I pianeti non emettono luce propria ma riflettono quella che arriva dal sole. Questa capacità di rinviare la luce solare nello spazio è chiamata albedo. Anche la Terra possiede il suo albedo, ma uno studio dimostra che sta diminuendo in intensità.
A metà degli anni Novanta è iniziato il progetto Earthshine del Big Bear Solar Observatory (BBSO) con l’obiettivo di misurare la riflettanza della Terra. L’attore più importante sono le nuvole, responsabili di circa la metà dell’albedo del pianeta.
Earthshine: cos’è e perché sta diminuendo (estratto)
Il team di astronomi del Big Bear Solar Observatory, un osservatorio astronomico situato ad un’altitudine di 2067 metri nella Contea di San Bernardino, in California (Stati Uniti), ha utilizzato tecniche avanzate per misurare il Da Vinci Glow.(ndr vedi qui )
I dati raccolti hanno mostrato che l’Earthshine si è attenuato circa dello 0,5% dal 1997 al 2017. Detto in altri termini, la Terra sta ora riflettendo circa mezzo Watt in meno di luce per metro quadrato rispetto a 20 anni fa. La maggior parte del calo si è verificato negli ultimi tre anni di dati.
Il calo dell’albedo è stato una grande sorpresa per noi quando abbiamo analizzato gli ultimi tre anni di dati. dopo 17 anni di albedo quasi piatto», ha affermato Philip Goode, ricercatore del New Jersey Institute of Technology e autore principale del nuovo studio. «Quando gli ultimi dati sono stati aggiunti agli anni precedenti, la tendenza alla diminuzione è diventata chiara».
Questo cambiamento, dicono i ricercatori, non ha alcuna correlazione con l’attività solare. Lo studio, infatti, copre quasi due cicli solari completi con due massimi solari uno nel 2002 e uno nel 2014 e un minimo solare nel 2009 (e un altro minimo poco prima del 1997). Quindi, secondo il team, le cause vanno ricercate in «qualcosa sulla Terra»…. CERES dimostra che negli ultimi anni si è verificata una riduzione delle nuvole riflettenti a bassa quota sull’Oceano Pacifico orientale. Anzi, il set di dati Earthshine termina nel 2017 ma i ricercatori hanno notato che i dati della NASA suggeriscono un calo ancora più marcato dell’albedo dal 2019.
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La civiltà umana ha modificato la superficie terrestre attraverso la deforestazione,la desertificazione, l’agricoltura e l’urbanizzazione. La crescente industrializzazione e tecnologizzazione dell’ambiente nell’ultimo secolo ha influenzato indubbiamente l’impatto umano anche sull’albedo della Terra. Con la salita verso le sfere più alte, la sfera di influenza dell’uomo si è ampliata, con ulteriori conseguenze. Quale influenza hanno sulla biosfera il traffico aereo e spaziale e oltre 2000 esperimenti nucleari, e quale ruolo gioca la costante elettrificazione artificiale?
I cambiamenti geofisici causati dall’uomo negli ultimi cento anni hanno certamente avuto un impatto sull’involucro terrestre, che è fondamentale per l’assorbimento o la difesa delle radiazioni provenienti dallo spazio, e quindi soprattutto quelle provenienti dal sole, così importanti per la vita sulla Terra. Quello che chiedo ingenuamente è: In che misura la troposfera e la stratosfera sono già state alterate dagli esperimenti atmosferici con bombe nucleari, razzi, geoingegneria e riscaldatori ionosferici? Le fascie di Van Allen sono state danneggiate, la ionosfera, sottoposta a continui attacchi di vario tipo, è chiaramente in pericolo, lo strato di ozono si è assottigliato. Che fine ha fatto lo scudo protettivo naturale della Terra?
Il cambiamento dell’albedo terrestre è considerato un potente fattore in grado di regolare il Clima della Terra.
Quando l’albedo, o riflettività, del pianeta aumenta, una maggior quantità di radiazione solare viene riflessa verso lo spazio, e ciò provoca un effetto di raffreddamento sulla temperatura globale.
Nel 1960 la CIA pubblicò un documento che parlava di interventi per manipolare l’albedo della Terra. Negli anni ’70 il climatologo sovietico Mikhail Budyko avanzò l’idea di contrastare il riscaldamento globale bruciando zolfo nella stratosfera, creando così una foschia riflettente che egli descrive come “molto simile a quella risultante dalle eruzioni vulcaniche”. La gestione della radiazione solare, cioè il tentativo di ridurre la quantità di luce solare che raggiunge la superficie terrestre, è diventata una delle due branche principali della geoingegneria. Gli scienziati hanno proposto di tutto, dall’iniezione di particelle nella stratosfera al lancio di grandi specchi nello spazio per riflettere i raggi solari.
Da ricordare Edward Teller, che passò dallo “scudo anti-inquinante” allo “scudo solare”.
Analizzare le cause delle trasformazioni sembra oggi del tutto obsoleto, perché la causa è sempre ed esclusivamente una: il cambiamento climatico dovuto all’aumento delle emissioni di CO2. È la formula “magica” per resettare tutto, compreso l’albedo della terra.
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Uno studio italiano
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Un documento rivelatore del 1998 di Jay Michaelson: “Geoingegneria: un progetto Manhattan per il cambiamento climatico” pubblicato nello Stanford Environmental Law Journal, vol. 17, No. 73, 1998.
1998: AVVIARE LA GEOINGEGNERIA SEGRETAMENTE – UN NUOVO PROGETTO MANHATTAN
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