/978-1-84973-002-0

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