Ho già presentato questo articolo nel 2016, ma mi sembra importante sottolineare ancora una volta che si sta giocando con il guscio protettivo della Terra, che scienziati e militari stanno manomettendo gli strati superiori dell’atmosfera da anni. Lo sappiamo dai test nucleari ad alta quota, lo sappiamo dal progetto  West Ford nel 1963.

In nome di chi si permettono questi interventi?

Tre squadre sono in gara in un progetto dell’aeronautica militare statunitense per migliorare le comunicazioni radio disseminando direttamente di plasma la ionosfera

Di David Hambling

È possibile per voi ascoltarmi ora? L’aeronautica militare statunitense ha in programma di migliorare le comunicazioni radio su lunghe distanze facendo esplodere bombe al plasma nell’alta atmosfera con una flotta di microsatelliti.

Fin dagli albori della radio, sappiamo che i segnali che non possono essere captati di giorno possono essere uditi chiaramente di notte a centinaia di chilometri di distanza.

Ciò è dovuto ai cambiamenti nella ionosfera, uno strato di particelle cariche nell’atmosfera che inizia a circa 60 chilometri di altezza (per saperne di più su questo misterioso strato si veda “No-fly zone: Esplorare gli strati inesplorati della nostra atmosfera”). La curvatura della Terra impedisce alla maggior parte dei segnali radio terrestri di viaggiare oltre i 70 chilometri senza essere amplificati. Ma rimbalzando tra la ionosfera e il suolo possono zigzagare per distanze molto maggiori. Di notte la ionosfera è più densa e riflettente.

Non è la prima volta che si cerca di migliorare le comunicazioni radio armeggiando con la ionosfera. L’HAARP, l’High Frequency Active Auroral Research Program in Alaska, stimola la ionosfera con le radiazioni delle antenne a terra per produrre plasma radio-riflettente.

Ora l’USAF vuole farlo in modo più efficiente, con piccoli satelliti – come i CubeSat – che trasportano grandi volumi di gas ionizzato direttamente nella ionosfera.
Le sfide principali sono almeno due. Una è la costruzione di un generatore di plasma abbastanza piccolo da poter essere montato su un CubeSat. Poi c’è il problema di controllare il modo in cui il plasma si disperde una volta rilasciato. FONTE
https://www.newscientist.com/article/mg23130871-000-us-air-force-wants-to-plasma-bomb-the-sky-using-tiny-satellites/ INTEGRALE QUI

Si tratta di progetti davvero agli inizi, che rappresentano i confini della ricerca sul plasma per la modifica della ionosfera”, ha dichiarato uno dei ricercatori coinvolti, John Kline dell’azienda aerospaziale Research Support Instruments, a David Hambling del New Scientist. “Potrebbe essere una sfida insormontabile”.
Perché dovrebbe funzionare?
L’Air Force sta cercando di aumentare la quantità di ioni nella ionosfera, che inizia a circa 60 km di altezza nell’atmosfera terrestre. Questo strato atmosferico è noto soprattutto per la produzione dell’aurora boreale, ma, cosa più importante per i nostri sistemi di comunicazione globale, riflette anche le onde radio.
Le onde radio che rimbalzano in superficie dalla ionosfera possono percorrere distanze maggiori rispetto alle onde radio da sole e, aggiungendo gas ionizzato (plasma) all’atmosfera, lo strato dovrebbe, in teoria, diventare più adatto a riflettere le comunicazioni radio intorno alla curvatura della Terra….

Oltre a Research Support Instruments, altri due gruppi stanno lavorando a proposte su come far funzionare questo “bombardamento al plasma” e la proposta migliore riceverà finanziamenti per proseguire con una seconda fase, che prevede test di laboratorio e voli spaziali esplorativi.

Uno dei gruppi, della Drexel University, prevede di produrre il plasma utilizzando una reazione chimica controllata per riscaldare un pezzo di metallo oltre il suo punto di ebollizione, che lo farà reagire con l’ossigeno atmosferico, creando plasma ionizzato. ARTICOLO INTEGRALE QUI https://www.sciencealert.com/the-us-air-force-plans-to-plasma-bomb-the-skies-to-improve-global-radio-reception

 

UN PO’ DI STORIA: Diagnostica dei campi elettrici attraverso il tracciamento delle nubi di plasma visibile

Fu Bates (1950) a proporre per la prima volta il rilascio di nubi di vapori metallici e molecolari nell’alta atmosfera come strumento per misurare i parametri atmosferici e i processi di eccitazione. A partire dalla metà degli anni Cinquanta l’idea fu ripresa da vari gruppi negli Stati Uniti (Edwards et al., 1956), in Australia (Groves, 1960; Rees, 1961) e in Francia (Blamont et al., 1960). Nelle emissioni chimiche sono stati impiegati numerosi elementi, atomi metallici come Li, K, Na, Sr, Ba, Al e composti come NO, NO2, SF6, AlO e BaO. L’obiettivo principale era l’indagine dei processi di diffusione, dei profili del vento, della densità, della turbolenza e della temperatura. La tecnica ha avuto il vantaggio di una relativa semplicità tecnica, di tempi di preparazione brevi e di molte intuizioni inedite in un territorio finora poco conosciuto. Una breve panoramica si trova in Harang (1969). VEDI QUI https://www.frontiersin.org/journals/astronomy-and-space-sciences/articles/10.3389/fspas.2019.00029/full

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DIFESA USA: ALLO STUDIO BOMBE AL PLASMA DA FAR DETONARE NELLA IONOSFERA

UN ANELLO DI AGHI METALLICI INTORNO ALLA TERRA – IL PROGETTO WEST FORD (1963)

NEI CIELI SARDI NUBI DI BARIO E STRONZIO E ALTRO…

DECENNI DI ESPERIMENTI NELLA IONOSFERA E NELLA MAGNETOSFERA

UN PIANO PER TRASFORMARE L’ATMOSFERA IN UN ENORME SENSORE

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