Cos’è la scia brillante sui cieli della Sardegna? 20.9.2018 Leggi qui
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Pino Cabras (deputato sardo M5S) commenta sulla sua pagina fb gli eventi estremi in Sardegna:
“Scrissi questo articolo nel novembre 2013, quasi cinque anni fa. Nel frattempo i “flash flood”, le alluvioni improvvise e violentissime, si sono intensificate, in corrispondenza di un cambiamento climatico accelerato.
È arrivato il momento di ragionare in termini globali e sistemici. Dobbiamo inquadrare i cambiamenti climatici e il rischio idrogeologico come un unico grande problema e dobbiamo dare cura al pianeta malato sia nella dimensione ambientale (acqua, aria, suolo e sottosuolo, specie animali e vegetali), sia in quella antropica e costruita (monumenti, strade, case, insediamenti e infrastrutture industriali)…. ”
Leggi qui https://pino-cabras.blogspot.com/2013/11/lalluvione-sarda-e-i-fantocci-impiccati.html
Ha ragione Pino Cabras, è momento di ragionare in termini globali. Gli articoli che seguono vorrebbero dare impulsi per una visione ampia, che dovrebbe includere dati e analisi ulteriori e porre nuove domande.
E’ successo in Sardegna – e pochi lo sanno
LA RICERCA ITALIANA E IL CONTROLLO DELL’ALTA ATMOSFERA
1964: Nei cieli sardi nubi di bario e stronzio
Artificial Strontium and Barium Clouds in the Upper Atmosphere
La ricerca italiana
Un ruolo chiave nell’avvio e nella promozione delle attività spaziali italiane fu rivestito dall’ingegnere Luigi Broglio (1911-2001). Il primo accordo italiano con la NASA fu raggiunto nel 1959 e prevedeva il lancio di razzi sonda per studiare la dinamica dell’atmosfera terrestre superiore. L’area scelta fu individuata in Sardegna, nella località Salto di Quirra, e inaugurata nell’ottobre del 1956 con un lancio di missili telecomandati. La prima utilizzazione scientifica del nuovo poligono, a partire dal 9 luglio 1960, riguardò il lancio di sei razzi sonda bistadio (C-41) del peso di 75 kg per ricerche nell’alta atmosfera, la cui costruzione fu affidata dall’Aeronautica militare alla SISPRE (Società Italiana per lo Studio della Propulsione a REazione). L’esito soddisfacente del programma portò ad attività successive all’interno di un programma più ampio che faceva capo alla neocostituita Commissione per la ricerca spaziale (CRS) del CNR, con l’obiettivo di studiare l’atmosfera oltre i 100 km (i razzi C-41 raggiunsero un’altezza di 30 km), anche a scopi meteorologici. Presieduta da Broglio, la CRS ebbe il compito di rappresentare istituzionalmente l’Italia a livello europeo nelle riunioni che portarono alla nascita, nel 1962, di ESRO (European Space Research Organisation), per promuovere e organizzare le attività nel campo della ricerca scientifica spaziale, ed ELDO (European Launcher Development Organisation), per le connesse attività tecniche di lancio di veicoli spaziali… Dalla fine del 1962, l’ESRO decise di effettuare una prima serie di otto lanci nell’ambito di un programma scientifico per lo studio dell’alta atmosfera e della ionosfera…
A livelli atmosferici più bassi
PIOGGE ARTIFICIALI IN ITALIA DAL 1947
Tra il 1947 ed il 1951 furono realizzate numerose altre serie di esperienze in vari paesi come in Australia (22>23),in Canada (21), in Africa orientale (25), in Algeria (26), nello Stato di Israele (27), in Francia («. ».30), in Italia (31-32). Il contributo di tutte queste esperienze, sebbene condotte in zone più ristrette e con minore ricchezza di mezzi di quelle degli U.S.A., diede egualmente un utile contributo soprattutto alla conoscenza delle tecniche operative da usare e per la impostazione del problema, nell’ambito delle caratteristiche climatiche locali. Naturalmente le controversie sui risultati delle operazioni furono tante e tali che, nel 1953, il Congresso degli U.S.A. fu indotto ad istituire un Comitato Consultivo'(Advisory Commitf.ee on Weather Control), col compito di studiare e valutare gli esperimenti pubblici e privati riguardanti questo campo di ricerche. La conclusione a cui giunse il suddetto «Comitato», dopo l’esame di numerosi cicli di esperienze affidate a noti scienziati e ad organizzazioni scientifiche universitarie o qualificate (33. 31.35,3D, 37. 3», 3», JO, 4i. 42) e f ] dopo l’esame con tecniche statistiche progredite(40’41), dei risultati ottenuti anche da organizzazioni commerciali, operanti sul 10% del territorio nazionale degli U.S.A. con impiego di ingenti capitali (si calcola che in quell’epoca si spendevano circa 5.000 miliardi di lire annui), f u che, fino a quell’epoca era stato apportato un impagabile contributo alla conoscenza della fisica delle nubi e delle precipitazioni e soprattutto era stato provato che gli effetti osservati, in seguito alla nucleazione artificiale della atmosfera, rappresentavano qualcosa di più delle fluttuazioni casuali che si hanno nella precipitazione naturale. Tuttavia era necessario compiere molto lavoro, con programmi a lunga scadenza, sfruttando i progressi fino allora compiuti nello studio della fisica e chimica dell’atmosfera, sotto la guida di scienziati entusiasti e capaci, che fossero liberi di procedere nella direzione che il loro entusiasmo e curiosità poteva consigliare, per poter giungere a concreti risultati nella soluzione del problema proposto….
Un primo breve ciclo di esperienze fu condotto in Sardegna, sulle colline ad est di Cagliari, nell’inverno del .1951 (31) ed un secondo ciclo, nell’autunno dell’anno seguente, sull’altipiano della Grande Sila in Calabria
(32). Entrambi i cicli furono diretti dal Servizio Meteorologico dell’A.M. con risultati che, dato il modesto impiego di mezzi, si ritennero allora soddisfacenti ed incoraggianti.Un terzo ciclo di esperienze di nucleazione artificiale dell’atmosfera,il più lungo finora condotto in Italia, fu affidato alla società americana « Weather Researches Development Corporation » su finanziamento della « Cassa per il Mezzogiorno » e la « Regione Autonoma della Sardegna ». Le esperienze furono effettuate lungo la media vallata del Tirso in Sardegna e durarono tre anni, dal 1 Ottobre 1957 al 30 Settembre 1960. La tecnica usata fu quella della diffusione dei fumi di ioduro d’argento da una rete di generatori -posti al suolo, attorno alla zona « bersaglio ». Le esperienze, che avevano lo scopo di incrementare le precipitazioni naturali, furono condotte con i criteri delle cosidette « operazioni commerciali» degli U.S.A. Nessun risultato di queste operazioni risulta sia stato ancora pubblicato. Poiché ho avuto modo di seguire le suddette esperienze, avendo la suddetta Società potuto utilizzare le osservazioni e le analisi del Servizio Meteorologico dell’A.M., posso affermare che i risultati non hanno risposto alle aspettative. La causa del limitato successo ritengo debba principalmente attribuirsi alla tecnica usata dei generatori al suolo ed alla scelta delle loro postazioni, in una zona molto tormentata per la turbolenza atmosferica ed ove, difficilmente, è possibile sfruttareregolari correnti convettive da assicurare il trasporto dei fumi di Agi tino all’altezza utile perchè il fenomeno di nucleazione artificiale delle nubi abbia luogo.
Più recentemente, un altro ciclo di esperienze è stato realizzato, dal Novembre 1961 al Maggio 1962, nella Sardegna meridionale, in una zona particolarmente siccitosa e in pianura, dalla Società « Italrazzi » su commissione della Soo. « Meteor » di Milano su richiesta e finanziamento della « Regione Autonoma della Sardegna ». La direzione scientifica è stata affidata al Servizio Meteorologico dell’A.M.. …
Un’altra tecnica, recentemente perfezionata in esperienze condotte in Sardegna (79’an’81) nel corrente anno, è quella che si serve, per la diffusione delle sostanze uueleanti (Agì e Na01), di particolari razzi o cariche esplosive trasportate da palloni. Nella Fig. 1 è stata riprodotta una fotografia, eseguita in camera fredda a —10 °C, dei cristalli di ghiaccio formati sui nuclei dei fumi di Agi delle miscele esplosive impiegate. Sono stati calcolati per ogni grammo di Agi, 1,6•IO1- nuclei dopo 6 minuti.
Risultati molto promettenti delle tecniche di nucleazione artificiale dell’atmosfera, finora adoperate, per riconoscemento quasi unanime, si sono avuti dalle cosidette formazioni nuvolose orografiche e semiorografiche, cioè legate alla presenza di catene di montagne e (li colline sufficientemente alte, mentre nelle zone di pianura i risultati ottenuti non sono statisticamente apprezzabili. Ciò potrebbe far pensare alla possibilità di operare su regioni di montagna o di collina, al fine di creare riserve idriche in bacini di raccolta, occorrenti poi per la irrigazione delle zone piane. Non vi è dubbio, alla luce dell’attuale conoscenza, che esperimenti del genere siano promettenti di fecondi risultati, sia nel campo della ricerca puramente scientifica die delle pratiche applicazioni.
ARTICOLO INTEGRALE https://www.nogeoingegneria.com/timeline/progetti/piogge-artificiali-in-italia-dal-1947/
E qui inziò una nuova storia per la Sardegna
IL SARDINIAN PROJECT : «OGGI IN SARDEGNA, DOMANI NEL MONDO» (1946-1950)
L’obiettivo del “Progetto Sardegna” fin dal momento della sua definizione conteneva un’ambiguità – non risolta neppure in fase di realizzazione – che il biologo Marston Bates ha così rudemente esplicitato: «Ho il sospetto che coloro che vi presero parte non riuscissero a distinguere se stessero eseguendo un esperimento o se stessero applicando misure sanitarie e, spesso, questa incertezza sembrava rispecchiarsi nella programmazione» (Logan, p. X). Insomma, il Progetto era principalmente orientato al controllo della malaria, oppure si trattava, in realtà, di un gigantesco esperimento … La Sardegna ‘ospita’ il 60% del demanio militare in Italia. La costruzione delle basi militari si colloca tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50; la maggior parte era ed è usata dalla NATO.
„E’ qui in Sardegna che esplode l’80% delle bombe in Italia, trentacinquemila ettari di terreno non accessibili ai cittadini, perché occupati da servitù militari e aree demaniali connesse. La Sardegna è militarizzata, da più di 50 anni (il Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze, che svolge tuttora attività militari missilistiche e di collaudo è attivo dal 1956). Ma il futuro rischia di essere persino più fosco. I poligoni sardi saranno sempre più al centro (lo si legge anche in un’interrogazione dell’onorevole e sua collega di partito Claudia Zuncheddu) delle sperimentazioni di nuove tecnologie: radar, satelliti, droni.“ (1)
Nel 2015 sulla pagina del M5S
La Sardegna subisce da oltre cinquant’anni una grave penalizzazione a causa degli oneri dalle servitù militari, le quali occupano oltre 35 mila ettari di territorio sottratto alla disponibilità della popolazione, che fanno della Sardegna l’entità regionale maggiormente gravata (62% del totale delle servitù militari italiane).
In tale contesto, nel corso degli anni, è maturata nell’opinione pubblica e nella popolazione locale, la società civile, una coscienza critica di aperta, pacifica, continua e civile protesta verso quella che viene avvertita come una sorta di spropositata occupazione militare, e che più di recente – in un sondaggio promosso dalla principale testata giornalistica regionale – ha visto il 68% dei lettori esprimersi per uno stop definitivo alle esercitazioni militari in Sardegna. (ndr 2015)
Gli oneri delle esercitazioni militari che gravano sulla Sardegna non sono più sostenibili. Si parla di costi in termini sanitari, economici, ambientali che ricadono sulla popolazione, in un territorio che da oltre cinquant’anni è gravato dal 62% del totale delle servitù militari italiane..
L’Italia secondo il trattato della Nato non avrebbe l’obbligo né di partecipare a queste esercitazioni né di concedere l’uso dei propri poligoni. Il Movimento 5 stelle è per un nuovo modello di Difesa che sia, appunto, difesa del nostro Paese e di non ingerenza nelle controversie internazionali che non hanno ripercussioni sull’Italia, lo affermano i parlamentari delle commissioni Difesa di Camera e Senato.
LEGGI QUI http://www.movimento5stelle.it/parlamento/difesa/2015/11/stop-alle-esercitazioni-nato-in-sardegna.html
Le tappe storiche delle servitù militari nell’isola
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