Dopo anni di silenzio politico e fronti legali di difesa, in Canada si sta profilando un processo di resa dei conti senza precedenti. Nella Columbia Britannica (B.C.) sono state presentate due vaste class action (azioni legali collettive) contro il governo provinciale e i suoi principali funzionari sanitari – tra cui la prominente responsabile della sanità, la Dott.ssa Bonnie Henry. L’accusa: abuso di potere pubblico, violazione dei diritti fondamentali costituzionali e grave negligenza nell’attuazione degli obblighi vaccinali per il COVID-19 per i dipendenti pubblici e gli operatori sanitari.

Ciò che finora era stato presentato dalla politica e dai media come un’azione senza alternative – ovvero il licenziamento di massa di professionisti non vaccinati – ora finisce in tribunale. La resa dei conti legale potrebbe diventare una svolta storica, non solo per il Canada, ma per le democrazie di tutto il mondo che durante la pandemia hanno fatto ricorso a misure autoritarie.

Il caso in sintesi: Le denunce sono state presentate per conto di tre persone colpite:

Jason Baldwin, funzionario licenziato del Ministero delle Finanze,

Jed Ferguson e Terri Perepolkin, entrambi ex dipendenti del settore sanitario.

Tutti e tre hanno perso il lavoro nel 2021/2022 perché si sono opposti all’obbligo di vaccinazione contro il COVID-19. Ora chiedono giustizia – non solo per sé stessi, ma per migliaia di persone colpite nel servizio pubblico e nel settore sanitario.

Le accuse sono gravi:

Violazione della Costituzione: Violazione della Carta canadese dei diritti e delle libertà, in particolare per quanto riguarda l’autonomia fisica e la privacy medica.

Abuso d’ufficio: La Dott.ssa Henry avrebbe raccomandato misure senza una base scientifica solida e avrebbe consapevolmente accettato rischi per le persone coinvolte.

Discriminazione: Le misure avrebbero distrutto innumerevoli esistenze senza un beneficio dimostrabile per la salute pubblica.

Cosa c’è in gioco?

I procedimenti, entrati nella fase di certificazione presso la Corte Suprema di Victoria il 28 aprile 2025, potrebbero portare a una valanga di conseguenze:

Responsabilità statale: Se la corte dovesse dare ragione ai querelanti, si profilano risarcimenti milionari – non solo in B.C., ma potenzialmente a livello nazionale.

Precedenti per altri paesi: Il caso è osservato a livello internazionale. Se il Canada dovesse ammettere legalmente che i mandati vaccinali violano i diritti fondamentali, si aprirebbero le porte a cause simili negli USA, in Australia, nell’UE o in Nuova Zelanda.

Riabilitazione dei colpiti: Migliaia di dipendenti che hanno sofferto sotto pressione, isolamento e licenziamento, potrebbero essere legalmente riabilitati e socialmente sollevati. Il dibattino potrebbe subire una svolta fondamentale.

Politizzazione della giustizia: Il governo continua a difendere il proprio operato facendo riferimento alla “tutela della salute pubblica”. Ma se i giudici dovessero stabilire che questa tutela si è basata su scienza errata o selettivamente manipolata, la credibilità delle istituzioni statali sarà permanentemente scossa.

Fine della reputazione e della carriera per i funzionari: In particolare per la Dott.ssa Bonnie Henry e altri funzionari sanitari, una condanna significherebbe probabilmente la fine della loro carriera. Anche i decisori politici sono sempre più sotto pressione – primo fra tutti il Primo Ministro Justin Trudeau, che si è espresso pubblicamente e con veemenza a favore degli obblighi vaccinali.

Un cambiamento di paradigma?

Queste class action segnano forse l’inizio di un punto di svolta globale: il ribaltamento della narrativa finora prevalente, secondo cui le misure restrittive avrebbero seguito unicamente “la scienza”. Sempre più whistleblower, professionisti medici e funzionari licenziati si fanno ora avanti – con dati, rapporti e richieste legali.

Ciò che un tempo veniva diffamato come “teoria del complotto” – la critica all’obbligo vaccinale, all’intransparenza delle autorità, all’invadenza delle misure di controllo statali – trova improvvisamente ascolto nelle aule di tribunale.

Conclusione

Le class action nella Columbia Britannica sono più di una semplice disputa legale sugli obblighi vaccinali. Sono un simbolo della rottura tra cittadino e Stato, tra coercizione e coscienza. Se i querelanti dovessero vincere, il Canada si troverebbe di fronte a una cesura storica – una resa dei conti con lo stato di emergenza in cui i principi democratici sono stati sacrificati con troppa leggerezza.

La domanda che rimane: da questa resa dei conti legale scaturirà un vero nuovo inizio – o rimarrà una tardiva ammissione di colpa in un sistema democratico danneggiato?

Fonte: https://uncutnews.ch/sammelklagen-gegen-impfpflicht-in-kanada-die-stunde-der-aufarbeitung-beginnt/
LETTO QUI 

PER RICORDARE 
Reiner Fuellmich stava lavorando con un gruppo qui British Columbia fino a quando non fu catturato e imprigionato in Germania.

Qui Fuellmich: https://www.bitchute.com/video/GLaJ3MxDTD7K

“IL CAPOLAVORO DELL’INGIUSTIZIA E’ DI SEMBRARE GIUSTO SENZA ESSERLO” (PLATONE)

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