La rete 5g avrà un ruolo enorme e raggiungerà ogni angolo del Paese, la rete 6G è in avvio. Sarà realizzato l’Internet delle cose e delle persone. Tutte le informazioni sulla rete elettrica, i dati dei ministeri e dell’inps, di equitalia e del fisco, dei militari e della popolazione civile, le informazioni tra aziende e cittadini, tutti gli spostamenti di ospedali, call center, telelavoro, ministeri e uffici pubblici saranno trasmessi in tempi brevi. Le intranet di aziende, banche, banche dati…..
Chi possiederà tutte le chiavi, i server, i router e infine le password di ciò che sarà essenzialmente TUTTO nella nostra vita?
Ma il controllo si spinge ancora più in là? Gordon MacDonald ne parlava già 60 anni fa. Gordon J.F. MacDonald, un esperto di problemi di guerra, diceva negli anni sessanta che impulsi elettronici adeguatamente cronometrati e generati artificialmente, potrebbero condurre ad un modello di oscillazioni che produce livelli relativamente alti su alcune zone della Terra… in questo modo si potrebbe sviluppare un sistema che altererebbe seriamente le prestazioni del cervello di una vastissima popolazione nelle regioni selezionate per un periodo esteso”.
“… non importa come si disturba profondamente il pensiero usando l’ambiente per manipolare il comportamento per vantaggi nazionali, la tecnologia che consente tale uso molto probabilmente si svilupperà entro i prossimi decenni”. Vedi QUI e QUI
Influenzare il sistema nervoso è qualcosa cui le Grandi Potenze ambiscono, senza eccezioni, dai tempi della Guerra Fredda. L’Unione Sovietica e gli USA hanno rivaleggiato per decenni, promuovendo attività di ricerca orientate a monitorare il cervello, influire su di esso e sviluppare comunicazioni telepatiche.
Il funzionamento stesso dell’encefalo, che ha un suo potenziale elettrico, è ciò che ha rafforzato negli studiosi la convinzione di poter raggiungere traguardi impensabili.
Malech e Pinneo
Sul versante occidentale, vale la pena citare il ricercatore Robert Malech al quale si deve il brevetto US-3951134-A.
In sostanza lo studioso, già negli anni ’70, ha creato un metodo di rilevamento delle onde cerebrali di un soggetto determinato. Segnali elettromagnetici a frequenza diversa sono trasmessi simultaneamente, con un dispositivo, al cervello dell’individuo. Interferendo fra loro, i segnali producono una forma d’onda che viene modulata dalle onde cerebrali della persona. La forma d’onda di interferenza è ritrasmessa dal cervello umano a un ricevitore dal quale viene demodulata e amplificata. La forma d’onda demodulata può essere quindi visualizzata e indirizzata a un computer per ulteriori elaborazioni e analisi. E’ possibile anche usarla per produrre un segnale di compensazione che viene trasmesso al cervello al fine di realizzare un cambiamento desiderato nell’attività elettrica del sistema nervoso del soggetto.
Mentre Malech si concentrava su questo aspetto della ricerca, un altro scienziato, il dr. Pinneo, orientava il suo interesse verso l’interpretazione del pensiero sfruttando l’EEG. Questo filone di ricerche ha condotto alla creazione di una sorta di dizionario del pensiero (o meglio delle parole pensate), a partire dall’assunto – confermato dagli studi – secondo cui pensare equivale a fare un discorso nascosto.
Allo stesso modo, è stato possibile mappare l’attività cerebrale correlandola a determinati stati emotivi.
Le scoperte dei due scienziati (il neural monitoring e il dizionario EEG), approfondite e affinate dai loro “epigoni”, hanno aperto le porte a qualcosa che appare difficile anche solo immaginare.
Interpretare il pensiero, convertirlo in suono percepito dal sistema nervoso, riconoscere le emozioni e indurle artificialmente.
In particolare nell’ambito militare, gli studi sono rivolti alla realizzazione di tecnologie che consentono di decodificare i pensieri rendendoli sonori in tempo reale, così da soddisfare alcune finalità, quali l’implementazione di forme di comunicazione nascosta, il rilevamento di menzogne e la manipolazione del comportamento.
Patrick Flanagan e Allan Frey
Nel 1958 un adolescente inventò un dispositivo chiamato Neurofono, in grado di trasmettere suoni al cervello per via dermica. Quel giovane era Patrick Flanagan.
Il suo perfezionamento, dovuto al progresso tecnologico, ha attualizzato l’invenzione portandola ai nostri giorni. Già all’epoca permetteva comunque di produrre un suono che poteva essere udito solo dall’utilizzatore.
Il Neurofono ha dunque gettato le basi per realizzare l’aspirazione di molti ricercatori: inserire suoni e voci nella testa di un dato soggetto. Possibilmente senza l’impiego di elettrodi.
Le scoperte di Allan Frey hanno poi aperto la strada al raggiungimento di quest’ultimo traguardo. Le fonti che danno conto della sua attività sono innumerevoli, autorevoli e spesso perfino mainstream.
Lavorando al General Electrics Advanced Electronics Center, lo scienziato ebbe modo di constatare come la percezione del suono prodotto dai radar fosse conseguenza dell’interazione fra le radiazioni elettromagnetiche e le cellule nervose. Inoltre, si rese conto che essa non avveniva attraverso il normale meccanismo uditivo con il quale il cervello decodifica i suoni. L’effetto Frey o effetto uditivo da microonde consiste difatti nel percepire suoni direttamente all’interno della scatola cranica, mediante la coclea, a seguito dell’esposizione a fasci di microonde.
La scoperta di Allan Frey ha suscitato interesse nella comunità scientifica e nei funzionari del Ministero della Difesa fin dagli anni ’70. Gli studi sugli effetti non termici, realizzati sia in campo civile sia militare, non si contano.
Anche dall’altra parte della Cortina di Ferro molto si è studiato riguardo a questi meccanismi che consentono di produrre direttamente suoni all’interno del sistema nervoso dell’individuo.
Comunque sia, appare chiaro che i vertici militari di entrambi i blocchi hanno tentato di trasformare in arma le scoperte conseguite negli anni, assieme alle relative applicazioni tecnologiche.
Sono così nate vere e proprie armi, per lo più definite non letali, che sfruttano l’effetto Frey, come ad esempio MEDUSA (Mob Excess Deterrent Using Silent Audio) MEDUSA (weapon) – Wikipedia, la quale è in grado di indurre sensazioni uditive fastidiose al punto da scoraggiare l’ingresso in un perimetro protetto o rendere temporaneamente inabili determinati soggetti.
Havana Syndrome e micoroonde
Negli ultimi anni molto si è discusso, soprattutto negli USA, in Canada e nel Regno Unito, di un fenomeno che ha colpito un numero singolarmente levato di diplomatici e agenti di intelligence. I primi casi hanno visto coinvolti alcuni funzionari della CIA di stanza a Cuba, i quali hanno riferito una sintomatologia simile: un ronzio persistente, vertigini, emicrania, nausea e alterazioni sensoriali, seguiti da deficit cognitivi, perdita di memoria e altri danni di natura neurologica.
Dal 2016 ad oggi, la casistica è cresciuta a dismisura ai quattro angoli del globo, nel senso che le vittime appartenenti alla diplomazia e ai servizi segreti di Canada e Stati Uniti sono state colpite da questo insieme di malesseri mentre si trovavano nei Paesi più disparati.
La teoria iniziale della cosiddetta “Mass Psychongenic Illness” ha incontrato il favore di alcuni ma di certo non spiega il danno neurologico rilevato dagli esami strumentali eseguiti da medici più che titolati. E’ inutile dire che chiunque si trovi nella mia condizione troverebbe offensivo, oltre che sbagliato, il riferimento a presunti disturbi psicologici che comunque, come ho appena osservato, non giustificano l’insorgenza di pregiudizi al sistema nervoso.
Anche per quest’ultima ragione, hanno finito per prendere il sopravvento altre ipotesi, quasi tutte correlate all’utilizzo di armi e dispositivi ad energia diretta, ivi compresi quelli che sfruttano le radiazioni a microonde.
Nessun organismo tecnico-scientifico ufficialmente incaricato di trovare la risposta a tutti gli interrogativi in sospeso ha potuto (o voluto) esprimersi in maniera conclusiva.
I media anglosassoni hanno dato spazio alle notizie riguardanti le indagini sulla “Sindrome” e qualche testata ha pubblicato approfondimenti piuttosto interessanti.
La BBC ha ricordato, in un lungo articolo, gli studi sugli effetti delle microonde e l’utilizzo delle stesse da parte dell’ex Unione Sovietica contro il personale dell’ambasciata statunitense a Mosca.
‘Havana syndrome ’ and the mystery of the microwaves – BBC News
Il Moscow Signal, creato da un antenna collocata su un edificio del circondario, sarebbe stato la causa di una serie di patologie sviluppate dal personale in ragione della prolungata esposizione. Fra le vittime eccellenti si annovera anche l’ambasciatore Walter Stoessel, morto di leucemia a 66 anni.
Solo a partire dal 1976 sono state installate protezioni schermanti a difesa dell’edificio e di coloro che vi lavoravano.
Inoltre, l’autore rammenta che si sono verificati altri casi di agenti che avrebbero subito attacchi di questo genere negli anni ’90, ben prima dei fatti di Cuba.
Mentre si trovava in missione in un Paese il cui nome è secretato, assieme a Chuck Gubete, Mike Beck avvertì improvvisamente una sensazione di stanchezza e debolezza estreme, dopo essere stato trattenuto con il collega dalle autorità locali all’interno dell’aeroporto. Tempo dopo, a entrambi fu diagnosticata una forma rara della malattia di Parkinson. Se Gubete aveva una storia familiare che poteva predisporlo a sviluppare l’infermità, così non era per Beck.
Il loro caso dimostra ulteriormente che le autorità USA e, in particolare la National Security Agency per la quale operavano, erano a conoscenza del problema.
Beck, assistito dall’avvocato Mark Zaid, sta ancora lottando per ottenere che sia riconosciuto dalla NSA il nesso fra le sue condizioni di salute e la trasferta di lavoro.
L’Agenzia, rispondendo a una lettera del legale, ha ammesso di possedere informazioni relative all’esistenza di un’arma a microonde che sarebbe in grado di indebolire, danneggiare il sistema nervoso e perfino uccidere un bersaglio umano, senza lasciare traccia.
Long before Havana Syndrome, the U.S. reported microwaves beamed at an embassy | WBUR
Quanto sono realistiche le esperienze raccontate dai Targeted Individuals?
Le persone che dichiarano di essere vittime di torture elettromagnetiche a distanza sono spesso tacciate di soffrire di disturbi psichiatrici, derise ed emarginate perfino quando sviluppano malattie delle quali nessun medico è in grado di spiegare la genesi.
La maggior parte della popolazione, medici inclusi, ignora del tutto l’esistenza di tecnologie che, nelle mani sbagliate, possono eccome essere impiegate per torturare ed eliminare un essere umano incolpevole senza lasciare traccia.
Gli psichiatri non sanno nulla né di Allan Frey né dei progressi nello studio degli effetti non termici delle microonde e di altre particelle dello spettro elettromagnetico. Dunque, quasi mai prendono in considerazione l’ipotesi che un “uditore di voci” subisca un attacco condotto dall’esterno attraverso un dispositivo che sfrutta scoperte risalenti al secolo scorso.
Eppure le prove che lo sviluppo tecnologico è ormai a questo punto sono a disposizione di chiunque.
L’esperienza dei TI è quindi, sulla carta, realistica poiché si fonda su qualcosa di reale, concreto.
Le alterazione neurologiche e fisiologiche che lamentano sono coerenti con l’esposizione a radiazioni prodotte da armi a energia diretta o basate su nuovi principi della fisica.
Il crescente numero di vittime che vivono distanti l’una dall’altra, spesso nell’ordine delle centinaia di migliaia di chilometri, la sostanziale somiglianza delle loro testimonianze, tale da far pensare all’attuazione di un vero e proprio protocollo, è indice della genuinità dei loro racconti.
Il segreto militare che copre in parte l’attività finalizzata a sviluppare armi e dispositivi di questo tipo e l’assenza di strumenti legislativi atti a proibire sperimentazioni non consensuali e l’uso di simili tecnologie rendono plausibile l’esistenza di ricerche scientifiche secretate, realizzate a spese di civili inermi.
Di certo è arduo individuare i criteri di selezione dei Targeted Individuals.
Secondo le (poche) associazioni che si occupano del problema, la maggior parte delle vittime è donna, molti bersagli sono istruiti più della media e tendono ad essere indipendenti e poco inclini ad accettare influenze esterne.
Si tratta quindi di soggetti restii a subire forme di costrizione e controllo psicologico o sociale.
Ciò è un ulteriore elemento a favore della veridicità e affidabilità dei resoconti. Quale interesse avrebbero a parlare apertamente di esperienze del genere persone che rispondono a un identikit di questo tipo? Che senso mai potrebbe avere una presa di posizione che mette a rischio la propria credibilità sociale, se davvero non fosse determinata da un’esperienza reale?
Nell’insieme la comunità è comunque eterogenea. Quindi è lecito ipotizzare che l’individuazione delle cavie sia affidata a gruppi o enti diversi, i quali scelgono queste ultime in base a parametri variabili in ragione del programma sperimentale loro affidato.
L’elemento comune che lega la moltitudine di casi è lo schema che seguono i responsabili ad ogni angolo del globo.
Di solito, nella persecuzione raccontata dalle vittime, è possibile distinguere in modo chiaro fasi distinte (selezione, sorveglianza, stalking organizzato, screditamento, attacchi con dispositivi a energia diretta), che a volte vengono sovrapposte temporalmente l’una all’altra e una sorta di evidente progressione nell’attività persecutoria.
Inoltre, le agenzie coinvolte utilizzano tecniche di manipolazione neuropsicologica e controllo della mente molto simili o addirittura identiche.
In sostanza, al netto delle sfumature che differenziano una caso dall’altro, le similitudini sono davvero troppe perché il fenomeno, benché difficile da provare, non sia reale.
L’EFFETTO FREY E 5G
L’effetto acustico a microonde, noto anche come effetto acustico a microonde o effetto Frey, consiste nella percezione umana dei suoni indotti da frequenze radio pulsate o modulate. I suoni percepiti vengono generati direttamente all’interno della testa umana senza la necessità di alcun dispositivo elettronico. L’effetto è stato riportato per la prima volta da persone che lavoravano in prossimità di transponder radar durante la seconda guerra mondiale. Nel 1961, il neuroscienziato americano Allan H. Frey studiò questo fenomeno e fu il primo a pubblicare informazioni sulla natura dell’effetto acustico a microonde https://web.archive.org/web/20200328184923/https://www.bibliotecapleyades.net/scalar_tech/the_hum/frey.htm
VEDI ANCHE
NEUROWAR IS HERE! https://apps.dtic.mil/sti/trecms/pdf/AD1164923.pdf
Le microonde come armi e gli effetti a lungo termine
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