ROMA – Anche la Groenlandia brucia. Gli incendi che sono divampati hanno raggiunto quasi il Circolo polare artico, arrivando per la prima volta ad una distanza di appena 150 chilometri. A lanciare l’allarme è l’associazione ambientalista Greenpeace Italia, con il direttore Giuseppe Onufrio che spiega come l’ondata di caldo eccezionale abbia portato incendi e roghi anche nelle zone del permafrost dove prima dominava il ghiaccio.

Gli incendi, continua poi Onufrio, potrebbero essere stati causati dai turisti accidentalmente (ndr consiglio di lettura per Onufredi vedi nota 1)  e si tratta del più grande mai visto dal satellite.

 Il quotidiano Repubblica riporta l’allarme lanciato sul sito di Greenpeace Italia:

L’ondata di calore di quest’ennesima, anomala, estate sta distruggendo il patrimonio ambientale italiano a ritmi preoccupanti secondo dati raccolti da Legambiente a fine luglio erano già andati in fumo quasi 75.000 ettari del nostro paese. Più di quanto bruciato l’anno scorso. Le cause sono note e la ‘sorpresa’ di troppi pare fuori luogo: azioni criminali (della criminalità organizzata o di singoli, per gesti di pura follia o di meditato calcolo) e dissesto del territorio con una manutenzione dei suoli, delle foreste e del patrimonio naturale in genere che non è all’altezza di un paese del g7.

Stupisce che in questo contesto non si discuta in modo approfondito degli effetti (ci sono? non ci sono?) dell’eliminazione del corpo forestale dello stato (adesso carabinieri forestali, senza più compiti specifici di lotta agli incendi) che sembrerebbe aver creato vari intoppi al contrasto ai roghi”.

Secondo Greenpeace non è stato considerato che il clima è cambiato e che già questo inverno anomalo e l’aprile senza piogge avrebbe dovuto far correre ai ripari:

Che gli incendi siano associati all’aumento delle temperature è ovvio. È notizia di questi giorni che in Siberia la superficie percorsa da incendi quest’anno ha già superato 1 milione di ettari con la spiacevole conseguenza che la fuliggine degli incendi, depositata sul ghiaccio ne aumenta il surriscaldamento e quindi la velocità di fusione. La stima è che ogni anno, in tutta la russia, si perdano 2,5 milioni di ettari di foreste. “E quest’anno- si legge in conclusione- per la prima volta in assoluto, sono segnalati incendi perfino in Groenlandia (forse, causati da incauti turisti) dove sono andati in fumo 1.250 Ettari a soli 50 km dal fronte di un ghiacciaio. A 150 km dal circolo polare artico. In un pianeta che non è più lo stesso”.

(ndr secondo noi Greenpeace si ostina di prendere atto della GUERRA AMBIENTALE IN ATTO)

FONTE http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/groenlandia-brucia-tutto-anche-li-fiamme-fino-a-150-km-dal-circolo-polare-artico-2734542/

Nota 1: 

ARTICO: considerazioni sull’annata 2017 e possibili conseguenze future

Questa estate, almeno sino a questo momento, è stata quindi caratterizzta da un profilo delle temperature che non ha presentato alcuna escalation decisa verso l’alto; a livello polare è stato preservato un profilo mediamente più freddo che ha permesso di recuperare punti percentuale sull’estensione totale della calotta rispetto al 2016, prendendo in tal modo le distanze dalla disastrosa annata del 2012…  In un certo qual modo, è come se l’atmosfera stesse tentando una nuova strada per salvaguardare la fascia artica da un surriscaldamento troppo accentuato. La cella di Ferrel, cioè quella adibita ad influenzare il clima delle medie latitudini, si ritrova ad essere quasi “stritolata” tra la cella di Hadley e la cella polare, incrementando la corrente a getto nella fascia delle medie latitudini ed impedendo alle masse d’aria roventi subtropicali di raggiungere la fascia polare.  LEGGI ARTICOLO INTEGRALE QUI  

L’aria rovente è arrivata.

 

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