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Un Articolo reperito sul sito del Corpo Forestale dello Stato  frena. Funghi sono ottimi bioindicatori di inquinamento ambientale (suolo e atmosfera).  Newsletter n.804, Anno VI, del 11/1/2010

FUNGHI VELENOSI? NO, GRAZIE!

Una recente ricerca europea ha scoperto la presenza di metalli pesanti nei funghi, mentre ci si interroga anche sulla radioattività di Felice d’Agostini Il Forestale n. 52

Autunno, tempo di raccogliere i funghi, ma cadmio, piombo e mercurio presenti nei funghi europei in concentrazioni troppo elevate “danneggiano la salute dell’uomo e degli ecosistemi terrestri nei quali sono inseriti”. L’allarme lo ha lanciato l’estate scorsa l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) presentando il rapporto “Eur reportelementi chimici nei funghi superiori” edito dal Joint research centre della Commissione europea, che ha sede in Italia, sul Lago Maggiore. Il rapporto analizza le concentrazioni di 35 elementi chimici presenti in 9.000 campioni di funghi, allo scopo di definire i valori limite oltre i quali i metalli diventano eccessivi e danneggiano la salute dell’uomo e degli ecosistemi terrestri nei quali sono inseriti. È ormai noto, infatti, che i funghi assorbono in modo naturale sostanze potenzialmente tossiche, ma non è altrettanto chiaro quale sia il limite oltre il quale queste diventano nocive per la salute dell’uomo. Un gruppo di micologi italiani ha studiato per oltre 20 anni la presenza di metalli pesanti nelle specie fungine, partendo da una semplice domanda: quale deve essere il livello massimo di cadmio, ad esempio, in un porcino (Boletus edulis) o di piombo in un ovolo (Amanita caesarea)? I funghi che mangiamo contengono metalli pesanti, e nessun tipo è escluso. Infatti, nei porcini e negli ovoli risulta presente il cadmio, anche se “nei livelli limite”, mentre gli champignon selvatici contengono boro “in quantità consistente”.

Particolare poi il caso dell’Amanita muscaria, l’unico essere vivente in natura ad accumulare zirconio e uno dei pochi a concentrare il rarissimo vanadio. La scoperta interessante è che non necessariamente il fungo che contiene il metallo pesante è contaminato da un terreno inquinato. Infatti se un fungo contiene un alto livello di piombo non vuol dire che il terreno sia contaminato dalla stessa sostanza. Anzi, in alcuni casi il suolo ne risulta pressoché privo. Ciò significa che “è il fungo stesso a “decidere” quali metalli pesanti assorbire e in quali quantità. I micologi hanno quindi definito il “fungo di riferimento”, ossia l’esemplare “modello” per ciascuna specie, ognuno con le proprie quantità congenite di metalli pesanti. “Quali percorsi facciano lo zirconio, il piombo o il cadmio nel corpo umano non è ancora chiaro, ma possono essere pericolose le conseguenze sulla salute dell’uomo”, afferma Carmine Siniscalco, responsabile del “Progetto speciale funghi” dell’Ispra. “Per cui nel consumare i funghi è sempre bene adottare un criterio di prudenza”. Grazie al lavoro dei micologi l’Italia possiede oggi una banca dati enorme: oltre 9.000 esemplari di funghi e 300 campioni di suolo, un archivio prezioso e unico in Europa, tanto da indurre l’Ue a riscrivere la normativa europea sui contaminanti nei prodotti alimentari partendo dai dati italiani ora presentati nell’Eur-Report, in particolare per cadmio e mercurio. Mangiare radioattivo Tutti ricordano quando, dopo il disastro di Chernobyl, vennero banditi in Italia latte, insalata e funghi. Questi ultimi, infatti, assorbono facilmente la radioattività.

Per garantire la totale sicurezza dei consumatori, l’Unione Europea ha fissato da tempo limiti rigorosi al contenuto degli isotopi radioattivi del cesio nei prodotti provenienti da paesi terzi. Il Trattato di Schengen non ammette eccezioni: anche i porcini extracomunitari devono assoggettarsi ai tradizionali controlli alla frontiera. Tanto più quando provengono dai Paesi della Ex Iugoslavia, dove tra il 1995 e il 1999 furono sparati, durante le operazioni militari della Nato, ben 42 mila proiettili all’uranio impoverito, pari a 15 tonnellate. La guerra dei Balcani, infatti, ha determinato in diverse aree un forte inquinamento del terreno – e in certi casi anche delle falde acquifere sottostanti – che potrebbe compromettere la purezza di molte merci di importazione. Gli elementi radioattivi sopravvivono nell’ambiente migliaia di anni e le fughe radioattive in Paesi dove i controlli sulle centrali atomiche non sono così stringenti potrebbero compromettere a lungo i funghi.

FONTE  http://www.corpoforestale.it/newsletter/view.asp?id=8311

 

VEDI ANCHE

I funghi di riferimento come strumento di lavoro per la bioindicazione e la biodiversità

http://eusoils.jrc.ec.europa.eu/esdb_archive/eusoils_docs/other/EUR24415IT.pdf

The State of Soil in Europe

http://ies.jrc.ec.europa.eu/news/268/354/Highlight-February-2012/d,ies_highlights_details.html

Funghi del suolo e metalli pesanti: Meccanismi di interazione e prospettive di impiego

 

 

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