In uno studio pubblicato il 29 giugno su JAMA Cardiology, i ricercatori hanno descritto 23 casi di miocardite in membri militari sani che hanno sviluppato la condizione entro quattro giorni dalla ricezione dei vaccini COVID di Pfizer o Moderna. VEDI  QUI 

USA: un nuovo studio collega il “dolore toracico acuto” nei soldati maschi ai vaccini mRNA

Novità dal fronte vaccini-militari statunitensi. Con i vaccini basati sulla tecnologia mRNA (Pfizer-BioNTech e Moderna) sul banco degli imputati perché ritenuti responsabili di un aumento anomalo di casi di miocardite. 

Uno studio pubblicato sul Jama Cardiology Journal, ha mostrato che 23 soldati maschi (di cui 22 ritenuti “precedentemente sani”) di età compresa tra 20 e 51 anni presentavano “insorgenza acuta di dolore toracico marcato” entro quattro giorni dal ricevimento della seconda dose di vaccino. Nel caso di studio sono stati inclusi i pazienti che hanno cercato assistenza per il dolore toracico nel sistema sanitario militare in seguito all’inoculazione del vaccino anti-Covid e che a cui successivamente è stata diagnosticata una miocardite clinica.

Tutti i membri che hanno eseguito il test per la miocardite (una condizione che causa il gonfiore del muscolo cardiaco e può causare difficoltà respiratorie, insufficienza cardiaca e morte) erano tutti “fisicamente in forma per gli standard militari e privi di qualsiasi storia nota di malattie cardiache, fattori di rischio cardiaco significativi o esposizione ad agenti cardiotossici”.

I soggetti sottoposti allo studio sono stati sottoposti a test di elettrocardiografia ed ecocardiografia. Reperti elettrocardiografici anomali sono stati registrati in 19 pazienti (83%): i risultati includevano innalzamenti del tratto ST, inversioni dell’onda T e alterazioni aspecifiche del tratto ST. L’ecocardiografia in 4 pazienti (17%) ha dimostrato una riduzione delle frazioni di eiezione ventricolare sinistra (dal 40% al 50%).

I sintomi cardiaci sono svaniti entro una settimana dall’esordio per 16 pazienti, mentre altri 7 hanno continuato ad avere dolore e sono ancora sotto osservazione. 

Come ha mostrato una tabella dello studio, il numero di casi di infiammazione cardiaca segnalati nelle forze armate è molto più alto del tasso che ci si potrebbe aspettare data l’incidenza di questi sintomi a livello di popolazione. Ciò suggerisce che è probabile che alcune nuove variabili stiano causando l’aumento dei casi.

 

Gli autori dello studio hanno concluso che mentre il rischio complessivo per i pazienti che hanno ricevuto un vaccino mRNA rimane estremamente basso, gli Stati Uniti non sono i soli a scoprire questi casi. Anche in Israele dove la popolazione è stata inoculata principalmente con vaccini mRNA, si sta assistendo a un’incidenza sorprendentemente alta di infiammazione del cuore che è probabilmente collegata ai vaccini, concludono gli autori dello studio. 

La Redazione de l’AntiDiplomatico

 

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