Quali sono i possibili usi della tecnologia quantum dots applicata ai vaccini?
Intervista al dott. Massimo Citro e al fisico Dario Spera.
Il 18 dicembre 2019, sul sito della Rice University, è stato annunciato lo sviluppo di una tecnologia da parte di un team guidato da Kevin McHugh, professore di bioingegneria. Si tratta in sostanza di punti quantici , i quali verrebbero iniettati assieme al vaccino: una volta inseriti sotto la pelle diventerebbero simili ad un tatuaggio con codice a barre, il quale potrebbe essere letto da uno smartphone (notizia ripresa dall’Ansa il 2 gennaio 2020). La Fondazione Gates, la quale ha commissionato e finanziato questa ricerca, ha intenzione di utilizzarla nella vaccinazione ben presto. Bill Gates ha proposto questi certificati digitali (“tatuaggi quantici”) per garantire una ripresa produttiva e operare in circospezione per contenere la pandemia di Covid-19.
Il libretto delle vaccinazion ‘scritto’ sotto pelle, grazie a un inchiostro smart che penetra durante l’iniezione: invisibile a occhio nudo, resiste per almeno 5 anni e può essere letto con la fotocamera dello smartphone privata del filtro per gli infrarossi. Questo è di per sé sufficientemente allarmante, ma quale altra funzione potrebbe esserci in questa marcatura degli esseri umani?
I punti quantici (QD) idrosolubili stanno emergendo in generale come strumenti nelle applicazioni di bioimaging e rilevamento grazie alle loro caratteristiche fotofisiche. I QD sono nanoparticelle di semiconduttori composti da seleniuro di cadmio (Cd/Se) o tellururo di cadmio (Cd/Te), con un guscio di solfuro di zinco (ZnS).
DAL COVID19 ALL’ALLEANZA ID2020
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