È con somma mestizia che diamo l’annuncio della morte del medico e scienziato Luc Montagnier. Uno di quei scienziati che hanno nobilitato la scienza nei suoi tempi più bui e che sempre hanno perseguito con onestà intellettuale e con rara coerenza la via di una ricerca disinteressata e amica della verità.

Sotto questo riguardo Montagnier rappresenta un caso di scienziato controcorrente che ha saputo mantenere fermissima la scienza nel suo presupposto di ricerca della certezza non condizionata e non condizionabile. Nel Galileo di Brecht si dice che Galileo con l’abiura abbia salvato la propria vita e che non abbia tradito la scienza poiché le sue certezze tali sono rimaste.

Brecht fa notare che quel gesto di abiura rappresenta però un tradimento dell’idea stessa della ricerca della verità. Ebbene possiamo dire che Luc Montagnier non ha compiuto quel tradimento anzi egli con coerenza ha sempre testimoniato controvento e contro tutto e tutti l’importanza della ricerca disinteressata.

In ciò sta il motivo principale della sua grandezza, oltre che naturalmente la sua unica e irraggiungibile capacità di fare scoperte nell’ambito medico, in particolare in relazione al tema dell’AIDS, cosa che gli valse il premio Nobel.

Voglio svolgere una triplice considerazione. In primis l’enigma sulla scomparsa di Montagnier, dacché di vero enigma si può parlare. Di giallo intorno alla sua scomparsa parlava anche Rainews. Nelle prime non si sapeva cosa fosse realmente accaduto o se si trattasse semplicemente di una menzogna perfida. Alla fine dopo più di un giorno si è giunti a sapere che effettivamente era morto Luca Montagnier.

La seconda considerazione riguarda un altro aspetto. Montagnier da subito ha assunto una posizione controcorrente sul piano della narrazione pandemico sanitaria e l’ha fatto sostenendo fin dal primo momento che il virus in questione lungi dall’essere frutto del salto di specie era un prodotto di laboratorio. Secondo le analisi di Montagnier si trattava di una bio-ingegnerizzazione dimostrabile. Ciò valse a rendere Montagnier massimamente inviso all’ordine del discorso dominante e ai suoi pretoriani adepti del terapeuticamente corretto.

In terzo luogo desidero mettere in luce il mutamento di trattamento a cui Montagnier è andato incontro in questi anni da parte del circo mediatico e del clero giornalistico. Montagnier, un tempo celebrato come stella del firmamento medico, da qualche tempo era stata svilito ad impostore o come disse qualcuno a vero e proprio rimbecillito. Non appena si intraprendano posizioni controcorrente, questo è il duro prezzo da pagare.

Una sorte analoga a quella subita da un altro grande medico, in questo caso italiano, Giulio Tarro, che prima dell’emergenza pandemica era celebrato a piè sospinto e che ora viene assai spesso ignorato quando non direttamente sottoposto a trattamenti di ingiuria. Il fatto che Montagnier abbia comunque deciso di procedere lungo la sua via, ben sapendo incontro a cosa andava, è la prova di un’eroica volontà di fare ricerca indipendentemente da interessi materiali.

Onore a Luc Montagnier che testimonia dell’importanza di una scienza onesta e che proceda contro gli interessi materiali e a favore della ricerca fine a se stessa della verità, cioè della certezza.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro

FONTE https://www.radioradio.it/2022/02/onore-a-luc-montagnier-morte-fusaro-scienza/

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