… L’aviazione si è sempre preoccupata della sicurezza e si tratta di uno dei settori più sicuri. Tuttavia, in questo articolo ci concentreremo su un altro aspetto della sicurezza, considerato insolito per un passeggero normale e invece molto normale per uno specialista IT.

Sappiamo tutti che gli aerei moderni sono dei mega computer volanti, e il pilota sembra più un operatore informatico che altro, poiché deve occuparsi di controllare il funzionamento di tutta una serie di dispositivi. I vari tipi di piloti, con mansioni diverse, potrebbero benissimo essere sostituiti dai computer.

Purtroppo, però, anche questi dispositivi possono essere hackerati come gli altri. L’impatto potenziale di un attacco hacker su un aereo è davvero devastante: pensiamo a un terrorista che non avrebbe più bisogno di prendere passeggeri in ostaggio e di fare irruzione in cabina piloti. Dovrebbe solo dotarsi di un computer portatile.

L’ondata di panico è nata la scorsa primavera in seguito a un report sulla sicurezza delle reti Wi-Fi a bordo pubblicato dal Government Accountability Office statunitense (GAO). Non è chiaro il collegamento esistente tra aviazione, sicurezza informatica e GAO, tuttavia i media hanno iniziato a inventare una serie di storie catastrofiche: secondo alcuni giornali, i terroristi sarebbero in grado di manomettere il funzionamento di un aereo dal loro giardino di casa o di farli atterrare nel succitato giardino.

FONTE https://blog.kaspersky.it/hacking-aircraft-is-it-real/6544/

 

Chris Roberts, un esperto di cybersicurezza, aveva confessato all’Fbi di essersi introdotto 15-20 volte dentro i computer di aerei passeggeri. Lo aveva riporta la Cnn che citava documenti di una Corte federale.

Nel 2013 l’informatico tedesco Hugo Teso ha dimostrato nel corso di una conferenza come fosse possibile intercettare il traffico dati aereo in termini di comunicazioni alterando i valori di quota, velocità, numero di aerei intorno all’aeromobile, attivare o disattivare il pilota automatico, operare sui motori, restando tranquillamente seduto sul divano di casa e utilizzando un app su sistema operativo Android come telecomando. VEDI http://www.flyorbitnews.com/2016/11/11/sistemi-autonomi-guida/

 


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