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Quello di Mayak è uno dei più grandi disastri ecologici creati dall’uomo, ma è stato dimenticato troppo in fretta.

È stato il primo grande incidente nucleare che ha rilasciato una contaminazione radioattiva pari a 20 volte quella di Chernobyl. La centrale nucleare di Mayak è situata negli Urali, nella regione di Chelyabinsk a 1500 chilometri da Mosca. Fu costruita nel 1948 per creare plutonio per la realizzazione della prima bomba atomica sovietica. Quella di Mayak in realtà è una storia complessa: ci furono tre incidenti principali.

Il primo avvenne nel periodo tra il 1949 e il 1952, quando la centrale di Mayak riversò tutti i rifiuti radioattivi nel fiume Techa, inclusi ovviamente quelli di alto livello radioattivo. Nessuno tra gli scienziati, i fisici o i dottori si interessò alla salute della popolazione locale, perché in primis c’era una finalità governativa, ma il villaggio più vicino era a soli 7 chilometri da Mayak, lungo il corso del fiume Techa. Si chiamava Metlino. Nel 1950 la popolazione iniziò ad ammalarsi di cancro e si moltiplicarono i casi di malformazioni congenite. Infine il 70% della popolazione fu colpito da leucemia. Solo allora gli scienziati decisero di evacuare e distruggere tutti i villaggi del territorio. Nel periodo tra il 1951 e il 1961 furono evacuati e distrutti 25 villaggi lungo il fiume Techa. Vista la situazione i responsabili della centrale smisero di scaricare i rifiuti di alto livello radioattivo nel fiume Techa e decisero di stoccarli sottoterra in grandi contenitori, ma continuarono a sversare nel fiume i rifiuti di medio e basso livello, senza alcuna precauzione per la popolazione locale. E anche oggi, secondo molte ONG locali, continuano a farlo, visto che la concentrazione di radioattività non diminuisce nel tempo, come invece dovrebbe.

La quantità totale di rifiuti radioattivi che è stata riversata dalla centrale di Mayak nel fiume Techa nel corso degli anni è di circa 500 milioni di metri cubi. Inoltre nel primo periodo di attività l’impianto nucleare non era dotato di filtri, per cui molti elementi radioattivi venivano emessi direttamente nell’aria, tra questi anche lo Iodio 131. Le persone che vivevano in prossimità dell’impianto furono esposte a una forte dose di Iodio radioattivo, e la popolazione dell’area più contaminata, quella di Kyshtym e di Novogorny, oggi presenta patologie alla tiroide con un’incidenza notevolmente superiore rispetto al resto della Russia.

Il secondo incidente, avvenne il 29 settembre 1957: un serbatoio di stoccaggio di rifiuti radioattivi liquidi esplose a seguito di un guasto del sistema di raffreddamento. Una popolazione di 270 mila persone e una superficie totale di 23 mila chilometri quadrati risultarono contaminate da plutonio e stronzio. La zona di inquinamento radioattivo è ora chiamata EURT (East Ural Radioactive Trace).

Il terzo incidente avvenne nel 1967. Il lago Karachay, situato vicino al complesso nucleare di Mayak, fu utilizzato fin dall’inizio per riversare i rifiuti radioattivi. Nel 1967 ci fu un’estate molto calda, torrida, e la costa del Lago Karachay si prosciugò. Un giorno ci fu un tornado che colpì la zona. Sollevò la polvere radioattiva dalle sponde del lago disperdendola e contaminando così una superficie di 2.200 chilometri quadrati e circa 400 mila persone. Nessuno fu evacuato. Dopo questo incidente le autorità decisero di coprire la superficie del Lago con blocchi di cemento e terra, e le operazioni stanno ancora continuando.

Tutto questo, insieme ad altri incidenti minori, allo smaltimento irresponsabile dei rifiuti nucleari in aree non adibite e alle operazioni quotidiane dell’impianto nucleare-chimico di Mayak, ha contaminato un’area del diametro di 400 chilometri.

La grave contaminazione ambientale di questa regione ha portato nel corso degli ultimi 53 anni ad un aumento del 78% di malati di leucemia e cancro; inoltre il 30% dei bambini nasce con difetti e malformazioni genetiche, malattie del sistema nervoso, patologie cardiache e il 50% degli uomini e delle donne sono sterili. Secondo stime delle varie ONG la radioattività ha contaminato complessivamente un milione di persone.

Sono passati più di 60 anni e la centrale nucleare di Mayak è ancora oggi in funzione. Le persone che vivono nelle terre contaminate accumulano plutonio, cesio, stronzio nei loro corpi e come prima la centrale continua a riversare materiale radioattivo nel fiume Techa.

FONTE https://www.pierpaolomittica.com/italiano/progetti-a-lungo-termine/mayak-57/

DA MAYAK A MAYAK – LA METAMORFOSI

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