Intelligenza artificiale, Microsoft punta al progetto Maven del Pentagono
Il Pentagono sceglie Microsoft per la commessa cloud da 10 miliardi di dollari prevista dal JEDI Cloud contract: sconfitta Amazon, abbandonato AWS.
Il Pentagono invita le aziende a cooperare nel campo dell’intelligenza artificiale. Dopo l’abbandono di Google, potrebbe essere Microsoft a partecipare al progetto Maven
Non basta il maxi contratto per il cloud del Dod. Microsoft punta a una collaborazione sempre più stretta con la Difesa e guarda al progetto Maven. Secondo Bloomberg, oggi rappresentanti dell’azienda guidata da Satya Nadella incontreranno i funzionari del Pentagono per discutere di come le aziende possano contribuire al lavoro militare sull’intelligenza artificiale. Nonostante già in passato Microsoft abbia ricevuto le obiezioni dei dipendenti riguardo l’uso dell’Ai a scopi militari.
LA GIORNATA DELL’INDUSTRIA AI
In base alla lista visionata da Bloomberg, interverranno circa 140 aziende e organizzazioni tra cui Boeing, Lockheed Martin, Anduril Industries e Ibm. Microsoft sarà dunque l’unica società Big Tech a prendere parte all’evento. Si tratta della “Giornata dell’industria dell’IA” e l’obiettivo dichiarato è quello di sviluppare la tecnologia AI per assistere i soldati sul campo. Il governo ha affermato di essere particolarmente interessato al riconoscimento facciale, all’elaborazione del linguaggio naturale, ai dati sui social media e al filmato sui droni.
IL PROGETTO MAVEN
Dall’aprile 2017 il Pentagono sta lavorando al Maven, noto anche come Algorithmic Warfare Cross-Functional Team (AWCFT), con la missione di “accelerare l’integrazione di big data e machine learning presso il Department of Defense (DoD)”. Il progetto utilizza software di visione artificiale per analizzare automaticamente i filmati raccolti dai droni militari statunitensi.
LE PROTESTE DEI DIPENDENTI GOOGLE
L’estate scorsa Google, uno dei primi partecipanti a Maven, ha dichiarato che avrebbe smesso di lavorare al progetto. Il colosso di Mountain View è stato costretto nella decisione dalle proteste dei dipendenti che pretendono Big G sia fuori dal war business. Google ha dovuto fare un passo indietro di nuovo a ottobre: ha rinunciato infatti a partecipare alla gara per il controverso progetto Jedi sulla fornitura del cloud computing del Pentagono, un contratto decennale dal valore di 10 miliardi di dollari.
MICROSOFT APPALTATORE MILITARE
Nel corso dell’ultimo anno Microsoft ha fatto notevoli progressi con le sue attività militari. Un anno fa ha vinto un contratto del valore di 480 milioni di dollari per per rifornire il ramo militare dell’esercito americano di ben 100.000 HoloLens per scopi sia da addestramento sia da combattimento. Il mese scorso si è aggiudicato il maxi contratto Jedi per costruire un’infrastruttura di cloud computing per il Dod, dopo aver battuto il dato per vincitore Amazon.
LE CRITICHE DEI DIPENDENTI
Entrambi i contratti hanno suscitato le critiche dei dipendenti Microsoft. A pochi giorni dal rilascio della seconda versione degli HoloLens, a fine febbraio un centinaio di dipendenti Microsoft hanno inviato una lettera, indirizzata al ceo Satya Nadella e al presidente Brad Smith, per chiedere l’annullamento del contratto con l’esercito americano per la fornitura degli occhiali per la realtà aumentata. Ma a differenza di Google, il management dell’azienda di Redmond non ha intenzione di cedere alle pressioni.
In un incontro con i dipendenti la settimana dopo che la società ha vinto il contratto Jedi, il ceo di Microsoft Satya Nadella ha fatto presente che la società rispetta le opinioni dissenzienti ma è sempre stata inequivocabile sull’intenzione di collaborare nel settore militare.
NON RESTARE INDIETRO NELL’AI
D’altronde si tratta di contratti appetibili sotto il profilo sia economico sia tecnologico. Il Dipartimento della Difesa statunitense ha tutta l’intenzione di focalizzare la propria attenzione sull’intelligenza artificiale nei prossimi anni.L’ultimo rapporto della National Security Commission on Artificial Intelligence (Nscai) avverte il governo degli Stati Uniti di essere troppo indietro rispetto a Cina e Russia nella corsa agli armamenti nel campo dell’intelligenza artificiale, chiedendo al contempo nuovi investimenti per favorire l’innovazione.
Jack Shanahan, direttore del Joint Artificial Intelligence Center, è a capo del progetto Maven del Pentagono, ha affermato che la notizia del ritiro di Google è servito per esporre problemi più profondi. “Alcuni dipendenti delle aziende del settore tecnologico non vedono ragioni convincenti per lavorare con il Dipartimento della Difesa”. Shanahan ha affermato che gli Stati Uniti non saranno in grado di raggiungere le linee guida delineate nel nuovo rapporto senza partenariati pubblico-privato, che ha descritto come “l’essenza del successo Usa come nazione”.
COME SEDURRE GOOGLE, FACEBOOK E MICROSOFT
Per il Pentagono l’intelligenza artificiale sarà quindi la nuova frontiera dello strumento militare. La collaborazione con le big tech del settore è dunque fondamentale per non restare indietro. Proprio per ingraziarsi le aziende (e i loro dipendenti) il Pentagono ha chiesto al Defense Innovation Board, un gruppo consultivo composto da dirigenti di Google, Microsoft e Facebook, l’elaborazione di linee guida etiche per evitare che l’IA militare possa andare fuori strada.
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