In occasione dell’anniversario del terremoto dell’Aquila (5/6 aprile 2009), per gentile concessione dell’autrice dell’articolo, vengono qui riportate alcune osservazioni e riflessioni sull’accaduto.

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Di Luigina Marchese (2010)

06-04-2009, ore 3:32:39- il sussulto del letto mi sveglia d’un tratto e realizzo con paura trattarsi d’un terremoto. Un pensiero mi passa per la testa: “Quando finirà?” Poi lo scendere veloce delle scale, l’istinto della sopravvivenza. In seguito, a mente acquietata, scoprire che noi, sì, siamo salvi, ma nella vicina città di L’Aquila vi sono morti e cumuli di macerie.

E’ passato un anno da quella data ed oggi mi sento pronta a scrivere quest’articolo affatto rassicurante.

Da abruzzese ho vissuto quel terremoto, pur non avendone subito le catastrofiche conseguenze, a differenza di amici che hanno avuto gravi perdite di affetti.

L’evento che ha colpito L’Aquila si è verificato in un’area fortemente sismica del territorio italiano. Sembrerebbe perciò una situazione di ordinaria, drammatica normalità. Ma qualcosa non convince. La scienza ci dice che i terremoti sono movimenti improvvisi della crosta terrestre, provocati dalla liberazione di energia in un punto interno. La superficie terrestre è in lento e costante movimento e un sisma si verifica quando la tensione risultante eccede la capacità del materiale roccioso di sopportarla.

Queste le cause accademiche, rientranti però in una visione meccanicistica della vita, ove tutto accade semplicemente e l’Uomo, da spettatore, può solo assistere passivamente. Eppure le scienze antiche ed oggi la fisica dei quanti ci pongono dinanzi una visio-mundi ove l’uomo è causa determinante degli eventi. Il pensiero crea la realtà! Mi chiedo allora: quale potenza del pensiero, se i fatti esteriori sono il riflesso di quelli interiori, può determinare un simile evento? Cos’è che provoca un avvenimento catastrofico? Lo stesso Julius Evola, grande esoterista europeo, in relazione allo spostamento dell’asse terrestre verificatosi migliaia di anni orsono, così scrive: “Quest’inclinazione si sarebbe realizzata ad un dato momento, nella sintonia di un fatto fisico con un fatto metafisico, nel senso di un disordine della natura riflettente un dato nell’ordine spirituale”.

Ciò che è in alto richiama ciò che è in basso! Al polo metafisico corrisponde, per la legge delle corrispondenze, il polo fisico. Secondo la Scienza dello Spirito, i terremoti scaturiscono dal sesto strato interno della Terra, sfera ove nascono passioni e desideri che, interagendo con quelli umani, provocano terremoti ed eruzioni vulcaniche. L’uomo richiama queste forze con il suo abbandonarsi alle sopradette passioni. Esiste dunque una specie di terremoto pensato, in grado di configurare la fine del vecchio e l’avvento del nuovo. Un terremoto accade quando l’uomo, pur spiritualmente pronto, non è in grado di apportare nella sua vita quei cambiamenti che gli consentirebbero di progredire. Non è forse questo che avviene dopo un sisma? La comunità viene riordinata secondo nuove collocazioni. Ancora Kant prospetta la necessità di una rigenerazione del mondo, nata dal repentino mutamento colmo di tragedia, di discontinuità. Quanto sin qui delineato rappresenta però la genesi di un terremoto esclusivamente naturale. Il sisma aquilano è invece particolare, lo affermano in molti. Innanzitutto la durata.

Già da dicembre c’erano avvisaglie, sfociate poi nell’immane tragedia. Da lì giorni e giorni con la paura attaccata allo stomaco. Non parliamo dunque di un regolare sciame sismico ma di veri e propri terremoti che hanno anticipato e poi seguito la scossa principale. Questo sisma, intanto, era stato previsto da Giampaolo Giuliani. Eppure i suoi avvisi sono stati lasciati cadere nel vuoto assoluto. Si è giunti persino a denunciarlo per procurato allarme. I suoi studi sul rilevamento del Radon come precursore sismico sono stati accuratamente evitati e discreditati, quando invece si erano sempre rivelati corretti. Purtroppo Giuliani (come lo fu Bendandi) non fa parte degli scienziati accademici, è voce fuori dal coro, addirittura non è laureato, come se un titolo fosse sempre garanzia di intelligenza, di competenza, di creatività. La scienza crede di essere depositaria del sapere assoluto e avversa pionieri e ricercatori di frontiera. C’è stata dunque la deliberata volontà di non ascoltare e di lasciare che gli eventi seguissero il loro corso. Il 31 marzo Barberi e Boschi si sono assunti la responsabilità di escludere ogni pericolo. Perché? Se non si può affermare (?) che un terremoto ci sarà, come si può sostenere il contrario?

Semplicemente si è voluto mettere tutto a tacere, dando prova di grande negligenza. Forse occorre dubitare di quanto scende dalle alte sfere come verità, a iniziare dal detto, sempre reiterato, che i terremoti non si possano prevedere. Niente di più falso! C’è dell’altro. Carla Liberatore, corrispondente aquilana, afferma che fin dal 30 marzo, data in cui si registrò una scossa pari a 5.0 Richter, la protezione civile era in allarme. A tre ore dal sisma, infatti, le operazioni di soccorso erano già in atto. Perché dichiarare apertamente il 31 marzo che non c’erano rischi? Solo contraddizioni! La sera del sisma, alle 24, secondo Stefania Pace (Poggio Picenze), si provvide ad evacuare la Prefettura, mentre ai cittadini veniva detto di stare in casa, al sicuro. Perché, se non c’era pericolo? Si temeva di scatenare il panico? Meglio non sapere e morire all’oscuro di tutto? Questi fatti, evidentemente contrastanti, sollevano molte perplessità. Enzo Boschi ha affermato che l’idea di svolgere il G8 a L’aquila era geniale e che per quella data lo sciame sismico avrebbe perso gran parte della sua violenza. Come faceva Boschi ad esserne certo, se i terremoti non si possono prevedere? E perché dare via libera al G8 e rifiutare l’aiuto solidale di paesi stranieri? Cos’avevamo da nascondere? Giuliani riferisce che il terremoto aquilano è stato unico nel suo genere: rotatorio, sussultorio ed ondulatorio, fu accompagnato da tre spaventevoli boati e, subito dopo l’evento, una nube di gas avvolse la Valle dell’Aterno. (ndr grassetto aggiunto)
Raramente i sismi esprimono una tale potenza. Poi, la magnitudo. Fu davvero 5.8? Tale intensità pare sia stata falsata, poiché la scossa tellurica è stata più devastante di quanto si voglia far credere, come se invisibili mani avessero spostato ogni cosa con incredibile violenza. Monumenti centenari che avevano retto ad altri terremoti, sono crollati miseramente. A S. Demetrio, periferia aquilana, alcuni caseggiati sono franati, inghiottiti da diverse voragini. I geologi hanno scoperto una faglia lunga 15 km e molto profonda.
Intorno al lago di Sinizzo, inoltre, si sono aperte faglie di vario tipo, tanto da rendere il perimetro completamente inagibile. Sembra poi che il Gran Sasso si sia alzato di 10 cm. In effetti, dal libro di Giuliani e Fiorani (L’Aquila 2009, la mia verità sul terremoto) leggiamo che la magnitudo fu 6.3 (INGV), mentre il centro di ricerche GFZ del Potsdam ha rilevato 6.7. Questi dati sono venuti alla luce, stranamente, a un mese dal sisma!

Nessuna menzione, poi, è stata fatta sul laboratorio di fisica nucleare. Ha subito danni? Nessuno ne ha parlato! In effetti, cosa si faccia lì sotto, nessuno lo sa. E se fossero gli esperimenti condotti a scatenare la reazione della Terra? Il nucleare ha molti lati oscuri, soprattutto per chi non conosce la reale composizione dell’atomo, come afferma il fisico Massimo Corbucci. Qui apro una parentesi: Boschi rilasciò a Radio Popolare un’intervista in cui affermava l’esistenza di una rete di sismografi in grado di monitorare la crosta terrestre, per capire se in qualche parte del pianeta venissero eseguiti test nucleari sotterranei. Ciò fa capire il livello cui è pervenuta la tecnologia. Non solo è possibile registrare un evento sismico anche spazialmente lontano, ma è si è in grado di differenziarlo fra scosse naturali e provocate. Come mai il mondo scientifico riesce a monitorare la crosta terrestre al servizio dei poteri militari e non applica la ricerca tecnologica al servizio della pubblica sicurezza, anzi la osteggia? Secondo L. Sertori (prof. di Ecofisica alla Fac. di Scienze dell’Univ. di Torino e membro della V Divisione Affari Scientifici della NATO), questo monitoraggio è nelle mani dei militari che non informano la società civile: “La rete di osservazione è stata sviluppata attivamente nell’ultimo mezzo secolo da americani e sovietici per sorvegliarsi reciprocamente negli esperimenti nucleari, movimento di sommergibili, spostamento di truppe, ecc”.

E nel deposito militare di San Cosimo, vicino Sulmona, cosa è accaduto? Si dice vi siano armi chimico-biologiche! Procediamo oltre! Carla Liberatore ha riferito che numerosi testimoni asseriscono di aver visto, negli attimi seguenti la scossa, molteplici stelle cadenti. Lei stessa intorno alle 5.30 del mattino vide un meteorite, un qualcosa di colore rosso che cadeva, con scia d’identico colore. Molti hanno percepito, inoltre, un forte odore di zolfo. L’avvistamento di luci durante un terremoto è frequente. Pare si tratti di fenomeni piezoelettrici, derivanti dallo sfregamento di grandi rocce quarzifere. Poiché è stata individuata una lieve attività vulcanica sotterranea, ciò spiegherebbe l’odore di zolfo. E’ bene ricordare che nel circondario aquilano vi è una serie di vulcani spenti da centinaia di anni. Potrebbe non essere così estranea la teoria di un’attività vulcanica, come riportato da Marisa Grande, secondo la quale il vulcano che ha influenzato e sta influenzando i punti strategici sismici intorno all’Aquila è il Vesuvio.
Fenomeni quali globi luminosi e odore di zolfo perciò, sembrano essere naturali. Ricostruendo sin qui l’evento, avevo un quadro che mi lasciava perplessa. Nulla di più. In seguito un amico aquilano mi riferì che la madre, nei mesi antecedenti il sisma, aveva visto nuvole verdi addensarsi sul Gran Sasso. Era il 18 febbraio, stesso giorno in cui anch’io avevo fotografato, nei cieli del mio paese, a 50 km di distanza, nuvole dello stesso colore. Mi ricordai di uno strano video relativo al terremoto di Sichuan, Cina: poco prima della scossa, erano apparse in cielo nuvole verdi e rosa. D’un tratto la mia paura si fece più grande, quando, in attimo, realizzai che questo terremoto potesse essere collegato in qualche modo alle scie chimiche. Nuvole verdi testimoniano nell’aria presenza di bario.

Affinché Haarp (gigantesco sistema di antenne ubicato in Alaska, il cui scopo ufficiale è lo studio della ionosfera), possa essere operativo, si deve disperdere in atmosfera materiale elettroconduttivo, i famosi metalli trovati nelle analisi. Da ricerche su internet scoprii che armi per provocare terremoti, armi tettoniche, esistono da tempo. Nell’ottobre 2001, in America, è stato sottoposto alla Camera dei Deputati un disegno di legge che comprende il bando delle armi tettoniche. Perché eliminare ciò che non esiste? Ora diventava impossibile distinguere il naturale dal premeditato! Potrebbe essere artificiale il terremoto di L’Aquila? La domanda gira da tempo sulla rete ed eluderla non serve a nulla.

Cominciò a girare anche nella mia testa.

E’ ormai accertato che, negli ultimi periodi, inondazioni, tsunami e sismi siano aumentati. Negli ultimi anni ci sono stati terremoti che si verificano generalmente nell’arco di 200 anni.

Esistono davvero armi tettoniche? Le conferme della loro esistenza sono numerose, a partire dalle dichiarazioni del Ten. Gen. Fabio Mini (esercito italiano):
Nessuno crede più che un terremoto, un’inondazione, uno tsunami o un uragano siano soltanto fenomeni naturali. La guerra ambientale in qualunque forma è proibita dalle leggi internazionali. Le Nazioni Unite, fin dal ‘77, hanno approvato la convenzione contro le modifiche ambientali, il che rende ingiustificabile qualsiasi guerra proprio per i suoi effetti sull’ambiente, ma come succede a molte convenzioni, quella del ‘77 è stata ignorata ed i militari hanno anzi accelerato la ricerca e l’applicazione delle tecniche di modificazione del tempo e del clima, facendole passare alla clandestinità. Oggi non si sa più dove si diriga la ricerca e come si orientino le nuove armi”.

La Dott. Rosalie Bertell denuncia che “gli scienziati militari statunitensi si stanno occupando dei sistemi meteorologici come potenziale arma. Le metodologie comprendono l’aumento delle tempeste e la deviazione delle correnti di vapore dell’atmosfera terrestre allo scopo di causare siccità o inondazioni mirate”. Penso che lo spiaggiamento di delfini e balene possa rientrare in questo quadro. Durante la Seconda Guerra mondiale, alcuni ricercatori neozelandesi tentarono di realizzare una macchina in grado di provocare tsunami. I lavori furono diretti da Thomas Leech dell’Univ. di Auckland, col nome di Progetto Seal. Gli esperimenti furono coronati da successo.
I lavori di Leech proseguirono durante la Guerra Fredda. In seguito, i servizi USA fecero credere che queste ricerche non fossero mai esistite. Tuttavia, l’autenticità degli esperimenti è stata stabilita. A partire dal ‘75, l’URSS ha iniziato nuove ricerche di Magnetoidrodinamica (MHD). Si trattava di monitorare la crosta terrestre e di prevedere i terremoti. I Sovietici studiarono la possibilità di provocare piccoli terremoti per evitarne uno grande. Tali ricerche furono presto militarizzate. Sfociarono nella costruzione di
Pamir, la macchina per terremoti. All’epoca dello smantellamento dell’URSS, alcuni responsabili del programma decisero di passarlo agli USA per denaro ma, essendo la ricerca incompiuta, il Pentagono rifiutò di pagare. Nel ‘95, al tempo Eltsin, l’Air Force reclutò i ricercatori e il loro laboratorio a Nijni Novgorod. Costruirono una macchina molto più potente, Pamir 3, testata con successo. Il Pentagono acquisì allora uomini e materiale, integrandoli nel programma Haarp. Nel libro Guerra senza limiti, scritto da due colonnelli dell’aeronautica cinese, Qiao Liang e Wang Xiansui, si accenna due volte alla possibilità che un Paese possa scatenare artificialmente le forze della Natura, sconvolgendo il clima e il regime delle piogge, provocando terremoti e modificando la composizione dell’atmosfera. Come? Sollevando con un raggio estese aree della ionosfera (zona dell’atmosfera compresa tra 40 e 600 miglia) e riscaldandole; onde elettromagnetiche rimbalzano indietro sulla terra penetrando qualsiasi cosa. Sarebbe questo lo scopo recondito di Haarp.

Ciò che sembra fantascienza troverebbe la base negli studi di Tesla, di cui tratteremo nella seconda parte. Secondo il fisico Jean-Pierre Petit, ex direttore del Centro Nazionale Ricerca Scientifica, non sarebbe Haarp, invece, a scatenare terremoti ma la macchina Pamir.

Tornando a L’Aquila, Alessio Di Benedetto, mio conterraneo, musicista e maggiore esperto di Haarp in Italia, mi diceva che le nuvole verdi sono un indizio: le sostanze chimiche aumentano la conduttività delle onde Haarp.

Haarp è anche in grado di produrre esplosioni radianti a qualsiasi altitudine e sotto la crosta terrestre, provocando terremoti di qualsiasi entità. Ciò potrebbe spiegare le tre immani esplosioni di cui parla Giuliani, pur se i terremoti possono generare boati dovuti alla forte energia sprigionata.

Secondo Di Benedetto i bolidi luminosi visti in cielo potrebbero essere, invece, velivoli antigravitazionali in dotazione agli apparati militari. TAW-50 arriva fino a 60.000 Km orari con sistemi di annullamento della gravità. A tal proposito vorrei riferire che persone affidabili hanno avvistato nel mio paese, anche in pieno giorno, strani velivoli nei cieli, di cui uno con cinque luci rosse. Peccato la paura abbia impedito di fotografarli.

Nuove prospettive, dunque allargano il campo all’indagine. In relazione all’ipotesi se il terremoto aquilano sia stato provocato, Di Benedetto suggeriva che sarebbero occorsi, a riprova, dei rilevamenti, come accaduto col terremoto di Haiti, che denuncino un aumento dell’attività Haarp in concomitanza col terremoto stesso.

Esiste, in effetti, la risonanza Haarp nei giorni del sisma aquilano. Essa mostra variazioni nella ionosfera.

Quando delle cariche elettriche si accumulano oltre un certo livello, ionizzano l’aria circostante, la elettrificano per una vastissima zona. La ionosfera reagisce a questa ionizzazione neutralizzando queste cariche in un processo continuo; questo fenomeno la fa muovere su e giù.

Come interpretare la seguente notizia? “La Nasa scende in campo con un annuncio rivoluzionario sulle previsioni sismiche. “Secondo Stuart Eves, che lavora presso l’agenzia americana, vi sarebbe sempre una stretta correlazione tra i terremoti che superano il quinto grado della Scala Richter e particolari perturbazioni che avvengono nell’atmosfera più alta, la ionosfera”.

Le domande sono allora le seguenti: un sisma genera modificazioni nella ionosfera? E se le genera, quando avviene ciò? Prima del sisma? Dopo? In altre parole, tali modificazioni possono essere intese come precursori (tipo il Radon) o sono l’effetto di un sisma? Oppure la ionosfera è modificata dall’attività elettromagnetica di Haarp, come sostengono accreditati scienziati?

Potrebbe perciò essere l’indotta modificazione della ionosfera a generare un terremoto? Come non ricordare che lo scienziato considerato il padre di Haarp, Bernard Eastlund, ha brevettato nel ‘97 (brev. n. 4.686.605) un –Metodo e apparato per l’alterazione di una regione dell’atmosfera, della ionosfera o della magnetosfera-?

Ho provato a rivolgere le domande a persone competenti. Secondo Massimo Corbucci un terremoto potrebbe agevolmente innalzare la ionosfera: “Un terremoto crea cariche elettriche che influenzano l’altezza della ionosfera e la sua regolarità”.

Qui però la questione si fa controversa. I grafici Haarp relativi al terremoto di L’Aquila indicano un’alterazione della ionosfera. Ma quando si verifica ciò, prima o dopo il sisma?

Dal sito reset-italia traiamo queste righe: “Giampaolo Giuliani per la NASA non è un imbecille. L’aumento di concentrazione di Radon, evidenziato dai rivelatori gamma del tecnico aquilano Giampaolo Giuliani nell’imminenza del sisma del 6 aprile, coincide con il picco di radiazioni infrarosse registrato nello stesso periodo da uno scienziato della Nasa, Dimitar Ouzounov. Proprio una settimana prima dell’evento sismico che ha devastato L’Aquila il gruppo di scienziati, avvalendosi di tecnologie Gps e ionosonde, ha rilevato anomalie termiche e variazioni della ionosfera nell’area vicina all’epicentro”.

Qui si parla di imminenza del sisma, dunque prima e non dopo.

Di Benedetto mi riferisce cheun sisma proviene dal sottosuolo e non dovrebbe influenzare l’alta ionosfera, provocando innaturali innalzamenti ed abbassamenti della cassa di risonanza della Terra. Ammettendo che lo faccia potrebbe accadere dopo un terremoto, mai prima”. In effetti i grafici del sisma aquilano si riferiscono ai giorni precedenti e seguenti. Come può un terremoto innalzare la ionosfera prima che si verifichi l’evento? Se lo fa, abbiamo davvero un ottimo sistema di previsione, un rilevatore di terremoti. Ci saremmo però aspettati che fosse stato messo in atto. Non potrebbe, invece, essere il surriscaldamento della ionosfera, causato da Haarp, a determinare la modificazione dell’involucro ionosferico? Sul sito di The Power Hour vi sono molte dimostrazioni, inclusi i link relativi. I riferimenti sono impressionanti e i documenti parlano semmai di come le perturbazioni possano spiegare fenomeni al suolo, non viceversa. Oggi molte sono le ricerche sui precursori sismici.

La più rilevante è senza dubbio il monitoraggio delle variazioni di Radon. Forse una metodologia così corretta, tale da essere avversata? Ora la domanda impellente è: perché proprio L’Aquila? E perché in altre città, come Assisi ad esempio, non abbiamo avuto gli stessi massicci interventi? L’Aquila è una città particolare, unica nel Medioevo italiano, nata da un disegno armonico che non ha precedenti. Fu edificata secondo la pianta di Gerusalemme e disponendo i principali monumenti sacri in modo da ridisegnare a terra la costellazione Aquila. Sotto le sue macerie, ora, vi è un patrimonio storico-architettonico unico al mondo e le risposte di un sapere andato forse irrimediabilmente perduto. Si parla persino di demolire il centro storico!

Questo sisma è accaduto nella domenica delle palme. La palma è simbolo di martirio, ma anche di ascesa, rinascita, immortalità. L’Aquila è immagine della forza e della conoscenza spirituale. Il suo simbolo, un’aquila, richiama le forze superne, quelle del cielo. Si contrappone al serpente che rispecchia l’oscurità, la terra, le forze ctonie. Possiamo porci la domanda se le forze della distruzione, le forze antievolutive, abbiano voluto disperdere questa Nuova Gerusalemme. Ma tali forze, altrimenti definite Arconti, hanno rappresentanti fisici sulla terra! Chi può trarre vantaggio da tutto questo? Chi non ha a cuore l’evoluzione dell’uomo? Chi vuole tenerlo soggiogato e sottomesso? Forse quella ristretta cerchia di persone, quella massoneria deviata sfociata nella mafia, nella ‘ndrangheta, nella camorra? Ma L’Aquila è simbolo solare e come l’araba fenice risorgerà dalle sue ceneri se, come dice Steiner, il presente, tramite il ricordo, resti immortalato nell’anima e l’azione che nasce prepari il futuro. Che la ricostruzione di uomini e cose sia allora un esempio per tutti, un modello capace di sconfiggere il male a venire. E’ un monito non va disatteso.

Pubblicato sul numero 18 della rivista X Times (2010) 

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