“Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto”
Rabindranath Tagore
LA FORESTA ELETTRICA – GLI ALBERI REAGISCONO A UN’ECLISSI SOLARE:
Le eclissi solari non sono solo per gli homo sapiens. I ricercatori sanno da tempo che uccelli, insetti e molti altri mammiferi prestano attenzione quando la Luna scivola davanti al sole. Ora possiamo aggiungere gli alberi alla lista.
Un articolo appena pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science riporta la straordinaria reazione di una foresta di montagna italiana a un’eclissi parziale il 25 ottobre 2022. I segnali elettrici all’interno degli abeti rossi hanno iniziato a pulsare all’unisono, con gli alberi più vecchi che sembravano anticipare l’eclissi prima che accadesse.
Questa è una ricerca non convenzionale, e può mettere in discussione ciò che alcuni lettori pensano degli alberi. Tuttavia, è un lavoro serio condotto da esperti nella comunicazione delle piante e pubblicato in una rivista peer-reviewed della Royal Society.
L’articolo riporta come gli scienziati guidati da Alessandro Chiolerio dell’Istituto Italiano di Tecnologia e Monica Gagliano della Southern Cross University abbiano attaccato degli elettrodi a tre abeti rossi e cinque ceppi di alberi. Il loro dispositivo è come un ECG per gli alberi. Gli alberi avevano età diverse, dai 20 ai 70 anni, permettendo al team di confrontare come l’età potesse influenzare la reattività bioelettrica all’eclissi.
Mentre l’eclissi si avvicinava, i segnali elettrici di diversi alberi hanno cominciato ad allinearsi; le loro forme d’onda sono diventate più simili nella forma e nella tempistica. Questa sincronizzazione ha raggiunto il picco durante l’eclissi e gradualmente è diminuita in seguito. Gli alberi più vecchi hanno iniziato a mostrare cambiamenti elettrici prima, ore prima dell’inizio dell’eclissi, mentre l’albero più giovane ha risposto più tardi e più debolmente. Anche i ceppi degli alberi hanno mostrato una risposta bioelettrica, anche se meno pronunciata rispetto agli alberi in piedi.
I ricercatori hanno interpretato questo come una risposta coordinata “simile a un organismo” a un evento ambientale su larga scala, che forse coinvolge percorsi di comunicazione o di segnalazione condivisi.
L’idea che gli alberi possano “parlare” tra loro è fondamentale per il fiorente campo della comunicazione delle piante. Un crescente corpo di ricerca (specialmente dagli anni ’90) suggerisce che gli alberi formano relazioni simbiotiche con i funghi, creando vaste reti sotterranee chiamate “Wood Wide Web”. Attraverso queste reti, gli alberi scambiano nutrienti, acqua e persino segnali chimici. Si dice anche che riconoscano i propri giovani e diano un trattamento preferenziale ai parenti. Anche i ceppi degli alberi possono mantenere delle connessioni a questa rete.
“Fondamentalmente, stiamo osservando il famoso ‘Wood Wide Web’ in azione!” dice Gagliano.
Sebbene i ricercatori abbiano rilevato con successo l’attività elettrica negli alberi, non hanno idea di cosa si stesse dicendo – se non altro. Forse era semplicemente una risposta di base ai cambiamenti di temperatura o ai livelli di luce (circa 1/3 del sole era coperto durante l’eclissi). I ricercatori non parlano ancora il “linguaggio” dell’elettricità arborea, quindi non possono decifrare ciò che hanno sentito. Ripetere l’esperimento in diverse foreste durante più eclissi potrebbe essere rivelatore.
Letture consigliate: Due buoni libri introduttivi sulla comunicazione e il networking delle piante sono “Finding the Mother Tree” di Suzanne Simard e “The Light Eaters” di Zoe Schlanger. FONTE
Un articolo appena pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science
Bioelectrical synchronization of Picea abies during a solar eclipse https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rsos.241786
Ed è appena uscito il documentario:
IL CODICE DEL BOSCO
Il codice del bosco, dal Trento Film Festival un’opera eco-filosofica affascinante, misteriosa e visionaria
Il film è un documentario prezioso, infinito, gloriosamente herzoghiano, diretto da Alessandro Bernard e Paolo Ceretto e in sala dal 5 maggio in poi
Le piante ci ascoltano (pensano) e ci parlano. Passi alla 73esima edizione del Trento Film Festival e rimani cinematograficamente a bocca aperta. Il codice del bosco, documentario prezioso, infinito, gloriosamente herzoghiano, diretto da Alessandro Bernard e Paolo Ceretto, è l’opera eco-filosofica più affascinante, misteriosa e visionaria che il panorama italiano ultra indie poteva offrire nella stagione orribile 2024-25.
Il giovane fisico astigiano Alessandro Chiolerio si piazza per un anno e mezzo in un piccolo prefabbricato al confine di un bosco di Paneveggio, in Val di Fiemme (Trento) per provare a “sentire” cosa dicono alberi, funghi e licheni travolti prima nel 2018 dall’uragano Vaia, poi falcidiati dal bostrico, un insetto xilografo devastante. Lo raggiunge l’ecologa e docente sui generis Monica Gagliano, fata e folletto nella, e della, foresta parlante (è autrice, peraltro, del saggio Così parlò la pianta – Nottetempo). Chiolerio, muso cognettiano, software, fili, pc e bicchiere di vino sul tavolo, ha inventato un’ “infrastruttura” (Cybertree) che si applica ai tronchi degli alberi per rilevarne suoni, rumori, parole, grugniti, fruscii. “Hanno un’identità propria. Tra loro hanno una rete relazionale di scambi elettrici, fisici, chimici”, spiega Chiolerio ricordando che l’evoluzione tra piante è stata contraddistinta in termini “collaborazionistici” e “non di competitività”. CONTINUA https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/29/il-codice-del-bosco-dal-trento-film-festival-unopera-eco-filosofica-affascinante-misteriosa-e-visionaria/7969127/
Per vedere il film, dal 5 maggio in poi, cercate qui la data più vicina a voi. (Qui il link)
“Oggi si parla molto di Intelligenza Artificiale, ma forse abbiamo bisogno prima di tutto di riconnetterci con un’altra intelligenza: quella della natura”, spiegano gli autori.
GLI ALBERI SONO LO SFORZO INFINITO DELLA TERRA PER PARLARE AL CIELO IN ASCOLTO
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