Il Consiglio di Sicurezza della Transnistria ha riferito che tra ieri e oggi ci sono stati tre attacchi nel territorio della regione separatista moldava. Lo riporta la Tass riferendo che è stato colpito ed è saltato in aria il centro di trasmissione della radio russa.
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Il conflitto in Ucraina si starebbe trasformando in una tenaglia che potrebbe stritolare il Paese e che trascinerebbe l’Europa in una possibile terza guerra mondiale.
Se fino ad ora l’operazione russa si è concentrata nell’Est dell’Ucraina, nelle ultime ore non arrivano buone notizie dalla Transnistria, regione indipendentista incastonata tra l’Ucraina dell’ovest e la Moldavia. Due esplosioni si sono registrate, una a Tiraspol, la capitale, in cui tre uomini hanno attaccato il ministero della Sicurezza.
Gli uffici erano vuoti a causa delle festività pasquali ortodosse e quindi si sono verificati solo danni all’edificio senza vittime o feriti.
La seconda esplosione ha coinvolto un centro di trasmissione radio. “Due delle antenne più potenti sono fuori servizio: una di 1 megawatt, la seconda di mezzo megawatt. Entrambe trasmettevano emittenti della Federazione Russa. Nessuno dei dipendenti del centro radiofonico e dei residenti locali è rimasto ferito” – riferisce il servizio stampa del ministero dell’Interno.
A Mayak, una zona a 11 chilometri a nord-est di Grigoriopol, in Transnistria, si trova il trasmettitore ad onde medie e corte più grande d’Europa. Costruito tra il 1968 e il 1975 durante l’epoca sovietica, le potentissime antenne servivano per irradiare la Voce della Russia in Europa e fino agli Stati Uniti.
Prima dell’esplosione delle scorse ore il ripetitore veniva utilizzato per ritrasmettere in onde medie l’emittente russa di informazione Vesti FM e in onde corte la Trans World Radio, emittente cristiana evangelica.
In Transnistria l’esercito russo mantiene dagli anni novanta del novecento un piccolo contingente di 1500 uomini, ma i legami tra la regione e la Russia sono molto forti, considerando che nel Paese il russo è tra le lingue ufficiali e i russi etnici sono il 30% della popolazione che conta ad oggi 350mila abitanti.
Secondo alcuni analisti moldavi di Watchdog gli attacchi sarebbero stati messi in atto dai russi per far cadere la colpa sull’Ucraina e così giustificare un eventuale attacco. Tuttavia, il giornalista ucraino Yuri Botusov si sarebbe detto convinto che l’unico modo per salvare Mariupol dai russi è colpire la Transnistria.
Intanto il presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha convocato il consiglio di sicurezza nazionale per discutere la situazione nella regione della Transnistria ed eventualmente decidere alcune misure per rafforzare la difesa del Paese. Secondo l’agenzia di stampa Tass, le forze russe avrebbero eliminato 500 nazionalisti ucraini, tra i quali 60 militanti del gruppo nazionalista del Donbass. Lo ha riferito in una conferenza stampa il portavoce del ministero della Difesa, Igor Konashenkov.
Sul fronte americano l’obiettivo è continuare a supportare l’Ucraina. “Oggi siamo qui riunti, oltre 40 Paesi, per aiutare l’Ucraina a vincere la battaglia contro la Russia. L’Ucraina ha fatto un lavoro straordinario nel difendersi dalla aggressione russa e la battaglia di Kiev entrerà nei libri di storia. Ma ora la situazione sul campo è cambiata, con l’offensiva nel sud e nel Donbass e dobbiamo capire di cosa ha bisogno l’Ucraina per combattere”. Lo ha detto Lloyd Austin, segretario della Difesa Usa, aprendo il vertice nella base militare Usa di Ramstein, in Germania.
Le parole del funzionario americano non lasciano spazio alle interpretazioni, appare infatti evidente che il conflitto in Ucraina si sia trasformato in un confronto aperto tra la Russia da un lato e Gli Stati Uniti e la NATO dall’altro.
Proseguono senza sosta gli invii di armi e mezzi dall’Europa a Kiev. Nelle ultime ore la Polonia, attraverso il primo ministro Mateusz Morawiecki, ha confermato l’invio di 100 carri armati T-72M1R all’Ucraina. In totale la Polonia avrebbe inviato un totale di 1.6 miliardi di dollari in armamenti.
https://www.byoblu.com/2022/04/26/esplosioni-in-transnistria-distrutto-il-trasmettitore-russo-di-mayak/
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A DISTANZA DI 11 KM MAYAK
“Nel 2011, dopo il disastro nucleare di Fukushima, in Giappone, i media di tutto il mondo stimarono le conseguenze delle radiazioni rilasciate sulle persone e sull’ambiente. Esperti e scienziati fecero paragoni con il disastro di Chernonbyl del 1986. Fui sorpreso che nessuno parlasse di Mayak” afferma il regista. “Mi sono reso conto che, ancora oggi, uno dei peggiori disastri nucleari della storia è sconosciuto al grande pubblico. Ho pensato che questa storia dovesse essere raccontata e ho quindi deciso di farne un film”.
DA MAYAK A MAYAK – LA METAMORFOSI
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