Riportiamo integralmente questo articolo, originariamente pubblicato su PuntoZero n.4, per la sua importanza ed attualità.
DI DOMENICO MASTRANGELO
Il grido d’allarme!
8 Luglio 2016: documento FNOMCeO sui vaccini:
“Solo in casi specifici, quali ad esempio alcuni stati di deficit immunitario, il medico può sconsigliare un intervento vaccinale. Il consiglio di non vaccinarsi nelle restanti condizioni, in particolare se fornito al pubblico con qualsiasi mezzo, costituisce infrazione deontologica.” (1)
13 Ottobre 2016, Matteo Renzi:
“Negli asili nido deve esserci chiarezza, basta con alchimisti e stregoni, i nostri asili devono avere i bambini vaccinati.” (2)
24 Ottobre 2016, Sergio Mattarella:
“Occorre contrastare con decisione gravi involuzioni, come accade, per esempio, quando vengono messe in discussione, sulla base di sconsiderate affermazioni prive di fondamento, vaccinazioni essenziali per estirpare malattie pericolose e per evitare il ritorno di altre, debellate negli anni passati.” (3) Ma già da tempo, anche i “media” avevano provveduto a lanciare disperate grida di allarme.
8 Ottobre 2015; La Repubblica:
“L’aumento del numero delle famiglie che non somministra ai propri figli neppure quelli (i vaccini, N.d.R.) obbligatori, ha generato l’allarme dell’Istituto Superiore di Sanità. Perché calano le percentuali di bimbi immunizzati e si rivedono casi di morte evitabili, per malattie come il morbillo e la pertosse.” (4)
Fatti, statistiche e Buon Senso
Si attribuisce al famoso scrittore statunitense Mark Twain, la frase: “Preoccupati prima dei fatti e poi distorcili come meglio credi!” Ma cosa sono “i fatti”? Il Sabatini Coletti afferma che “fatto” è “ciò che è concreto, verificato, in contrapposizione a ciò che è generico o frutto di sole parole”. (5) Questa definizione sembra più che sufficiente per delineare e delimitare il campo entro il quale intende muoversi questo breve resoconto sui vaccini, in un momento nel quale il grido di allarme lanciato dalle istituzioni e dalle più alte cariche dello Stato ha creato e sta creando panico e confusione.
Così, se, come afferma il giornalista di Repubblica, le morti per morbillo e pertosse cominciano a farsi rivedere a causa del calo delle vaccinazioni, è auspicabile che il nesso tra calo delle vaccinazioni e le morti per morbillo e pertosse, sia un “fatto” facile da accertare e dimostrare; e lo è! Basta visitare il sito dell’ISTAT, alla pagina che riguarda la mortalità infantile, per vedere come l’affermazione del giornalista di Repubblica sia assolutamente priva di qualsiasi fondamento! In buona sostanza, i “fatti” riguardanti la mortalità infantile per morbillo e pertosse, secondo il più accreditato istituto nazionale di statistica, dicono che:
a. In Italia, dal 1887 al 2011, il tasso di mortalità sotto i 5 anni diminuisce progressivamente (“diminuisce progressivamente” significa che diminuisce a partire dal 1887, quando dei vaccini non c’era neanche l’ombra!);
b. Nel 1895 la mortalità sotto i 5 anni in Italia è pari a 326 per mille nati vivi ed è dovuta nel 65% dei casi (212, in tutto) a malattie infettive (tutte le malattie infettive; non solo il morbillo e la pertosse!);
c. Nel gruppo residuale delle altre malattie infettive e respiratorie (14% della mortalità) si annoverano il morbillo (responsabile di circa il 3% dei decessi), la meningite (3%), la pertosse (2%), e la malaria (2%);
d. Negli anni successivi, fino al 1931, il tasso di mortalità si dimezza passando a 170 per 1.000 nati vivi. Tuttavia la distribuzione percentuale delle cause non si trasforma in modo importante. Alcune malattie infettive, infatti, come vaiolo e difterite, arrivano quasi a scomparire, nel periodo in esame, altre (scarlattina, pertosse, morbillo e malaria) diminuiscono in maniera consistente (ma, del vaccino, a questa data, non vi è ancora traccia!).
Pertanto questa rapida serie di dati, ci dice non solo che Morbillo e Pertosse non sono mai stati un vero problema epidemiologico, per il nostro Paese (e dunque, perché allarmare la gente?), ma che essi erano “naturalmente” diminuiti, fin quasi a scomparire, già nel lontano 1931, ovvero diversi decenni prima che le vaccinazioni specifiche fossero introdotte. (7), (8)
D’altra parte, il più qualificato documento della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, che preannuncia sanzioni disciplinari ai medici che sconsigliano le vaccinazioni, oltre a porsi in contrapposizione con il dettato dell’art. 4 del Codice Deontologico Professionale (“L’esercizio della Medicina è fondato sulla libertà e sull’indipendenza della professione”) (9), cita, a sostegno dell’utilità dei vaccini, opere di autorevoli e stimati scienziati (10) che, tuttavia, hanno lavorato e costruito la propria carriera sui vaccini. Non ci vuole un lettore particolarmente smaliziato, per capire che chiedere un parere sulla bontà dei vaccini a chi i vaccini li fabbrica o li studia, è un po’ come chiedere al macellaio un parere sulla bontà delle carni rosse per la salute dell’individuo: che risposta ti puoi aspettare, se non che le carni rosse sono buone e fanno bene? …ma si può veramente dire altrettanto per i vaccini?
I vaccini sono farmaci e, come i farmaci, possono creare gravi problemi
Che si appartenga al fronte dei supporter o dei denigratori dei vaccini, nessuno può giustificatamente, ragionevolmente, “scientificamente” e in buona fede, negare che i vaccini siano “farmaci” (il più delle volte iniettabili!) e, come tali, presentino tutti i vantaggi, gli svantaggi e i rischi dei farmaci; ma, al contrario dei farmaci, non seguono il lungo, impegnativo e dispendioso iter di sviluppo per la verifica della loro efficacia e della loro sicurezza e, soprattutto, la loro somministrazione è sovente obbligatoria, fatto, quest’ultimo, che dovrebbe indurre tutti ad usare maggior cautela nel propagandarne e incentivarne l’impiego!
D’altra parte, se i vaccini fossero sicuri e la loro somministrazione non comportasse rischi:
• Perché mai l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedicherebbe, proprio alla sicurezza dei vaccini, un libro di oltre 200 pagine, intitolato “I basilari della sicurezza dei vaccini”? (WHO: Vaccine safety basics. 2013) (11)
• Perché gli Stati Uniti d’America si sarebbero dotati del cosiddetto “VAERS”, ossia il “Vaccine Adverse Event Reporting System”, che è un sistema di registrazione degli eventi nocivi dei vaccini, nell’ambito di un programma nazionale di sorveglianza sulla sicurezza dei vaccini?
• Perché il VAERS (12) si occupa della sorveglianza sulla sicurezza “post-marketing” (ossia, la sorveglianza che si effettua dopo che il vaccino è stato immesso in commercio) ed è co-sponsorizzato, nientemeno che dai Centers for Disease Control (CDC) e dalla Food & Drug Administration (FDA)? E a proposito: abbiamo niente di simile, in Italia?
• E perché mai esisterebbe il National Vaccine Injury Compensation Program (NVICP), ovvero il programma federale che prevede risarcimenti per tutti coloro che hanno subìto danni da vaccini,13 e l’obbligo da parte di chi somministra vaccini, nel caso delle vaccinazioni pediatriche, di informare accuratamente i genitori, riguardo al rapporto rischi/benefici delle vaccinazioni?
• Come mai se su “PubMed” (motore di ricerca della US National Library of Medicine, facilmente accessibile a chiunque sia dotato di connessione internet!) digitiamo “vaccine toxicity” (14) (tossicità dei vaccini), “Vaccine adverse effects” (15) (effetti nocivi dei vaccini) o “vaccine side effects” (16) (effetti collaterali dei vaccini), otteniamo, rispettivamente, oltre 5.000, oltre 30.000 e oltre 33.000 articoli scientifici (in costante e progressivo aumento!)? …cosa avranno mai scritto, tanti scienziati, in tante pubblicazioni, sulla tossicità dei vaccini, se i vaccini sono innocui, fanno solo bene e si possono (anzi, si devono!) assumere a cuor leggero?
Questa antica stampa mostra come le controversie sulle vaccinazioni abbiano radici molto lontane nel tempo.
I vaccini sono un business!
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il mercato dei vaccini ammontava all’incirca a 5 miliardi di dollari americani nel 2000 e, passato a 24 miliardi (sempre di dollari americani) nel 2013, si prevede possa (debba!) arrivare a 100 miliardi nel 2025!1 Gli interessi economici di chi specula sulla salute non vanno certo condannati “tout court”, come non va condannato a prescindere chi è riuscito ad arricchirsi con questo business; ma qui non stiamo parlando di pochi spiccioli e, a meno che non ci si voglia illudere che dietro la produzione dei vaccini ci siano organizzazioni filantropiche o pii istituti, il cui interesse primario è la salute della gente, qualche domanda bisogna pure porsela; ad esempio:
• Come si raggiunge, il traguardo dei 100 miliardi di dollari, se non incentivando le pratiche di vaccinazione di massa, a tutti i livelli (sociale, sanitario, politico, amministrativo, ecc.), magari (perché no?) proponendo vaccinazioni “fantasiose” e di dubbia utilità?
• Incentivare le vaccinazioni è un traguardo di mercato dell’industria (che deve arrivare a 100 miliardi di dollari nel 2025!) o uno specifico obiettivo delle politiche di salute pubblica?
• C’è una vera corrispondenza tra gli interessi di chi tutela la salute pubblica e quelli di chi produce farmaci e vaccini?
La risposta all’ultima di queste domande risponde, evidentemente, anche alle altre due e una risposta chiara, dettagliata, non ambigua e definitiva, proprio a quest’ultimo quesito, la si può facilmente reperire in un documento ufficiale del Parlamento Britannico, che risale al 2004, il cui titolo è tutto un programma: “L’influenza dell’industria farmaceutica”. Il documento è reperibile in rete18 e pertanto è facilmente consultabile da chiunque abbia una conoscenza anche minima della lingua inglese. Nel “summary” di questo documento (ma consiglio, a chi ha dimestichezza con la lingua inglese, di leggerlo tutto!) si trovano frasi che rispondono in maniera chiara e circostanziata, alla domanda sulla coincidenza tra gli interessi della gente e quelli dell’industria di farmaci e vaccini; in particolare:
• “Gli interessi delle ditte farmaceutiche e quelli del pubblico, dei pazienti e del National Health System (il Sistema Sanitario Nazionale Britannico; N.d.R.), spesso si sovrappongono, ma non sono identici.”
• “Un regime di regolamentazione che garantisca che l’industria lavori per l’interesse pubblico, è essenziale.” (!) … (questo, per inciso, significa anche che un tale regime non esiste!)
• “Il Dipartimento della Salute ha, per troppo tempo, ottimisticamente ritenuto che gli interessi dell’industria e quelli della salute, fossero un solo ed unico interesse. Questo ha un riflesso nel fatto che il Dipartimento della salute sponsorizza l’industria e si prende cura della salute. Il risultato è che l’industria è stata lasciata fare i propri comodi per troppo tempo.” (!)
• “La conseguenza di questa supervisione lassista, è che l’influenza dell’industria si è espansa e sono state sviluppate numerose pratiche che vanno contro l’interesse pubblico.” (!!!)
Così, mentre un’autorevole fonte informativa (il Parlamento Britannico) conferma (se mai ve ne fosse stato bisogno!) che gli interessi dell’Industria (dedita essenzialmente al profitto) non coincidono (né mai potranno coincidere!) con quelli della gente bisognosa di cure e di chi ne assume la tutela, nella Società Civile, possiamo facilmente renderci conto di come la raccomandazione a vaccinarsi, senza “se” e senza “ma”, lasci, quanto meno, ampio spazio a dubbi, incertezze e perplessità.
Ma chi sono gli attori del business dei vaccini? I soliti “noti”!
Il business dei farmaci/vaccini è una delle attività economiche più importanti dei Paesi industrializzati. In Inghilterra, come si legge nel già citato documento del parlamento britannico, la produzione di farmaci e vaccini rappresenta la terza attività economica in ordine di importanza e, per avere un’idea anche solo approssimativa e superficiale della sua entità, basta consultare una delle tante “classifiche” disponibili in rete. Una di queste, ci dice che il primo “attore” sulla scena del business farmaceutico/vaccinico, è la famigerata Johnson & Johnson, con un fatturato che, per il 2014, vale 74,3 miliardi di dollari! Seguono: Novartis, con 57,9, Roche, con 49,86, Pfizer US, con 49,6, Sanofi, con 43,07, Merck, con 42,2, Glaxo Smith Kline, con 37,9, Astra Zeneca, con 26, Bayer, con 25,4, Gilead, con 24,47 (parliamo sempre di miliardi di dollari americani!).19 Non tutti gli “attori” di questo elenco producono vaccini. I principali produttori di vaccini, tra questi soggetti, sono: Novartis, Pfizer, Sanofi, Glaxo Smith Kline, Merck e Astra Zeneca… solo per menzionare i maggiori.
… e come operano gli attori del business dei vaccini!
L’informazione in rete lascia poco spazio a dubbi, riguardo a comportamenti e modi di operare dell’industria dei farmaci e dei vaccini. Basterebbe menzionare i recentissimi sviluppi della vicenda del “borotalco cancerogeno” del campione di incassi per il 2014: la Johnson & Johnson. (20-23)
Ma se volete saperne di più su come le multinazionali del farmaco fanno affari con farmaci e vaccini, vi consiglierei la lettura del recente libro di Peter Gøtzsche, dal titolo “Medicine letali e crimine organizzato. Come le aziende farmaceutiche hanno corrotto il sistema sanitario”. (24) Si tratta di un tomo di 431 pagine, con oltre 900 riferimenti alla letteratura scientifica internazionale che descrive tutti i crimini (così li definisce l’Autore!) quotidianamente commessi dalle maggiori multinazionali del farmaco (quelle che producono e vendono anche i vaccini!), per “promuovere” i loro prodotti e fare fatturato. Fatto non secondario, il libro ha ricevuto il primo premio della British Medical Association (BMA), per il 2014, nell’ambito della categoria “Basis of Medicine” (Le Basi della Medicina).
Se il titolo di questo “trattato del crimine farmaceutico organizzato” lascia poco spazio a dubbi, la sua lettura risulta ancor più illuminante, per quanto attiene ai misfatti e alle malefatte dei produttori di farmaci e vaccini, che assumono tutte le possibili tonalità e sfumature del malaffare e della corruzione. E, d’altra parte, il titolo stesso del libro di Gøtzsche è sufficientemente descrittivo della situazione di degrado morale che regna all’interno di queste “organizzazioni”, veri e propri centri di potere, in grado di controllare, manipolare e condizionare governi, istituzioni e sistemi sanitari.
Una sintesi sufficientemente descrittiva di quanto emerge da questo trattato, si può trovare nelle parole che vengono attribuite ad un ex vicepresidente della Pfizer e che Richard Smith, già editore capo del British Medical Journal, riporta nella prefazione al libro di Gøtzsche:
“Fa paura pensare a tutte le analogie che ci sono tra queste aziende e la criminalità organizzata. La criminalità organizzata guadagna oscene montagne di denaro dalle sue attività, esattamente come queste aziende. Gli effetti collaterali del crimine organizzato, sono gli omicidi e le morti di molti, esattamente come per queste aziende. La criminalità organizzata corrompe gli uomini politici e molti altri, esattamente come fanno queste stesse aziende”…
Peter C. Gøtzsche è medico e biologo e il suo lavoro è, da molti anni, quello di supervisore della ricerca sui farmaci; ma, com’è noto, la ricerca sui farmaci è da decenni saldamente nelle mani dell’industria farmaceutica e pertanto Peter Gøtzsche, oltreché persona qualificata e competente, può a ragion veduta, essere considerato un eroe. Il curriculum vitae di Gøtzsche è quello di un vero scienziato e quando parla dell’industria dei farmaci (e dei vaccini), si capisce bene che sa di cosa sta parlando e il suo libro pesa come un macigno sulla coscienza di tutti coloro che raccomandano, a cuor leggero, l’impiego dei farmaci e dei vaccini. Leggendo il libro di Gøtzsche, alcune domande sorgono spontanee:
I. Si può davvero ritenere che l’industria farmaceutica produca farmaci e vaccini per il bene dell’Umanità, piuttosto che per generare profitti societari?
II. Che credibilità possono mai avere gli studi clinici condotti, organizzati ed interpretati dagli stessi soggetti che li finanziano?
III. A quali condizioni (se mai ve ne sono!) è possibile accettare di obbligare i nostri figli ad assumere prodotti chimici (farmaci) e biologici (vaccini), la qualità, l’efficacia e la sicurezza dei quali è (autoreferenzialmente!) “certificata” proprio da coloro che li immettono in commercio, promuovendone la diffusione e la vendita, con i metodi, più spesso illeciti, e per il fine (il profitto!) così ben descritti nel libro di Gøtzsche?
La risposta, ovviamente, è che, se quanto scritto e documentato da Gøtzsche corrisponde a verità (e i dati di cronaca e di letteratura sembrano confermarlo, in pieno!), le uniche condizioni alle quali è possibile accettare l’obbligo vaccinale, sono le seguenti:
a. i comportamenti illegali, una volta accertati, devono essere repressi con fermezza e severità (dato che non sembra emergere dall’analisi di Gøtzsche, il quale afferma che tutti i reati da lui denunciati vengono reiterati di anno in anno!)
b. la produzione di farmaci e vaccini deve essere affidata ad istituzioni senza fini di lucro, possibilmente sotto l’egida di organismi di controllo governativi.
Comportamenti delinquenziali – Le multe (o meglio, alcune di esse!)
Prima di dare un quadro generale dei comportamenti criminali di alcuni dei principali produttori di farmaci e vaccini, uno sguardo di insieme, sulla situazione, possiamo facilmente ottenerlo dando un’occhiata alla rete. Digitando “Big Pharma Criminal Fines” (Multe penali a Big Pharma), su “Google” si potrà facilmente verificare la correttezza delle affermazioni di Goetsche. La stessa “Wikipedia” ce ne dà conto, (26) in una pagina, il cui contenuto può essere così riassunto:
• 2001 – TAP Pharmaceutical Products è condannata a pagare 875 milioni di dollari per frode medica e mazzette;
• 2002 – Shering Plough è condannata a pagare 500 milioni di dollari per inadeguate pratiche di produzione;
• 2003 – Astra Zeneca è condannata a pagare 355 milioni di dollari per frode medica;
• 2004 – Shering Plough è di nuovo condannata al pagamento di 345 milioni di dollari per frode medica e mazzette;
• 2004 – Pfizer è condannata a pagare 455 milioni di dollari per promozioni non autorizzate (“off-label”);
• 2005 – Serono è condannata a pagare 704 milioni di dollari per promozioni non autorizzate (“off label”), mazzette e pratiche monopolistiche;
• 2006 – Shering Plough è condannata a pagare 435 milioni di dollari per promozioni non autorizzate (“off-label”), mazzette, frode medica;
• 2007 – Bristol Meyers – Squibb è condannata a pagare 515 milioni di dollari per promozioni non autorizzate (“off-label”), mazzette, frode medica;
• 2007 – Purdue Pharma è condannata a pagare 616 milioni di dollari per promozioni non autorizzate;
• 2008 – Cephalon è condannata a pagare 425 milioni di dollari per promozioni non autorizzate;
• 2008 – Merck è condannata a pagare 650 milioni di dollari, per frode medica e mazzette;
• 2009 – Pfizer è condannata a pagare 2,3 miliardi di dollari per promozioni non autorizzate e mazzette;
• 2009 – Ely Lilly è condannata a pagare 1,4 miliardi di dollari per promozioni non autorizzate;
• 2010 – Glaxo Smith Kline è condannata a pagare 750 milioni di dollari per inadeguate pratiche di produzione;
• 2010 – Allergan è condannata a pagare 600 milioni di dollari per promozioni non autorizzate;
• 2010 – Astra Zeneca è condannata a pagare 500 milioni di dollari per promozione non autorizzata e mazzatte;
• 2010 – Novartis è condannata a pagare 423 milioni di dollari per promozioni non autorizzate e mazzette;
• 2012 – Abbott è condannata a pagare 1,5 miliardi di dollari per promozioni non autorizzate;
• 2012 – Amgen è condannata a pagare 750 milioni di dollari per promozioni non autorizzate e mazzette;
• 2012 – Glaxo Smith Kline è condannata a pagare 3 miliardi di dollari (di cui 1 per un procedimento penale e 2 per un procedimento civile) per: mancanza di dati sulla sicurezza dei prodotti, promozioni non autorizzate, mazzette ai medici, false dichiarazioni sulla sicurezza del farmaco “Avandia”, false dichiarazioni riguardo ai prezzi, mancati pagamenti;
…ma non finisce certo qui! Il sito dal pittoresco titolo “Big Pharma big fines” (“Grosse compagnie farmaceutiche, grosse multe”) (27) aggiunge un paio di aggiornamenti, per il 2013 e il 2014:
• 2013 – Johnson & Johnson è condannata al pagamento di 2,2 miliardi di dollari per promozioni non autorizzate e mazzette a medici:
• 2014 – la Endo è condannata a pagare 192,7 milioni di dollari per promozioni non autorizzate.
Per i dubbiosi e gli “anticomplottisti”, il libro di Gøtzsche, da pagina 31 (che contiene un paragrafo intitolato: “Hoffman La Roche: il più potente spacciatore di droga”) a pagina 42, fa un excursus dettagliato su queste mega-multe, facendo nomi e cognomi di farmaci e fornendo tutte le necessarie indicazioni. Questa parte del libro si conclude, tra l’altro, con due capitoli dai titoli piuttosto significativi; il primo a pagina 41, dichiara esplicitamente:
“questi reati vengono commessi in modo ripetuto”,
mentre il paragrafo conclusivo, a pagina 51, si apre con la dichiarazione:
“Questo non è altro che crimine organizzato”!
AVVERTENZA: le multe indicate, che sono solo una parte esigua del malaffare che regna nella produzione di farmaci e vaccini, sono più spesso il risultato di “patteggiamenti”, ossia di accordi che i criminali prendono con i responsabili della Giustizia, dichiarando di voler collaborare e soprattutto, pentendosi e giurando che non lo faranno mai più! D’altra parte le multe, anche le più salate, dell’ordine di miliardi di dollari, rientrano nelle previsioni di bilancio di queste associazioni che, pertanto, violano consapevolmente la legge, nella certezza di averne comunque un ritorno economico, dato che l’utile societario, ottenuto in conseguenza della violazione di legge, è sempre di gran lunga superiore all’ammontare delle sanzioni per essa previste… se poi, come conferma anche Gotsche nel suo libro, si dovesse presentare la necessità di recuperare quanto perduto con il pagamento delle multe, basterà semplicemente aumentare il prezzo dei farmaci al pubblico, caricando così, indirettamente e subdolamente, l’onere del pagamento delle sanzioni di Legge, sul contribuente (della serie: “cornuti e bastonati”!)!
NOTA: una lista delle promozioni non autorizzate (“off label”) e delle relative denunce, è facilmente accessibile sul sito relativo al riferimento n. 28. (28) La promozione “off label”(ossia la promozione di prodotti per impieghi non istituzionalmente approvati) costituisce reato di frode contro lo Stato (almeno negli Stati Uniti d’America) e le ditte che seguono questa pratica (tutte quelle conosciute, nessuna esclusa!) sono perseguibili sia dal punto di vista civile (per violazione della legge sulle false dichiarazioni o “false claim act”), che penale.
Comportamenti delinquenziali. Cosa si può fare con tanto denaro!
Marcia Angell, la prima donna che abbia mai ricoperto la posizione di Editore Capo della rivista New England Journal of Medicine (una delle più quotate al mondo, nell’ambito della Medicina), è autrice di numerose denunce nei confronti dell’Industria farmaceutica, ma una delle opere per le quali sarà più a lungo ricordata, è senz’altro “La verità sulle case farmaceutiche. Come ci ingannano e cosa fare”. (29) In questo libro, la Angell spiega esattamente, così come Gøtzsche confermerà più tardi, in cosa consiste il potere economico dell’industria farmaceutica e, soprattutto, come vengono investite le centinaia di miliardi (stimato ad oltre 400!) di fatturato annuo che la stessa può vantare.
La lettura di questo libro e di tutte le altre opere della Angell, è caldamente consigliata, soprattutto a chi non avesse ancora capito l’importanza di questa denuncia per la tutela della salute della gente!
Una sintesi estrema del messaggio della Angell, che, occorre ricordarlo, è un’addetta ai lavori e quindi parla con cognizione di causa, può essere la seguente:
1. Il potere economico dell’industria farmaceutica va al di là dell’umana immaginazione;
2. nulla o quasi nulla di quanto l’industria farmaceutica guadagna, viene reinvestito in ricerca e innovazione, nonostante gli investimenti (inesistenti!) in ricerca, innovazione e sviluppo, siano la “scusa ufficiale” che essa accampa, di solito, per giustificare i prezzi esorbitanti dei farmaci;
3. l’innovazione (o presunta tale!) che l’industria farmaceutica sbandiera ai quattro venti, è un falso totale e palese, dal momento che investire in prodotti innovativi costa moltissimo, mentre promuovere i cosiddetti “me too drugs” (farmaci fotocopia!), è un’impresa da ragazzi. Gøtzsche conferma!
4. I farmaci fotocopia sono lo stratagemma che l’industria farmaceutica usa per prolungare il monopolio sul brevetto di una molecola, ad esempio “escogitando” qualche nuova, fantasiosa indicazione (v. il caso del Prozac, prima indicato per la depressione e, a fine brevetto, per la “disforia da sindrome premestruale”!);
5. innovazione e ricerca sono attività sconosciute all’industria farmaceutica. Anche in questo caso Gøtzsche conferma!
6. La ricerca nella quale l’industria del farmaco si impegna è solo ed esclusivamente quella del profitto a tutti i costi e tutte le ricerche da essa finanziate (N.B.: grazie al suo immenso potere economico, l’industria del farmaco detiene nelle sue mani più del 90% della ricerca scientifica mondiale!) sono rivolte solo ed esclusivamente a promuovere prodotti che saranno o sono stati già lanciati nel mercato;
7. poiché grazie al suo potere economico, l’industria farmaceutica condiziona pesantemente anche le maggiori riviste scientifiche del mondo, può facilmente promuovere i suoi prodotti, attraverso vere e proprie campagne di informazione, “scientificamente” ineccepibile, anche se “adattata” all’impellenza e alle necessità del profitto. Quasi sempre, le ricerche effettuate sui prodotti dell’industria farmaceutica, dimostrano la loro efficacia e sicurezza, anche se, tutte le volte che gli stessi prodotti vengono esaminati da ricercatori indipendenti, si dimostra che essi sono inefficaci e/o tossici. Gøtzsche conferma e sottoscrive!
8. Ma l’industria del farmaco non si accontenta e la sua influenza si spinge ben oltre! Il capitolo 8 del libro di Gøtzsche, offre il conforto di prove schiaccianti riguardo al coinvolgimento degli stessi medici, nel business di farmaci e vaccini. Il capitolo si intitola: “Cosa ci fanno migliaia di medici sui libri paga delle aziende farmaceutiche?”) e, in una tabella, mostra come, al 2010, 4.036 medici danesi risultassero autorizzati a lavorare per aziende farmaceutiche. Fatte le dovute proporzioni, se nel 2010, su una popolazione (quella Danese) di poco più di cinque milioni e mezzo di abitanti erano 4.036 i medici al soldo dell’industria farmaceutica (o almeno quelli di cui si sapeva!), quanti ce ne dovrebbero essere, ad esempio, in Italia, piuttosto che in Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, America e così via discorrendo?
9. …e non è ancora tutto! Date le enormi quantità di denaro che circolano nelle casse dell’industria del farmaco, c’è sufficiente disponibilità economica per “influenzare” o “condizionare” funzionari politici e soprattutto funzionari degli organismi di controllo, come ad esempio, tanto per citare una sigla illustre, la Food & Drug Administration statunitense! Anche in questo caso, non mi è possibile dilungarmi oltre sull’argomento, ma, a conferma di quanto denunciato dalla Angell, interviene ancora efficacemente Peter Gøtzsche che intitola il capitolo 10 del suo libro, “L’impotenza delle Agenzie del farmaco” e il secondo paragrafo “La corruzione all’interno delle agenzie del farmaco”! Di cosa abbiamo ancora bisogno? Ah, sì, dimenticavo:
10. a tali attività illecite, che a questo punto potremmo definire “minori”, l’industria farmaceutica aggiunge il carico con le sue pressanti e rilevanti attività “lobbistiche”, note e denunciate a livello di Congresso statunitense e Unione Europea, ma molto meno note in altre nazioni. I politici hanno potere decisionale su tutti gli aspetti fondamentali della ricerca e dell’organizzazione del sistema sanitario di un Paese e pertanto, i gruppi di pressione politica che l’industria del farmaco crea e mette alle calcagna di parlamentari statunitensi ed europei, sono una pedina fondamentale, nello scacchiere delle strategie di vendita. Anche in questo caso, Gøtzsche conferma e sottoscrive le denunce della Angell! (30, 31)
A livello locale (nazionale) la letteratura e la cronaca denunciano spessissimo quanto riferito dalla Angell, nell’apparente indifferenza della politica… un articolo significativo e sufficientemente esaustivo, che, tra l’altro, parla di ben 50 interrogazioni parlamentari, sull’argomento, cadute nel vuoto, è stato pubblicato nel 2014 da Il Fatto Quotidiano, (32) ma le indicazioni dei misfatti di Big Pharma sono numerosissime e significative anche da noi. (33-35)
La “scienza” ipocrita
Come abbiamo visto dalle denunce illustri e qualificate riportate sopra, è chiaro che l’industria farmaceutica non solo opera da sempre al di là della Legge e ne paga a cuor leggero tutte le conseguenze (denunce penali e civili, patteggiamenti, multe stratosferiche, ecc.), ma, con il potere economico che detiene può condizionare chiunque: medici, in primo luogo, ma anche “opinion leaders”, cattedratici di “chiara fama”, editori di riviste scientifiche specializzate, ufficiali governativi addetti ai controlli, (36, 37) politici e parlamentari.
Così, anche ciò che appare “scienza” agli occhi di tutti, può non essere altro che il mezzo per creare e incentivare il profitto, mantenendo una credibilità (di facciata!) che genera consensi (nella comunità scientifica e nella Pubblica Opinione) e “copre” malaffare e corruzione.
La triste conclusione è che, viste l’estensione e le ramificazioni del potere economico dell’industria farmaceutica all’interno della società civile, non esiste più, ad oggi, una vera scienza o meglio una “scienza” che sia in grado di dirci tutta la Verità e nient’altro che la Verità! Questo è, tra l’altro, quanto emerge dalle parole del famoso ex editore capo di un’importantissima rivista medica come The Lancet: Richard Horton, che, dopo aver apertamente denunciato l’impressionante decadimento della qualità della pubblicazione scientifica, a favore della quantità, (38) dichiara: “almeno la metà di tutta la letteratura scientifica, è falsa!” (39, 40)
Conclusioni
A pochi giorni dall’elezione del nuovo presidente statunitense Donald Trump, (ndr: l’articolo ovviamente è stato scritto prima delle elezioni) sembra riaccendersi la polemica sui vaccini e sulle relative modalità di somministrazione: “sono a favore dei vaccini”, avrebbe detto il neoeletto presidente alla CNN, “ma a dosi più piccole e in un periodo di tempo più lungo”. (41)
La vera criticità, nella somministrazione dei vaccini, come lo stesso Trump e fatti documentali ci ricordano, è costituita dai possibili rischi, tra le quali è, ad esempio, annoverato l’autismo. (42-44) Al netto della polemica tra fronte anti-vaccini (45) e vari investigatori di cosiddette bufale scientifiche, il meglio che l’intellighenzia “vaccinologica” può offrire, su temi quali la correlazione tra vaccinazioni ed autismo, è un semplice “non ci sono prove convincenti”, che non è, a ben guardare, un’indicazione a favore dei vaccini, ma, caso mai, in un ambito in cui vige il principio ippocratico “Primum non nocere”, un implicito invito alla cautela!
Per tale ragione si rende necessario un controllo accurato del processo produttivo e distributivo dei vaccini e, ancor prima, è indispensabile un’informazione corretta e trasparente. Non è possibile che siano proprio i produttori e i distributori dei vaccini a certificarne efficacia e sicurezza, perché questo configura un insanabile e pericoloso conflitto di interessi! Un possibile rischio (più che un rischio, una realtà concreta e documentata!), del perdurare di questa situazione, è che gli interessi economici e personali prevalgano sul rispetto del diritto pubblico alla salute (come denunciato dal documento ufficiale del Parlamento Britannico, visto sopra); l’altro rischio è, per i genitori, quello di doversi vedere, un giorno, obbligati ad iniettare ai propri figli sostanze (o miscele di sostanze) potenzialmente pericolose per la salute, nella più totale assenza di controlli e garanzie. Non è un caso che la stessa Corte Suprema degli Stati Uniti d’America abbia già da tempo definito i vaccini, come “inevitabilmente insicuri”! (46)
A ben guardare, dunque, non è con una nuova “caccia alle streghe” (in questo caso, intesa in senso letterale!), che i vaccini potranno ritrovare una loro adeguata collocazione, nell’ambito della prevenzione delle malattie infettive, quanto, piuttosto, con la presa di coscienza, da parte di governi e istituzioni, del fatto che la gente non si fida più, perché dietro le continue esortazioni a vaccinare, dietro le campagne di vaccinazione di massa, dietro la promozione di vaccini nuovi con le indicazioni spesso più sconcertanti, stravaganti e fantasiose, si vede solo l’industria farmaceutica, con la sua logica del profitto a tutti i costi!
Riguadagnare la fiducia della gente è il primo e più importante traguardo a cui mirare; ma non è pensabile raggiungerlo, mantenendo lo status quo! Tutte le attività concernenti la ricerca, lo sviluppo, la produzione e la promozione dei vaccini, devono essere affidate, in via esclusiva, ad organizzazioni governative indipendenti e senza fini di lucro, che possano garantire rigore ed obiettività nell’analisi e nella valutazione dell’efficacia e della sicurezza di questi prodotti. Prima di allora, nessuno potrà mai affermare, con assoluta certezza, che i vaccini rappresentino un bene per l’umanità, piuttosto che occasione di lucro per pochi speculatori senza scrupoli!
* * *
Dato ufficiale di conferma
A conferma della situazione di degrado in cui versa la ricerca in campo biomedico, a causa delle pesanti interferenze sulla ricerca biomedica e clinica, legate agli interessi economici dell’industria farmaceutica, il Lettore può consultare il documento ufficiale, redatto dal Comitato Nazionale per la Bioetica ed approvato nella seduta plenaria dell’8 giugno del 2006, che, nella parte dedicata alle “considerazioni finali”, così si esprime:
“Recentemente sono state descritte alcune delle situazioni che si vengono frequentemente a creare, nelle quali l’obiettività della ricerca e quella dell’informazione scientifica che viene data ai medici, può venir messa in pericolo:
1) l’industria spesso non fornisce ai medici un’informazione neutrale e completa, ma un’informazione già indirizzata, creata nei propri uffici;
2) i farmaci prodotti sono spesso duplicati di altri farmaci già esistenti (i cosiddetti farmaci me-too) che non presentano vantaggi rispetto a questi ultimi e che vengono venduti a un prezzo superiore. L’industria promuove solitamente i medicamenti più recenti e costosi e a tal fine a volte elargisce ai medici vari tipi di “doni” che inducono nei sanitari un atteggiamento incline all’iperprescrizione o alla prescrizione dei farmaci più costosi;
3) l’industria controlla e indirizza la ricerca attraverso i finanziamenti che elargisce all’Università;
4) l’industria a volte interrompe ricerche non favorevoli o ne impedisce la pubblicazione. In altri casi distorce una ricerca in corso, sostituendo gli obiettivi (end points) primari con obiettivi surrogati;
5) i dati bruti delle sperimentazioni clinico-farmacologiche rimangono spesso nelle mani dell’industria e non vengono mai messi a disposizione dei ricercatori che li hanno prodotti. A questi ultimi i dati vengono forniti soltanto quando sono stati rielaborati dagli uffici statistici delle aziende;
6) l’industria, in quanto “proprietaria dei risultati”, non pubblica i risultati negativi;
7) le riviste scientifiche non pubblicano articoli con dati negativi perché di scarso interesse scientifico o commerciale;
8) l’industria condiziona, attraverso la pubblicità, le maggiori riviste mediche, i cui referees spesso hanno rapporti di dipendenza economica dalle aziende;
9) i medici che redigono le rassegne o le linee-guida sovente non sono davvero indipendenti dalle industrie;
10) anche le pubbliche amministrazioni spesso non sono indipendenti dalle industrie.
Questi comportamenti scorretti – peraltro non estensibili a tutte le industrie – non escludono che un regime di libero mercato correttamente inteso e regolato abbia avuto e possa avere un ruolo centrale nel progresso della ricerca biomedica e nello sviluppo delle tecnologie ad essa relative. Essi però possono creare condizioni di conflitto d’interesse nell’ambito dei ricercatori biomedici e dei clinici nei confronti delle aziende con le quali vengono in contatto. Data la complessità della situazione reale, i rimedi possibili non appaiono privi di difficoltà e non possono condurre certamente a soluzioni definitive…
(http://presidenza.governo.it/bioetica/testi/Conflitti_interessi.pdf)
Bibliografia
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46. http://www.robertfkennedyjr.com/docs/Skyhorse_USA_Today_Final_colorNZ.pdf
Il presente articolo è stato tratto integralmente da PuntoZero n.4 (per informazioni ed acquisto, CLICCA QUI)
FONTE http://www.nexusedizioni.it/it/CT/verso-una-medicina-di-regime-5442
PDF http://demo.codacons.it/wp-content/uploads/2017/03/Verso_una_medicina_di_regime.pdf
Dott. Domenico Mastrangelo – Proclami e Vaccini
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DALLA VACCINAZIONE OBBLIGATORIA ALLA SORVEGLIANZA DI MASSA
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