E’ vero che quando qualcuno si presenta parlando “in nome della scienza” nasce immediato il sospetto di una fallacia ad autoritatem, o meglio di una forzatura da parte di chi voglia imporre a tutti i costi una certa linea di pensiero, facendosi scudo appunto con “la scienza”. (La recente esperienza dei vaccini è stata esemplare in questo senso).

Ed è questo sicuramente anche il caso dello scoop del New York Times, che ha anticipatamente reso pubblico un rapporto governativo sui cambiamenti climatici, la cui data ufficiale di pubblicazione era prevista per il 2018. Anzi, la giustificazione del NYT per questa pubblicazione anticipata è stata proprio “per evitare che gli uomini di Trump modifichino, taglino o sopprimano del tutto le informazioni scientifiche contenuto nel rapporto”.

Il quale – se fosse necessario dirlo – stabilisce “oltre ogni ragionevole dubbio la componente umana nel fenomeno del riscaldamento globale”.

E’ un voluminoso rapporto di ben 669 pagine, e chiunque abbia del tempo libero da adesso fino a Natale può provare a leggerlo tutto.

Dall’Executive Summary del rapporto però, a pagina 12, leggiamo: “A partire dal NCA3 [l’ultima edizione dello stesso rapporto, datata 2014] sono emerse prove sempre più convincenti di un continuo e rapido riscaldamento dell’atmosfera globale e degli oceani causato dall’uomo. Il presente rapporto conclude che è estremamente probabile che le attività umane siano state la causa principale del riscaldamento osservato a partire dalla metà del 20° secolo. Per questo riscaldamento nell’ultimo secolo non esiste una convincente spiegazione alternativa che sia supportata da prove osservabili.”

E più avanti, a pagina 39, leggiamo: “Svariati filoni di prove dimostrano che le attività umane – in particolar modo le emissioni di gas-serra – siano le principali responsabili per i cambiamenti climatici osservati nell’era industriale, specialmente negli ultimi 60 anni. […] Non abbiamo trovato nessuna prova convincente che le variazioni naturali [di clima] possano spiegare [da sole] il riscaldamento globale osservato durante l’era industriale.”

Da qui in poi inizia un vero e proprio diluvio di grafici, di tabulati e di statistiche che ben poche persone sarebbero in grado di analizzare correttamente, e tanto meno di confutare.

Il tutto, naturalmente, supportato da quintali di citazioni prese da riviste scientifiche peer-reviewed. Il che rende la cosa quasi sospetta, come dicevamo all’inizio.

E qui infatti si apre la fase più angosciante per chi vuole veramente capire qualcosa su questa faccenda. Perchè se è vero che non ci si può fidare ciecamente di chi dice di parlare in nome della scienza, è altrettanto vero che non ci si possa fidare nemmeno di chi dice con sicumera che “la storia del Global Warming causato dagli umani è stata ampiamente debunkata”.

Chiunque parli in termini di certezze assolute, in una faccenda complicata come questa, parla chiaramente per partito preso, e non come conseguenza di una approfondita e ragionata ricerca personale.

Io, nel mia umile ignoranza, mi affiderei ad un sano principio di precauzione, molto simile a quello che andrebbe usato in medicina: nel dubbio, astenersi. Astenersi dall’inquinare, dall’irrorare, e dal surriscaldare ovunque sia possibile farlo.

In attesa che arrivi qualcuno a mettere la parola fine a questa apparentemente irrisolvibile diatriba.

Massimo Mazzucco

FONTE 

 

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