El Niño, il fenomeno climatico periodico che si ritiene abbia effetti significativi su scala globale, ha iniziato a formarsi sull’Oceano Pacifico.

SICCITÀ E INONDAZIONI. El Niño è una delle più importanti fluttuazioni climatiche del nostro pianeta. Si presenta una volta ogni 3-7 anni, con un ciclo di vita di 5-6 mesi: durante questo periodo l’Oceano Pacifico orientale presenta un notevole riscaldamento, che ha importanti ripercussioni sulle correnti atmosferiche. Sul Pacifico occidentale si forma un’alta pressione, che porta forti siccità sull’Australia, mentre una bassa pressione sul Pacifico orientale causa violente piogge e inondazioni sulle Americhe occidentali.

 

El Niño si manifesta anche con un aumento delle temperature in prossimità delle Americhe orientali: questo comporta, tra l’altro, una significativa diminuzione della pescosità di quelle zone dell’oceano, in quanto le acque più calde sono meno ricche di elementi nutritivi. Nella grafica: anomalie di temperatura nell’Oceano Pacifico durante una condizione di El Niño, nel 1997. | NOAA

Il riscaldamento dell’area orientale del Pacifico (le coste delle Americhe) produce un’alterazione dell’ecosistema oceanico, in quanto le acqua calde determinano un indebolimento degli elementi nutritivi e quindi una forte riduzione della pesca lungo le coste americane. Negli ultimi decenni si ricordano due El Niño molto forti per le conseguenze che hanno determinato e che caddero nel 1982 e nel 1997, mentre fu medio-forte quello che si verificò nel 2010.

 

IL TOP A SETTEMBRE. L’attuale El Niño ha iniziato a manifestarsi alla fine del 2014, ma è poi rimasto in una fase di stallo fino alle ultime settimane. Al momento è difficile dire se sarà debole, medio o intenso, ma gli studi con i modelli climatici concordano nell’affermare che potrebbe avere il suo apice attorno a settembre di quest’anno.

 

Ancora non è chiaro quanto un fenomeno di El Niño possa interessare il clima dell’intero pianeta (e in particolare quanto effettivamente influisca sul clima sull’Europa), ma è certo che interessa (oltre che le Americhe e l’Australia) il Sud-est asiatico, le Filippine e il Brasile occidentale.

 

Ancora molto dibattuta è l’ipotesi secondo la quale sia o meno alterato dai cambiamenti climatici in atto sul pianeta: forse lo studio in dettaglio di questo specifico evento servirà a chiarire la questione.

 

Dopo mesi durante i quali era stato ripetutamente annunciato senza mai di fatto verificarsi, adesso il Met Office, il più importante centro meteorologico europeo, ha ufficializzato il suo arrivo.

 FONTE

A qualcuno pare una cosa buona.
“El Nino sarà una ventata di maggiore consapevolezza sui governi e le popolazioni occidentali rispetto all’urgenza di un intervento contro i cambiamenti climatici. I negoziati di Parigi saranno proprio nel dicembre 2015.” (ndr: COP21-United Nations Conference on Climate Change)

FONTE

 

 

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