La vita continua ad allungarsi ma la vita in salute si accorcia drasticamente. Sono i dati ufficiali di EUROSTAT ad informarci su questo crollo della speranza di vita in salute. Il Prof. Ugo Bardi (ASPO) definisce questo stato il “picco della salute”, analogamente al picco del petrolio.
Scrisse Ugo Bardi un po’ di tempo fa:
… sono apparsi diversi articoli sulla stampa inneggianti al recente record di longevità degli italiani, che alcuni attribuivano alle virtù della dieta mediterranea (vedi per esempio qui).
Come da prassi negli ultimi tempi, assumo che tutto quello che si legge sui giornali vada verificato. Il risultato è che l’annuncio – se non completamente falso – è comunque sospetto e sicuramente esagerato (vedi nota in fondo).
Per prima cosa, date un’occhiata ai dati che vedete nella figura all’inizio di questo post: sono i dati di EUROSTAT. Certamente, è vero che gli italiani sono longevi, anche se l’idea che l’aspettativa di vita continui ad aumentare è discutibile. Ma c’è un dato in più che ho trovato e che non era affatto menzionato nei comunicati degli ultimi giorni: di questi anni, quelli che passiamo in salute sono crollati brutalmente.
L’ “aspettativa di vita sana” (Healthy Life Expectancy) è un computo che fa Eurostat sul numero di anni che ci possiamo aspettare di vivere senza soffrire malattie croniche o disabilità fisiche. I risultati li vedete nel grafico all’inizio. Viviamo a lungo, si, ma viviamo peggio. Non ci serve a molto arrivare a tarda età se non viviamo una vita sana, se gli ultimi anni li dobbiamo passare intubati in un ospedale o imboccati dalla badante.
Cosa diavolo è successo nel 2003 per dare inizio a un tale crollo dell’aspettativa di vita sana?
…Cosa stiamo facendo di sbagliato? Sono fattori sociali, economici o ambientali? Può darsi che stiamo esponendo gli esseri umani a qualche fattore esterno che fa male? Nanopolveri, metalli, diossine, pesticidi, fertilizzanti, conservanti, brillantanti, coloranti o chissà che altro. E poi, stress, obesità, radiazioni elettromagnetiche e tante altre cose. E il cambiamento climatico? Non possiamo escludere nemmeno quello come fattore, soprattutto considerando che il fenomeno della riduzione della vita sana lo vediamo soprattutto nei paesi del Sud Europa, più esposti alle periodiche ondate di calore.
Insomma, ci sono troppi fattori, troppo complesse le loro interazioni. E non siamo per niente bravi a gestire sistemi “complessi” come il corpo umano o il clima terrestre…….
Questo grafico è stato realizzato dal Prof. U. Bardi usando dati recenti di EUROSTAT.
La Dottoressa Patrizia Gentilini fa riferimento ai DATI EUROSTAT e commenta:
È ora di passare dalle parole alle azioni: guardiamoci intorno, chiediamoci che ruolo hanno pesticidi, diossine, nichel, cadmio, cromo, piombo, mercurio, benzene, PCB, IPA e gli altri numerosissimi veleni presenti ormai stabilmente non solo in aria, acqua, cibo, ma nel nostro stesso corpo.
È ora di intraprendere azioni decise per ridurre la presenza di tali sostanze nell’ambiente, evitando ad esempio, di bruciare rifiuti o di inzuppare le nostre terre di pesticidi. Non sto inventando nulla di nuovo: nella lettera al Presidente Obama del 10 Aprile 2010 che accompagna il Report commissionato dal governo americano ad un Panel di Oncologi Reducing Environmental Cancer Risk, what we can do now troviamo scritte queste parole: “il popolo americano, ancor prima di nascere, è bombardato continuamente da una miriade di combinazioni di esposizioni tossiche. Il Panel La esorta [Presidente Obama] ad esercitare con forza tutto il potere della Sua carica per rimuovere le sostanze cancerogene e gli altri agenti tossici dal nostro cibo, dall’acqua e dall’aria…ARTICOLO COMPLETO
Vedi anche:
QUALCOSA E’ SUCCESSO NEL 2003
IMPORTANTE!: Il materiale presente in questo sito (ove non ci siano avvisi particolari) può essere copiato e redistribuito, purché venga citata la fonte. NoGeoingegneria non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale ripubblicato.Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.