Non una “rocketmachine”, ma uno strumento per schiarire le nuvole
Una foto degli anni ’60 mostra un aereo con una grande scia. Sotto c’è scritto: rocket fuel, quindi il carburante è quello che usano i razzi. La NASA lancia razzi nello spazio, che mostrano tipologie di scie che vediamo qui in basso, ed esplicitandone i contenuti più importanti:Trimetilalluminio, Litio. Barium e Stronzio.
Esiste anche una Rocketmachine, come menzionato nell’articolo di oggi, che produce nuvole cariche di contenuto, dicono di vapore acqueo. Un articolo (non recent) ne parla e vuole dare un chiarimento. Ci è riuscito? Vedi sotto.
Tutto ciò che dice può essere giusto, ma il fatto che si possano creare nuvole artificiali con navi e aerei, e persino con certe macchine, è ufficiale e anche una vecchia storia, e solleva domande. Per semprio: cosa si può inserire nel combustibile? Il mondo delle nanotecnologie apre vaste possibilità.
Per anni ci si è chiesti quali fossero le origini delle nuvole a forma di V e le immagini satellitari suggeriscono che alla base della formazione potrebbe esserci un congegno per le nuvole. Dalla grande alluvione di Genova, abbiamo osservato molte questo fenomeno di alimentazione della nube a forma di V con energia, che in quel caso nel 2014 si muoveva dal mare verso la Liguria.
Nel Mediterraneo, ma anche sulla terraferma, sempre grazie alle immagini satellitari, ho osservato spesso colonne bianche di vapore che si alzano e successivamente formano, o alimentano le famose nubi a forma di V.
Queste colonne di nubi e il fenomeno delle nubi a forma di V meritano un’indagine approfondita. Vi propongo l’elaborazione video del V-shape
No, la NASA non ha una macchina per la generazione di nuvole, ma …
(Ndr: L’articolo è datato)
Questa mattina, scorrendo il mio feed di Facebook, mi sono imbattuto in un video condiviso da un vecchio compagno di scuola che mostra una gigantesca macchina della NASA in grado di produrre nuvole artificiali. Il video mostra l’ex conduttore di Top Gear Jeremy Clarkson che parla di fronte a una grande camera metallica che emette soffici nuvole bianche. Il video, intitolato “Artificial Clouds Generation System” (Sistema di generazione di nuvole artificiali), fa sembrare che la macchina stia sfornando nuvole, ma i motori a razzo che generano i pennacchi non vengono menzionati.
Il mio ex compagno di classe non è l’unico a guardare questo video. È stato condiviso più di 350.000 volte e ha ottenuto più di 71.000 like. Inoltre, non è l’unico video che utilizza Jeremy Clarkson per affermare che la NASA sta producendo nuvole. Una rapida ricerca su Google di “Top Gear NASA engine test” fa emergere una serie di video che affermano che la NASA ha scoperto come modificare il tempo. Ma la NASA non lo ha fatto.
Il video è in realtà un montaggio di due diversi test di motori a razzo presso lo Stennis Space Center della NASA nel Mississippi. I primi due secondi mostrano il test di accensione di un RS-25, un motore che è stato utilizzato sullo Space Shuttle e che sarà usato per alimentare il prossimo grande razzo della NASA, lo Space Launch System. L’ultima parte della clip è tratta da una serie televisiva della BBC del 2001 intitolata “Speed”, condotta da Clarkson. Nel filmato, Clarkson assiste al collaudo di un RS-68, secondo la NASA (anche se un video YouTube di Top Gear afferma erroneamente che si trova al collaudo di un booster a razzo solido). Si tratta di un motore utilizzato nella famiglia di razzi Delta IV della United Launch Alliance. Tuttavia, i motori non si vedono nel video: sono nascosti dietro i bancali di prova.
Il filmato che sta circolando su Facebook tralascia la parte del video della BBC in cui Clarkson descrive di essere a un test del motore. Si concentra invece solo sulla parte in cui parla delle nuvole prodotte durante il processo. (Queste nuvole sono solo vapore molto, molto caldo).
FONTE https://www.theverge.com/2018/4/10/17218872/nasa-rocket-engine-test-stennis-space-center-cloud-generation
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SMOKE SCREENS: FUMO PER MOTIVI BELLICI – CREATO DA AEREI E NAVI – TUTTO A PARTIRE DA 100 ANNI FA
STUDIO: INASPETTATE CONSEGUENZE DELLO SCHIARIMENTI DELLE NUBI MARINE
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