Di Alessandro Guarisco 

Elon Musk è uno dei personaggi più al centro dei riflettori negli ultimi anni: fondatore di diverse società di successo come Tesla, SpaceX e cofondatore di altrettante, quali Neuralink e PayPal, con i suoi tweet è un personaggio che non passa inosservato sul web. E anche nel mondo della finanza, visto che con il suo profilo Twitter spesso e volentieri “provoca” diversi movimenti nel valore delle azioni e anche delle criptovalute.

Stavolta il miliardario sudafricano non ha fatto parlare direttamente di sé con un tweet, ma è stato “al centro” di un’intervista del Financial Times a Josef Aschbacher, nuovo direttore generale dell’ESA (European Space Agency). Le parole di Aschbacher sono infatti un monito ai leader del mondo, che dovrebbero limitare le ambizioni di Elon Musk nel “dominio” dello spazio.

Elon Musk e i suoi satelliti, un possibile monopolio

Il nuovo direttore generale dell’ESA è stato piuttosto chiaro parlando con il Financial Times, ricordando la posizione dominante che ha in pratica Elon Musk con Starlink:

Tu hai una persona che possiede metà dei satelliti attivi nel mondo. Questo è piuttosto incredibile. De facto, lui sta facendo le regole. Il resto del mondo Europa inclusa… non sta rispondendo con la dovuta velocità […].

Insieme i governi dell’Europa dovrebbero avere un interesse a… dare ai fornitori europei pari opportunità di giocare in un mercato equo“.

In effetti SpaceX con i satelliti Starlink sta proprio “giocando” un ruolo di primo ordine nello scenario futuro delle telecomunicazioni: come ricorda il Financial Times, la Germania ha voluto assicurarsi una quota notevole dei futuri satelliti di Elon Musk per il collegamento internet; e Musk si è già aggiudicato negli USA appalti per “più di 30.000 satelliti”. Senza contare, come Starlink sia ormai diffuso in diversi Paesi, compreso il nostro.

Quello che fa notare Josef Aschbacher è in effetti un problema poco al centro del dibattito: la corsa allo spazio non è al momento tra le priorità dell’opinione pubblica, ed evidentemente anche dei governi europei. Cina e USA però stanno già guardando al ritorno sulla Luna, e anche oltre, con diversi progetti in corso per lo sbarco dei primi uomini su Marte.

In generale lo spazio è quasi una “terra di nessuno”, come ricorda il Financial Timesnon c’è un sistema di controllo globale che regoli il “traffico” in quella porzione di spazio a migliaia di chilometri dalla Terra dove si stanno dirigendo le attenzioni di società come SpaceX o Amazon, e dove già adesso orbitano migliaia di satelliti per le telecomunicazioni.

Al momento, un futuro dove avremo colonie orbitanti come i Cilindri di O’Neil, visti in opere come Mobile Suit Gundam o Interstellar, è ancora di là da venire. Certo è che non dobbiamo sottovalutare l’avvertimento del direttore generale dell’ESA, e dovremmo puntare il nostro sguardo un po’ di in su, verso lo spazio, per non perdere una corsa che sta già vedendo altri vincitori, tra privati e superpotenze.

FONTE: Financial Times

 

C’È UN PROBLEMA DEL TUTTO IGNORATO: I SATELLITI MINACCIANO LO SCUDO PROTETTIVO DELLA TERRA

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