Articolo di Nogeoingegneria
Polesine 1951
Dopo giorni di incessanti piogge, la piena del fiume Po, sommata a quella dei suoi affluenti, tutta la vasta area della provincia di Rovigo fu sommersa dall’alluvione. Le vittime furono un centinaio, gli sfollati ben 180 mila. L’alluvione del Polesine rappresentò un duro colpo. Moltissime persone emigrarono: se nel 1951 la popolazione del Polesine era di quasi 358 mila abitanti, nel 1961 si era ridotta a meno di 278 mila.
Maria Rita Orsogna accusa lo sfruttamento del sottosuolo come causa del disastro alluvionale del ’51.
Questa circostanza ebbe senza dubbio un ruolo importante; l’estrazione del metano dagli anni ’30 al 1954 produsse un abbassamento del suolo polesano e della laguna veneta e portò riduzione della difesa dal mare, impoverimento delle colture (perchè dal sottosuolo penetrava il cuneo salino proveniente dal mare) e cedimenti degli argini dei fiumi, con l’ultima nefasta conseguenza dell’alluvione del Po.
Ma forse c’erano anche altri fattori a contribuire a quella catastrofe e dovrebbero essere indagati. Dal 1947 erano iniziate le sperimentazioni di ‘precipitazioni manipolate’ e viene da chiedersi: i primi di novembre del 1951 erano in corso inseminazioni di nubi e correnti per aumentare le piogge? Le piogge eccessive che furono indicate come causa del disastro erano naturali o incentivate?
Scrive Maria Rita ORSOGNA
Ecco qui. Rai Cultura. La alluvioni del Polesine degli anni 1950 a causa dell’ “estrazione indiscriminata di metano che provoco’ un abbassamento del suolo da due a quattro metri”. Parola di Rai Cultura.
100.000 ettari persi – 180.000 profughi – 80.000 definitivi – Calo medio popolazione 22% – 700 case distrutte – 6.000 mucche morte -Le fogne rigurgitano – Comunicazioni interrotte – Richieste di aiuto ininterrotte – Manca luce e telefono – Gente sui tetti – Sei metri di acqua – Pozzi di metano dappertutto
“L’insediamento industriale del Polesine ha uno dei livelli più bassi d’Italia. Perché tutto questo? In Polesine i pozzi per l’estrazione delle acque metanifere sono ancora il motivo dominante del paesaggio.Centinaia, migliaia di pozzi. Pozzi ovunque come tanti resti archeologici.L’estrazione delle acque metanifere è cominciata prima della guerra. Una corsa sfrenata al metano in un clima da Texas, da terra di conquista. Si estraeva metano dappertutto nell’esaltazione di una terra povera che improvvisamente vedeva schiudersi la ricchezza. Ma 20 anni di estrazioni indiscriminate hanno provocato un generale abbassamento del suolo. Una intera regione e’ sprofondata di due metri, in alcuni punti addirittura di quattro metri.
E si sono abbassati con i terreni anche gli argini del Po. L’acqua del fiume invece, condizionata dal livello del mare è rimasta sempre alla stessa altezza.
Lo sfruttamento del metano e’ stato sospeso per legge nel 1963. Nelle campagne del Polesine sono rimaste soltanto le polle dove l’acqua metanifera sbocca per forza naturale. I problemi del Po si riflettono su chi vive ancora nella zona del Delta.
I mutamenti del fiume voluti dall’uomo hanno modificato sostanzialmente la struttura ambientale.
La pesca e’ cambiata in generale.
L’acqua non e’ tanto buona.
A causa dell’abbassamento abbiamo le case piene di umidità.
Ci tocca scappare tutti.
Eravamo 6500 persone, ora siamo 2000.
Di pescatori eravamo 2000 ora siamo 300.
La gente ha dovuto emigrare.
A causa dell’abbassamento non c’è più il cibo per i pesci.
Lo dicevano nel 1961….FONTE
La sensibilità verso l’ambiente cresce di fronte agli eventi estremi. Questo articolo sottolinea la necessità di ripristino degli alvei fluviali, con la loro vegetazione caratteristica, della liberazione di sorgenti e ripristino di paludi per mitigare e/o prevenire disastri ….MA sistematicamente vediamo ignorata la realtà delle manipolazioni atmosferiche in atto, messe da parte. Eppure i dati e le prove ci sono e sono consistenti.
Perché tutti continuano a far finta di niente?
La guerra ambientale è in atto .
ALCUNI DOCUMENTI UFFICIALI
parlano dei principali piani ed esperienze di laboratorio e campali realizzate dal 1947 al 1960 relativamente alla modificazione artificiale delle condizioni meteorologiche in generale e della induzione artificiale delle precipitazioni atmosferiche. Sono descritti alcuni principi su cui sono fondate le tecniche più note sulle operazioni di induzione provocata delle precipitazioni atmosferiche e infine sono trattati brevemente gli aspetti ancora aperti alla ricerca e le varie possibilità pratiche di intervento dell’uomo sulla modificazione artificiale delle condizioni meteorologiche.
ESTRATTI
ESPERIENZE DI MODIFICAZIONE DELLE CONDIZIONI METEOROLOGICHE EFFETTUATE DAL 1947 AL 1960.
Dopo le su citate esperienze di laboratorio di J. Langmuir, V. J. Schaefer e quelle successive di B. Vonnegut (;), furono effettuate, negliU.S.A., dal 1947 al 1951, due serie di esperienze campali, con largo uso di mezzi terrestri ed aerei, sia n»lle operazioni sia nelle osservazioni dei risultati, note col nome di «Project Oirrus » e « Cloud Physics Project».
Queste esperienze si possono considerare fondamentali per l’ulteriore evoluzione di queste ricerche. Nella prima serie d’esse (Project Oirrus), sovvenzionata dalla organizzazione militare e affidata alla direzione di
1. Langmuir e V. J . Schaefer, fu data la prova tangibile della possibilità di indurre artificialmente la precipitazione, di dissolvere parzialmente o totalmente determinati sistemi di nubi ed, in genere, di alterare le condizioni meteorologiche naturali. I risultati pubblicati e discussi in numerosi lavori (*• 10- u ‘ 12′ 13′ ls) non mancarono di suscitare molte speranze e, come spesso accade, anche molte illusioni.
La seconda serie (Cloud Physics Project), sostenuta dalle organizzazioni meteorologiche civili degli U.S.A., mentre confermò la possibilità della alterazione dei sistemi nuvolosi, attraverso la nucleazione artificiale dell’atmosfera, denunciò la scarsa importanza economica dei risultati ottenuti
e soprattutto la grande difficoltà di discernere i fenomeni naturali da quelli che potevano essere provocati artificialmente.
Molte controversie “) sollevarono le conclusioni tratte da I. Langmuir (20) circa la possibilità di effetti immediati e prolungati della nucleazione artificiale dell’atmosfera sulle condizioni meteorologiche generali e, soprattutto, sulle possibilità di modificare il clima su scala continentale. Queste affermazioni si fondavano prevalentemente su un esperimento condotto dallo stesso I. Langmuir (2l), mediante un generatore di sostanze nucleanti artificiali (fumi di ioduro d’argento), ubicato al suolo ed operante con una periodicità a ritmo settimanale. Dall’esame dei dati pluviometrici e delle temperature in quota,I. Langmuir aveva ritenuto di dover concludere che, alla periodicità della nucleazione artificiale dell’atmosfera effettuata, corrispondeva una analoga periodicità in vari elementi meteorologici su una vasta zona negli U.S.A.
Contemporaneamente tra il 1947 ed il 1951 furono realizzate numerose altre serie di esperienze in vari paesi come in Australia (22>23),in Canada (21), in Africa orientale (25), in Algeria (26), nello Stato di Israele (27), in Francia («. ».30), in Italia (31-32). …..
Le ricerche, per quanto riguardano il primo punto, sembra debbano mettersi in relazione, anche alla attività delle meteoriti. E. G. Bowen (“),nel 1953 aveva notato che, fra le date in cui si erano verificati i massimi della precipitazione atmosferica osservata su tutta la Terra, su medie di molti anni, e le date spostate di 30 giorni delle cosidette piogge di meteoriti, esisteva una forte correlazione.La ipotesi formulata da Bowen, su una possibile nucleazione atmosferica dovuta alle polveri meteoriticlie,ha sollevato varie critiche («. “), come ha trovato qualche possibilità di conferma sulle capacità nucleanti dell’aerosol prodotto con particelle volatizzate di metalli (78)
Negli anni ’50 quindi erano già oltre venti i Paesi che avevano iniziato a manipolare attivamente le nuvole. Secondo vari studi, la tecnologia di manipolazione del tempo non è stata sufficientemente testata in termini di rischio di contaminazione e danneggiamento potenziale dell’ambiente circostante. Questo non deve sorprendere, infatti abbiamo una lunga lista di negligenze, pare che in queste forme di sperimentazione la norma sia quella di non badare agli effetti “secondari”.
Sono stati eseguiti numerosi esperimenti dal 1950 in poi in Piemonte, e in particolare nella province di Torino e Asti. Le operazioni in cielo si concentravano sullo studio e la manipolazione della condensazione dei vapori acquei in atmosfera, sia in stato liquido che solido. I due ricercatori furono i Dr. M. Barla, e E. Barber
Durante i test furono dispersi con gli aerei queste sostanze:
ioduro d’argento – ossido di cerio – sali ossigentati della classe delle apartiti e delle nefeline. – ossido di alluminio trattato con mercurio e radio-attivato (cioè reso radioattivo)
Gli scienziati osservavano: “Radioattivando gli ossidi mediante una irradiazione neutronica questi acquistano una forte attività condensante e la quantità da immettere nell’ambiente umido risulta enormemente minore”. I risultati contro la grandine furono positivi. Da parte nostra possiamo osservare: dopo decenni di interventi mirati le grandinate, invece di diminuire in frequenza, sono aumentate a dismisura. Le formule escogitate per sconfiggere i chicchi di ghiaccio ci chiariscono le idee su brevetti, proposte e sperimentazioni di data più recente.
DETTAGLI : “Nuclei di condensazione prodotti da ossidi radioattivati” Dr. M. Barla, e Dr. E. Barber Guardi QUI e QUI
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