l 12 settembre è stata depositata alla Prima Sezione del TAR Palermo la relazione di verifica del Prof. Marcello D’Amore, professore emerito dell’Università della Sapienza in Roma e maggior esperto nazionale sull’argomento, riguardante il MUOS. Il TAR, in esito all’udienza dello scorso 27 Marzo aveva chiesto infatti al Prof. D’Amore di integrare la propria relazione tenendo conto dello studio condotto dall’ISS e di quello dell’ENAV.
La Relazione del Verificatore smonta in maniera netta e totale le rassicuranti affermazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, di ISPRA e dell’ENAV. Contiene a tratti, pur nel linguaggio scientifico e pacato del maggior esperto italiano nel settore, professore emerito all’Università della Sapienza di Roma, critiche così brucianti all’operato di quello che sarebbero tre organismi dello Stato Italiano che dovrebbero tutelare la salute e la sicurezza degli italiani, in questo caso residenti in Sicilia, che provo io stesso vergogna per loro.
Io faccio parte di un pool di dieci tecnici e scienziati che — a titolo di consulenza per i vari Comuni ed Associazioni che sono in causa al TAR — hanno presentato al verificatore del TAR un’ampia Relazione dove venivano messe in evidenza tutte le aberranti inesattezze, facilonerie, errori, sottovalutazioni dei Rapporti ISS, ISPRA e ENAV, e dove era affermato ancora una volta l’illegalità dell’autorizzazione a costruirlo, e l’assoluta infondatezza della “Revoca della Revoca” che la Regione Siciliana ha emesso la scorsa estate e che ha permesso di ultimare il MUOS, che è ora funzionante.
La Relazione di noi tecnici non è stata diffusa finora per correttezza, in quanto non si voleva che la sua diffusione pubblica suonasse come un’indebita pressione sul Verificatore e sul TAR. Ma ora: E’ SCARICABILE PUBBLICAMENTE QUI.
Tutte le nostre istanze ed osservazioni tecniche e scientifiche sulla pericolosità del MUOS e sull’assoluta insufficienza e illegalità delle indagini ambientali fatte è totalmente confermata dal più autorevole esperto in materia d’Italia.
Leggiamo. Anzi, vediamo la frase principale del Rapporto in una bella foto.
E adesso, signor Crocetta? E adesso, signora Lo Bello? E adesso, scienziati e tecnici che dicevate che tutto era bello e buono? E adesso, signori dell’ARPA Sicilia? E adesso, signori del ISS e dell’ISPRA? E adesso, cari signori dell’Esercito? E adesso, signori e signora Ministri della Guerra? E adesso, signori ambasciatori e consoli USA più o meno rispettabili? E adesso, colleghi siciliani che avete sempre evitato di pronunciarvi? E adesso, “professor” Oetting del forno a micro-onde? E adesso, signori deputati e senatori del Parlamento Italiano? E adesso, signor Enrico Letta? E adesso, signor Ignazio la Russa?
Ci sarà una sentenza del TAR, a novembre. Sulla quale a questo punto non dovrebbero sussitere dubbi. Ma siamo pur sempre in Italia e già immagino l’agitarsi sottobanco di tutti quelli che rischiano ora carriera, posto, prebende.
Andiamo per un attimo sul tecnico.
Il Verificatore, nelle proprie conclusioni scrive che l’Istituto Superiore di Sanità, non è stato in grado di procedere all’acquisizione né dei codici di calcolo, né dei dati dettagliati necessari, come si legge nella relazione dell’11.07.2013, per cui è dovuto ricorrere a procedure di calcolo semplificate ritenendo che tali procedure potessero dare indicazioni nell’ottica del caso peggiore. Supposizione errata. I calcoli sono stati effettuati in maniera corretta dal Verificatore, e contrariamente a quantostimato dall’ISS, risultano superiori ai limiti previsti dalle normative nazionali che, a differenza dei limiti spesso citati dall’ISS, costituiscono il solo riferimento di legge. Secondo D’Amore tale modo di operare rende per alcuni versi erroneo e, per altri, inattendibile il lavoro dell’ISS. L’affermazione dell’ISS di danno trascurabile conseguente all’esposizione di una persona agli elevati valori della densità di potenza e del campo elettrico lungo l’asse del fascio a 1600W e 31 GHz, nel caso di malfunzionamenti dei sistemi di puntamento o di eventi sismici, non è condivisibile. Al contrario si ritiene che tale evento debba essere evitato.
Altri rischi il verificatore coglie per il corretto funzionamento degli apparecchi elettromedicali che ISS ha invece liquidato con faciloneria nonostante i nostri ripetuti richiami alla pericolosità del MUOS per quei dispositivi.
Unico aspetto positivo, sul quale anche noi avevamo a suo tempo concordato, la preoccupazione espressa dall’Istituto Superiore di Sanità per la già critica situazione sanitaria del territorio interessato, già penalizzata dalla presenza del Petrolchimico e di altri inquinanti da correlarsi alla mancanza di studi sull’interazione delle diverse forme di inquinamento (chimico ed elettromagnetico) e dalla loro interazione, cosa che però ISS si è sempre rifiutato di considerare.
Sulla base dei dati correnti di mortalità e di ospedalizzazione della popolazioni di Niscemi emerge un profilo di salute per molteplici aspetti sovrapponibile a quello della popolazione del Comune di Gela.Rispetto alle statistiche della Regione Siciliana si evidenziano per il genere maschile eccessi significativi per i tumori maligni nel loro complesso, tra cui il tumore del polmone e i tumori maligni delle ossa e della cartilagine, e per il genere femminile un eccesso per tumori malignidel sistema linfoematopoietico (leucemie e linfomi).
Il rapporto ISS ritiene che tali patologie siano dovute ad esposizioni di varia natura, in alcuni casi correlabili ad esposizioni in ambito agricolo, tuttavia non prende in considerazione che una possibile causa potrebbe essere riferita agli effetti di esposizione a campi elettromagnetici, o ad una azione sinergica con le altre esposizioni, come noi abbiamo ampiamente ribadito.Pienamente condivisibile il richiamo finale sulla particolare attenzione e sulla cautela da dedicare ai rischi di esposizione dei bambini, della popolazione di Niscemi in quanto più “suscettibili degli adulti ad alcuni cancerogeni, incluse alcune sostanze chimiche e varie forme di radiazioni”.
Viene anche sottolineato che ISS afferma le risultanze degli studi svolti a livello internazionale non consentono di pronunciarsi in modo positivo o negativo sugli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute. Ma una tale affermazione — fa notare giustamente il Verificatore — potrebbe essere intesa come giustificazione per l’adozione del principio di precauzione.
Sull’operato di ISPRA, che sarebbe l’ente preposto a tutelare la popolazione italiana dalle radiazioni elettromagnetiche e ionizzanti, il Verificatore riporta fatti che mettono i brividi. I valori di campo elettrico nelle misure condotte da ISPRA sono stati ottenuti in un periodo di tempo limitato di dieci giorni, e sono notevolmente inferiori nei siti prossimi alla base NRTF, in particolare in località Ulmo, a quelli misurati in passato da ARPA Sicilia in prolungati periodi di tempo. Inoltre i siti di misura scelti da ISPRA non sembrano coincidere con quelli scelti da ARPA Sicilia. Le motivazioni di tali macroscopiche discordanze avrebbero dovuto costituire oggetto di indagine da parte di ARPA Sicilia, tenuto anche conto che i risultati delle misure eseguite da ISPRA in collaborazione con la stessa ARPA Sicilia sono stati utilizzati dall’ISS per dimostrare che i campi elettromagnetici irradiati dalle antenne della base NRTF rispettano i limiti previsti dalla normativa nazionale e sarebbero irrilevanti nell’eventuale cumulo con il campo elettromagnetico irradiato dalle antenne MUOS. In mancanza di tali approfondimenti le risultanze sperimentali del rapporto ISPRA nonpossono essere considerate dirimenti ai fini della valutazione dell’impatto elettromagnetico prodotto dalle antenne della base NRTF in prolungati periodi di tempo e di conseguenti rischi di esposizione per la popolazione.
Pesanti come macigni poi le osservazioni sui rischi per il traffico aereo. Infatti l’ENAV ha basato le proprie valutazioni utilizzando algoritmi per il campo lontano, mentre, come già chiarito nella prima verificazione, il campo vicino per questo tipo di impianti ha una lunghezza di circa 67 Km. Ciò oltre ad inficiare le valutazioni fatte dall’Ente, le rende parziali ed insufficienti non essendo stata valutata assolutamente l’interferenza con gli aeroporti di Catania e Sigonella che pure rientrano nel capo vicino del fascio d’onde prodotto dalle parabole del MUOS.
Vale appena la pena di ricordare — come facciamo da anni — che la realizzazione del MUOS venne trasferita da Sigonella, dove originariamente era stata progettata, a Niscemi per il rischio che le onde provocassero l’innesco degli ordigni collocati sugli aerei. Il motivo è evidente: e il trasferimento ha tutelato gli aerei da guerra di Sigonella, mentre non dà alcuna garanzia per gli aerei civili.
Un tecnico indipendente ed autorevolissimo, incaricato dal TAR, ha certificato quanto affermato da tempo dagli avvocati e dai comitati NO MUOS, riguardo il fatto che l’elaborato dell’ISS conteneva degli elementi di preoccupazione che non giustificavano la cosiddetta “revoca delle revoche” del 24 luglio 2013. Anzi, c’erano tutti gli elementi per confermare e mantenere la revoca (o meglio l’annullamento) delle autorizzazioni.
La decisione spetta al TAR che ha fissato la prossima udienza per il 25 novembre e che dovrà tener conto di quanto riferito dal Verificatore.
La verità non è quella di ISS, di ISPRA, di ENAV e di tutti i tecnici ed esperti di Stato: esperti che, tra parentesi, sono pagati dallo Stato e quindi da noi cittadini. La verità è un’altra, ed è scritta nella Relazione del Verificatore.
Non è scritta da me, non da noi tecnici che, come disse il signor Rosario Crocetta, “siamo di parte”. Forse, non sarebbe inutile — a questo punto — che imparasse a fare una cosa inusuale: chiedere scusa. Ma non a noi, che di scuse non sappiamo che farcene. Ai Siciliani.
Noi ora, forti di tutta la verità scientifica, chiediamo quanto è ovvio: MUOS SPENTO SUBITO.
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