L’Aemet, l’Agenzia statale spagnola di meteorologia (che alle 7.36 di mattina di martedì 29 ottobre aveva alzato a rosso il colore dell’allerta su Valencia), ha recuperato i dati orari mancanti dal pluviometro di Turis, piccolo comune valenciano da quasi 5.000 abitanti.

Andando ad analizzare i valori misurati dal pluviometro maggiormente interessato dalle precipitazioni che hanno causato oltre duecento vittime, stravolgendo la vita di una comunità purtroppo impreparata ad affrontare una simile catastrofe, e confrontandoli con i dati misurati dalle centraline di casa nostra, è possibile trarre qualche considerazione:

Quantitativi di precipitazione analoghi a quelle valenciane possono verificarsi in Liguria: Genova nel 1970 e Rossiglione nel 2021 hanno misurato cumulate sulle 12 e sulle 24 ore maggiori. L’intensità oraria e sub-oraria è stata sostanzialmente analoga, con piccoli margini “a favore” (per quanto possa essere un favore questo tipo di primato) di una o dell’altra zona; la persistenza dell’intensità fra le tre e le sei ore è stata di circa il 20% maggiore in Spagna. Soprattutto la stazionarietà dell’autorigenerante fra la seconda e la terza ora è stato uno degli elementi che ha contribuito a rendere devastante l’alluvione spagnola.

I temporali forti, organizzati e stazionari (autorigeneranti, spesso a forma di V), per il nostro territorio, sono l’evento meteo più pericoloso, e possono essere accompagnati anche da fulmini, grandine di grosse dimensioni e raffiche di vento.

L’alluvione di Genova 2014 è stato causato da un evento molto particolare, localizzato e di “breve” durata, compreso nello scenario di allerta arancione per temporali che, nei fatti, è nata in Italia dopo questo episodio.

Allerta arancione per temporali – il massimo grado di allerta per questo tipo di evento – non vuol dire automaticamente “deve verificarsi un’alluvione”; vuol dire che è prevedibile un’alta probabilità di “ingredienti opportunamente combinati” che potrebbero innescare precipitazioni molto intense e prolungate. Se poi queste precipitazioni sono anche stazionarie e sulla terraferma, allora sì, è molto probabile che possa verificarsi un’alluvione.

L’atmosfera è intrinsecamente caotica e “dà il meglio di sé”, sotto forma di combinazioni rarissime da far accadere proprio in occasione degli eventi più intensi. In queste situazioni estreme un’ottima previsione ha un’approssimazione nell’ordine del centinaio di chilometri e di circa sei ore. Per illudersi di avere dettagli più precisi in queste occasioni, magari già dal giorno prima, rivolgersi direttamente alla stregoneria, perché la scienza non ci potrà arrivare mai.

Il territorio ligure è incredibilmente resistente, soprattutto in alcune zone. È caratterizzato da una molteplicità di valli relativamente piccole, con bacini altrettanto piccoli. Gli effetti al suolo causati dalle alluvioni, per quanto gravi e intensi con danni ingentissimi a volte anche in termini di vite umane, non raggiungono le estensioni di altre parti d’Italia o della Spagna (90.000 auto coinvolte, 70 km di autostrade devastate).

Gli effetti al suolo derivano solo in parte dalla quantità dell’acqua che vi cade sopra: decisiva è anche la tipologia del territorio, la sua saturazione e l’urbanizzazione. I bacini piccoli (inferiori ai 25kmq) vanno in sofferenza ( = i torrenti esondano) in appena qualche decina di minuti con precipitazioni molto intense (>100mm/1h); i bacini grandi con precipitazioni anche soltanto moderate (fra i 15 e i 35mm), ma prolungate nel tempo (dalle 8-12 ore in avanti).

In conclusione, anche alla luce del fatto che negli anni a venire avremo una maggior frequenza di episodi sempre più intensi, che andranno a riscrivere alcuni dei valori riportati nella tabella successiva, possiamo dire che:

È fondamentale la consapevolezza del significato del messaggio di allerta (lo dice il nome: prestare attenzione a quello che può succedere intorno a te).

L’allerta non è certezza di disastro e, in caso di evento, non blocca l’acqua – alcuni danni saranno comunque inevitabili; sensibilizza e suggerisce di adottare comportamenti appropriati per limitarli e di avere meno vittime!

Se siamo preparati e sappiamo come comportarci, prendendo confidenza con l’allerta, le fonti e gli strumenti – come il radar meteo presente nella app METEO3R – che ci permettono di capire cosa sta succedendo intorno a noi, abbassiamo il rischio per noi e per chi è insieme a noi.

Prima dell’evento spostiamo la macchina, a evento in corso non usciamo di casa e – a seconda delle zone – saliamo ai piani alti.

Previsioni, aggiornamenti ufficiali, dati certificati, comportamenti indicati da protezione civile: nessuno si salva da solo o ha la soluzione in tasca per tutti. Il sistema è perfettibile, ma va capito e applicato per come è. Le immancabili polemiche non hanno mai contribuito a migliorarlo: usiamo il tempo e l’energia che le alimenta per approfondire la conoscenza del sistema di allertamento.

FONTE https://www.arpal.liguria.it/home-page/notizie-tematiche/item/valencia-e-liguria-piogge-a-confronto.html

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Qui viene spiegata una situazione meteorologica, sulla base della quale si può ipotizzare come intervenire se si vuole, e che viene ripresa negli articoli linkati a fine pagina come informazione e spunto di riflessione.

Cosa sono i temporali “V-Shaped” e perchè sono così pericolosi

I sistemi temporaleschi a “V”, meglio classificati con il termine di “V-Shaped”, sono dei potenti sistemi temporaleschi a mesoscala, di tipo lineare, come quelli che attualmente stanno colpendo la Sicilia. Andiamo a scoprire insieme di che tipo di fenomeni si tratta.

La caratteristica di questi temporali, che assumono un carattere autorigeneranti quando transitano sopra un ampio tratto di mare, con temperature delle acque superficiali piuttosto miti (ma non per forza calde), è quella che nella parte più meridionale, lungo la punta della “V”, li dove si verificano le precipitazioni più forti, si possono presentare pure degli elementi “supercellulari”, con intensa rotazione, particolarmente avvezzi per lo sviluppo di fenomeni vorticosi, da non confondere però con le “Supercelle” classiche. In genere si formano in presenza di forti aeree d’instabilità, lungo il settore caldo (flusso pre-frontale) di una circolazione depressionaria, strutturata nei medi e bassi strati, o nel ramo ascendente di una lunga saccatura, che affonda direttamente dalle alte latitudini, attivando sul lato orientale di quest’ultima un intenso flusso di correnti meridionali a tutte le quote, con notevoli velocità nella media e alta troposfera (flussi in genere da Sud, S-SO e SO).

L’ambiente ideale per lo sviluppo di un potente “V-Shaped” è quello in seno ad una avvezione calda, con un flusso di correnti meridionali calde e molto umide nei bassi strati, sopra cui diverge un ramo principale o secondario della “corrente a getto”, il cui passaggio in alta quota va ad inasprire il “Wind Shear verticale”, generando condizioni di fortissima instabilità, con lo sviluppo di violenti moti convettivi che vanno a costruire i sistemi convettivi a mesoscala. I sistemi di tipo “V-Shaped” insorgono spesso allorquando si ottengono condizioni di forte “Shear” del vento nei medi e bassi strati (da 850 hpa a 500 hpa), con venti da Sud o Sud-est nei bassi strati mentre in quota prevale una componente più sud-occidentale. Se al contempo, in alta quota (a circa 300-250 hpa), transita uno “Jet Streak” (i massimi picchi di vento associati alla “corrente a getto”), che esalta ulteriormente il “Wind Shear verticale” alle varie quote, creando fortissime divergenze, è altamente probabile lo sviluppo, anzi lo “scoppio”, del “V-Shaped”, con la formazione della classica struttura a “V”. Questi temporali una volta erano rari sul Mediterraneo, ora, negli ultimi anni, complice anche l’aumento della temperatura media dei mari, stanno divenendo sempre più frequenti e spesso, purtroppo, sono i principali responsabili delle terribili alluvioni che recentemente hanno cagionato morti e feriti in vari angoli d’Italia (dalla Liguria alla Sicilia).

I temporali del tipo “V-Shaped” sono caratterizzati da una forma piuttosto lineare, come quella di una “Squall Line” (linea temporalesca) associata al passaggio di un fronte freddo, assumendo la caratteristica conformazione a V, ben individuabile dalle moviole satellitari o dalle immagini radar. Questi temporali sono molto temuti, soprattutto durante la navigazione aerea, a causa delle violentissime turbolenze che possono propagare anche al di fuori dei Cumulonembi. Le celle più intense stanno proprio lungo il vertice della V, sul versante Sud o Sud-ovest, dove si concentrano i fenomeni più violenti ed estremi, con piogge torrenziali e attività elettrica a fondoscala. Difatti le cellule che si sviluppano lungo la punta, non avendo nulla a sud che possa rubare l’aria calda e umida destinata a loro, tendono ad assumere le caratteristiche di una “Supercella” classica, con moto rotatorio, tanto da essere confuse con essa, anche se la “Supercella” ha una struttura molto differente.

Un’altra caratteristica dei temporali, di tipo “V-Shaped”, è quella di essere accompagnati dalla cosiddetta “Flanking line”, che si localizza quasi sempre sulla parte meridionale del sistema convettivo. La “Flanking line” non è altro che una estesa linea di Cumuli e Congesti molto sviluppati, allo stadio maturo, che vanno ad alimentare il sistema temporalesco che l’ha generata, visto che le cumulogenesi, non trovando alcun ostacolo davanti, possono aspirare e rifornire il temporale di masse d’aria molto calde e umide (ottimo carburante per la convenzione), rendendolo più duratura e intenso. Guardando le immagini satellitari è ben identificabile da una estesa linea bianca che tende a muoversi verso la parte centrale, più attiva del sistema temporalesco. Alle volte la “Flanking line” può essere estesa per oltre 40-50 chilometri, specie quando va ad alimentare un sistema temporalesco a mesoscala allo stadio giovanile.

Purtroppo molti di questi sistemi convettivi sono i principali responsabili delle intense fasi di maltempo e degli eventi alluvionali che storicamente hanno colpito il territorio italiano o in generare l’area mediterranea. Per fortuna occorre pure ricordare che non tutti i temporali a “V” risultino cosi distruttivi, seppur accompagnano intensi carichi precipitativi. Ciò dipende principalmente dalla durata delle condizioni di forte “Wind Shear verticale” che li alimentano e dal venir meno degli equilibri termo-dinamici che mantengono in vita il sistema convettivo a mesoscala. Il venir meno di tali condizioni può indebolire l’ammasso temporalesco, fino a provocarne una sua disintegrazione…..https://www.meteoweb.eu/2024/02/allerta-meteo-pericolosissimo-sistema-di-temporali-v-shaped/1001366057

VEDI ANCHE https://www.meteofunghi.it/MeteoFunghiNatura/Didattica%20Meteo/Temporali%20stazionari%20autorigeneranti.html

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GRAVI ALLUVIONI NELLE MARCHE, NON C’ERA ALCUNA ALLERTA METEO

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