Un episodio che rivela come il tipo di valutazione che viene data ad una notizia non dipenda dal contenuto ma dalla fonte da cui essa proviene.
Il caso emblematico del Corriere e HAARP.
Prendiamo in esame un passaggio come il seguente senza per ora citarne per ora la fonte:
Ha messo in allarme non gli ecologisti ma i servizi segreti di diversi Paesi un’altra innovazione cinese: un sistema radar con un raggio d’azione di 2.000 chilometri, che ufficialmente ha lo scopo di studiare i fenomeni nell’alta atmosfera. In estrema e approssimativa sintesi il macchinario (un tipo di «radar di dispersione incoerente ad alta potenza» sperimentato da diversi Paesi) funziona generando rapidissimi impulsi di energia elettromagnetica e spedendoli in fasci nella ionosfera, la fascia dell’atmosfera che riflette le onde radio grazie all’alta concentrazione di ioni ed elettroni. Ma l’intelligence occidentale teme che i fasci sparati dal super-radar cinese possano influire sul clima, scatenando tempeste, uragani, tsunami ai danni del nemico. Lo strumento in costruzione nell’isola di Hainan, nel Mar cinese meridionale, è stato ribattezzato «radar divino». Scienziati indipendenti dicono che si tratta solo di teorie complottiste e che oltre a servire fini scientifici la struttura di Hainan può al massimo essere impiegata dai cinesi per spiare meglio le mosse delle flotte aeronavali avversarie.
Possiamo ora dire che la fonte è un articolo del Corriere della Sera del 20 ottobre 2018 “La Cina delle invenzioni lunari“
Con una certa sorpresa vediamo che le accuse riportate dal Corriere nei confronti del radar cinese sono esattamente le stesse che per vent’anni sono state mosse al sistema HAARP (attivo negli anni 1993 – 2013) da siti ritenuti più o meno “complottisti” ricevendo sberleffi da parte della stampa mainstream e infine proprio l’infamante accusa di ‘complottismo’, come riportato anche su wikipedia. Affermazioni che per una piccola realtà come questo sito o altri meno piccoli avrebbero comportato l’esclusione dal premio “Macchia nera award” o gli strali del Disinformatico e Butac, passano inosservate se scritte sul principale quotidiano nazionale.
Nell’articolo del Corriere si parla inoltre di ‘intelligence occidentale’ senza tuttavia riportare le fonti di tale dichiarazione ma sottintendendo che la conoscenza dei meccanismi d’azione potenzialmente attivi su clima e terremoti sarebbe cosa ormai certa e conosciuta, sarebbe interessante che adesso sul principale quotidiano nazionale si approfondisse la questione magari intervistando dei fisici e spiegando ai lettori come stanno effettivamente le cose o quello che comunque se ne può sapere.
Ma qualcosa ci dice che questo non accadrà.
FONTE https://www.enzopennetta.it/2018/10/una-cosa-e-complottista-finche-non-la-dice-il-corriere-semicit/
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