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PRIMA PARTE QUI

Articolo by Maria Heibel (NoGeoingegneria) 

SECONDA PARTE  

I COLPEVOLI ‘DIMENTICATI’

Riassumiamo: il ‘Cambiamento Climatico’, più delle volte utilizzato come sinonimo di riscaldamento globale, causato dal CO2, è entrato nelle teste un po’ di tutti come il ‘problema più impellente’ su questo pianeta. Si collegano al ‘Global Warming’ i sempre più frequenti fenomeni meteorologici estremi, desertificazioni, innalzamento dei mari (ne parlano da anni ma per ora pare che non ci siamo), epidemie varie, carestie, fuga di milioni di persone, scioglimento dei ghiacci e altro…

John Kerry (Segretario di Stato USA) nel novembre del 2014, dopo la pubblicazione del rapporto IPCC sul clima, avvertiva: “Quelli che decidono di ignorare o di contestare i dati chiaramente esposti in questo rapporto, mettono in pericolo noi, i nostri figli e i nostri nipoti”. In altre occasioni ha definito il climate change un’arma di distruzione di massa (5).

La grancassa dei mezzi di comunicazione sta allarmando da anni senza sosta. Ma chi grida allarme è preoccupato sul serio? Sono tante le problematiche preoccupanti che potrebbero davvero influire sui cambiamenti climatici, ma vengono puntualmente ignorate. Sono ignorati gli altri gas serra, sono ignorati gli sforzi decennali di influenzare e controllare il meteo e il clima.

Molti anni fa certe riflessioni sono state fatte. Un rapporto governativo lungo ca 750 pagine,  WEATHER MODIFICATION : PROGRAMS, PROBLEMS, POLICY, AND POTENTIAL. MAY 1978 (6), tratta una mole enorme di informazioni che confermano l’ampio e continuo coinvolgimento del governo USA nella modifica del clima e nella guerra meteorologica. 

Questo documento conferma il coinvolgimento di governi stranieri di tutto il mondo, anche di governi considerati “ostili agli interessi degli Stati Uniti”. All’interno di questo testo vengono discussi un gran numero di aspetti e conseguenze dei programmi nazionali e globali riguardo l’ininterrotta modificazione del clima: implicazioni legali (tra cui la necessità d’immunità totale da ogni forma di azione penale), implicazioni biologiche, implicazioni sociali, implicazioni ambientali, ecc. 

Il complesso militare-industriale ha da tempo espresso apertamente il suo desiderio di “possedere il clima” (Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025).

Inoltre, sui cambiamenti climatici pesano anche altre problematiche: le pratiche agricole intensive su tutto il pianeta, secondo le analisi effettuate dai ricercatori dell’Università del Maryland, sono abbastanza potenti da alterare gli equilibri dell’atmosfera terrestre a una velocità sempre crescente, a causa del fatto che l’agricoltura ha bisogno di sempre più spazio a scapito delle foreste e dell’utilizzo di fertilizzanti chimici che generano fumi di ammoniaca che salgono in atmosfera.

E’ infatti uno dei settori che emette più CO2 (e non solo) in atmosfera, paragonabile solo a quello dei trasporti. Il rapporto dell’IPCC chiede ai governi di abbandonare l’utilizzo di carburanti fossili entro il 2100 per fermare il riscaldamento globale. Studiando però i biocarburanti si scopre che l’impatto ambientale non è migliore di quello della benzina e inoltre devono essere abbattute le foreste.

I biocarburanti così ottenuti sono quelli che emettono più gas a effetto serra e inquinano più dei classici combustibili fossili. Per non parlare del fenomeno del land grabbing.

Il predatore più spietato su questa terra è l’uomo: sfrutta, calpesta, uccide. Siamo noi umani la causa principale della devastazione globale, su questo non ci sono dubbi. Stiamo trasformando il pianeta in una immensa discarica di veleni di ogni tipo. L’usa e getta caratterizza i gesti di tutti. L’obsolescenza è programmata, un oggetto se dura poco, meglio è. Il pianeta viene saccheggiato e mari, terre e cieli sono manipolati con una ferocia mai vista in passato. Perfino per produrre il nostro cibo avveleniamo suolo, boschi e acqua. La lista degli orrori è lunghissima. In questa vasta panoramica di distruzione è davvero il CO2 il grande problema? 

Diciamo che lo sia e applichiamo questo filtro di lettura. 

Aspetto cruciale e fortemente responsabili alla produzione di CO2 e altri gas serra sono gli allevamenti intensivi. Si tratta di un settore produttivo estremamente distruttivo, sotto molti punti di vista.  L’uomo è diventato carnivoro a dismisura. Il consumo di carne in passato rispetto ad oggi era irrisorio. L’industria della carne  può essere considerata il principale fattore nella riduzione della biodiversità.

I media lanciano continuamente messaggi finalizzati alla persuasione della massa al consumo di animali, per interessi economici. Gli allevamenti intensivi sono un problema che quasi nessuno vuole vedere. In tutto il mondo: 1 miliardo e 300 milioni di bovini, 2 miliardi e 700 milioni di ovini e caprini, 1 miliardo di suini, 12 miliardi di polli e galline e altro pollame. La carne che costa poco ha un prezzo altissimo per animali e lavoratori, per chi la mangia e per il pianeta. Il consumo di carne è il grande rimosso del nostro tempo. L’allevamento intensivo, alleato dell’alimentazione carnivora, genera più emissioni di gas serra a livello mondiale di tutte le auto, camion, treni, barche e aerei messi insieme. Una sola mucca in un anno ha un impatto inquinante equivalente ad un’automobile di media cilindrata che percorre 70.000 km.

Inverosimile? Questi studi derivano e sono confermati dalla FAO (Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione dell’ONU), dal World Watch Institute e dall’Istituto per gli Studi Ambientali della Libera Università di Amsterdam (7).

Nel 2008 l’Institute for Environmental Studies della VU University di Amsterdam ha compiuto uno studio per quantificare la riduzione di emissioni di CO2 in relazione ad un minor consumo di carne, fornendo un confronto con la riduzione di emissioni di CO2 ottenibile applicando altre misure più note al grande pubblico, come un ridotto utilizzo dell’auto, l’uso di lampadine a basso consumo energetico, l’installazione di doppi vetri. I risultati hanno dimostrato come il semplice cambiamento delle proprie abitudini alimentari possa risultare molto più efficace nel determinare una riduzione delle emissioni di gas serra globali rispetto a tutti gli altri accorgimenti applicabili.

I calcoli sono stati eseguiti prendendo come paese di riferimento l’Olanda, e i risultati ottenuti hanno mostrato che se per un anno intero tutti i cittadini olandesi non mangiassero carne per un giorno alla settimana, si otterrebbe un risparmio totale di 3,2 mega-tonnellate di CO2, equivalente alla circolazione di un milione di auto in meno sulle strade dell’Olanda per un anno, mentre se per un anno intero tutti i cittadini olandesi non mangiassero carne per sette giorni alla settimana si otterrebbe un risparmio totale di 22,4 mega-tonnellate di CO2, equivalente alle emissioni totali prodotte dal consumo domestico di gas dell’intera Olanda (8).

Salta all’occhio un altro fattore pesantemente inquinatore e il cielo fortemente deturpato ne è testimone.

AEREI E NAVI EMETTONO DI TUTTO, MA SI FA FINTA DI NIENTE 

Negli ultimi anni il traffico aereo è aumentato moltissimo. Contemporaneamente si è registrata una forte percentuale di aumento anche per le emissioni di CO2. 

In futuro il traffico aereo dovrebbe aumentare ulteriormente e di molto, spiegano il Rapporto ambientale sull’aviazione europea Eurocontrol. Questa realtà ha trovato una risposta-soluzione, nel progetto ‘CIELO UNICO’, che sta per un cielo controllato-centralizzato a favore di un flusso di traffico in aumento.

Ma incredibilmente, l’inquinamento atmosferico causato dal traffico di aerei e navi, civili e militari, è assente in tutte le statistiche sulle emissioni, e di conseguenza assente negli accordi sul clima.  

Dai turbogetti esce di tutto: ossido di azoto (NOx), idrocarburi (HC), monossido di carbonio (CO), ossidi di zolfo (SOx) particolato (PM) anche anidride carbonica (CO2) e particolati tossici, come rilevato di recente dalla scienziata dell’atmosfera Ulrike Lohmann (9).  

Il rapporto dell’IPCC del 1999  Report on Aviation and Global Atmosphere allertava sugli effetti dell’aviazione, ma dopo è calato il silenzio.

E’ calato un velo.

Le emissioni rilasciate dagli aerei non risultavano più un problema? Anzi! Da quel periodo osserviamo un forte aumento del traffico aereo favorito da nuovi sostenitori.  Dal 2002 gli aeroporti militari d’Europa vengono aperti al traffico delle neonate flotte low cost, Ryanair in prima fila. Prezzi stracciati favoriscono una crescita strepitosa del traffico aereo e grazie ad una condizione peculiare: questo settore è esentato da qualsiasi tassa sui carburanti. Inoltre il traffico aereo low cost è sovvenzionato da soldi pubblici. Insomma qualcuno paga perché esista e cresca. Ma non si è visto nessuno gridare allo scandalo di fronte a prezzi ridicoli. E’ recente l’annuncio della Ryanair di voli gratis nell’imminente futuro.  Non è una fake news, ma una promessa di Michael O’Leary. I cieli hanno cambiato aspetto in questi ultimi 10-12 anni, sono sfigurati dalle scie rilasciate dagli aerei: scie lunghe o corte, larghe o sottili, con una varietà notevole di forme e colori mai visti in passato che creano velature bianche. Farsi domande su questo scempio sembra d’obbligo e qualcuno le ha fatte. Ma la risposta è sempre questa: “E’ solo vapore acqueo, sono normalissime scie di condensa”, rassicurano quelli che dovrebbero saperlo. 

Dal 2002/2003 in Europa e qualche anno prima in USA/Canada  si è diffuso gradualmente, sottolineo gradualmente, questo fenomeno.  Oggi coinvolge praticamente tutto il globo.

La ‘cultura’ del volo low cost (e non solo) ha ridisegnato i cieli. 

L’inquinamento dovuto al traffico nei cieli è in netto aumento negli ultimi anni. Il cherosene, carburante di origine fossile usato per alimentare gli aeromobili, è già di per sè inquinante. Il traffico dei cieli è la fonte di emissioni di gas serra che cresce più in fretta, e per questo oggi è tra le minacce più gravi per il nostro ambiente. 

I voli generano milioni di tonnellate di CO2, quindi non può che stupire l’esclusione dei dati sulle emissioni e trattati sul clima. Mentre in linea generale negli ultimi 15 anni l’emissione di gas serra è diminuita, secondo il rapporto 2007 dell’Agenzia europea per l’ambiente, il CO2 legato all’aviazione civile all’interno dell’UE è in forte crescita.

L’introduzione di  sostanze  negli strati superiori dell’ atmosfera hanno un peso maggiore. E questo si sa.  Gli scarichi dei motori contribuiscono al riscaldamento globale e influiscono sui cambiamenti climatici. Infatti rilasciano ossidi di azoto, anidride solforosa e vapore acqueo nella troposfera e questi composti contribuiscono alla formazione di piogge acide.

L’aviazione è responsabile anche della dispersione di tonnellate di polveri sottili in atmosfera.

Dunque i gravi effetti del traffico aereo sono noti. Ma allora perché resta l’eterno escluso?

Uno studio afferma:

GLI AEROSOL RAFFORZANO LE NUBI TEMPORALESCHE, FAVORENDO CONDIZIONI METEO ESTREME

I sistemi temporaleschi sono “la fonte primaria di precipitazioni sopra i tropici e le medie latitudini e la loro durata può influenzare notevolmente la variabilità delle precipitazioni; in particolare di quelle estreme, che possono provocare inondazioni, alluvioni e piene eccezionali dei corsi d’acqua”, si osserva nell’articolo. “Di interesse particolare è il ruolo delle nubi che riflettono la radiazione solare ed immettono radiazione termica nello spazio, fenomeni che possono influenzare l’equilibrio radioattivo nell’atmosfera e la temperatura della Terra”, commenta Daniel Rosenfeld, scienziato dell’atmosfera della Hebrew University di Gerusalemme (10).

Gli scienziati hanno appurato che aerosol, fuliggine, polvere ed altre piccole particelle rilasciate nell’atmosfera possono influenzare il clima, riducendo le precipitazioni nelle regioni aride ed incrementando la violenza delle tempeste di neve e la portata delle piogge nelle regioni umide. Zhanqing Li, autore di una ricerca sul problema, spiega che quando l’aria è molto inquinata le nubi convettive subiscono delle pesanti modifiche che portano a raddoppiare la probabilità di piogge intense. La comprensione delle interazioni tra nuvole, aerosol e precipitazioni oggi è una delle sfide più importanti della ricerca sul clima (11).

LO DICE IL NOAA: LE SCIE DEGLI AEREI SONO GEOINGEGNERIA

Da decenni la luce solare giunge più fioca sulla Terra. La responsabilità è delle scie prodotte dagli aerei, in un’operazione involontaria di geoingegneria. Attualmente stiamo utilizzando involontariamente la geoingegneria. Lo afferma Chuck Long, membro dell’Earth System Research Laboratory del NOAA, l’agenzia federale USA che studia le condizioni atmosferiche e dell’atmosfera, quindi esperto interno alla più autorevole agenzia di ricerca del mondo su questi temi.

Ha parlato al convegno della American Geophysical Union , attribuendo alle scie emesse dagli aerei lo sbiancamento dei cieli in alcune parti del mondo (ndr: quasi dovunque ormai): la causa sono le particelle sparse in atmosfera dagli scarichi degli aerei.  Quindi il traffico aereo è responsabile di una modificazione atmosferica su larga scala. (12).

Il Dr. Peter Kalmus, scienziato dell’atmosfera presso il Jet Propulsion Laboratory, afferma che l’impatto totale degli aerei sul clima è probabilmente da due a tre volte superiore all’impatto delle sole emissioni di CO2. Questo perché gli aerei emettono monossidi di azoto nella troposfera superiore, formano scie e inseminano i cirri con aerosol provenienti dalla combustione del carburante. Questi tre effetti aumentano il riscaldamento a breve termine (si noti che i grafici, in questo articolo, escludono tali effetti (13).

Non solo le emissioni degli aerei di linea e militari ma anche i lanci degli shuttle procurano danni  indebolendo la stratosfera e lacerando lo strato di ozono della Terra minacciando la vita sul pianeta.

LO STRATO DI OZONO DELLA TERRA SI STA ANCORA SFALDANDO

Agenti chimici al cloro immessi direttamente nello strato di ozono da aerei di linea, cisterne chimiche e altri aerei militari che volano oltre i 13 chilometri di quota – insieme a quasi continui lanci di razzi a propellente solido dalle basi dell’Aviazione di Cape Canaveral e Vandenberg si stanno masticando lo strato di ozono della Terra, già compromesso dai test nucleari del passato.

Davanti all’ingombrante realtà dei fatti, accompagnata tutto sommato da molti dati, il constatare dall’altra parte le assurde posizioni di enti, scienziati, rappresentanti vari rispetto alla realtà nei nostri cieli non fa pensare bene. 

Tornando alla CO2 in una nota conclusiva. 

I padroni della terra hanno dato alla CO2 un ruolo chiave per la trasformazione di questo pianeta.

IL MONDO SMART – IL BRAVE NEW WORLD 

 

In nome dell’abbattimento della CO2 il mondo cambierà. L’Unione Europea prevede di spendere 270 miliardi di Euro l’anno per  “tutelare il clima”. Queste sono le cifre nei prossimi 40 anni secondo Connie Hedegaard. L’obiettivo sarebbe di ridurre le emissioni di gas serra tra l’80 e il 90 per cento entro il 2050 favorendo la creazione di Smart Cities. 

La Smart Grid consiste nell’installazione di una rete capillare di controllo elettronico in grado di monitorare e coordinare la vita nella società. In nome della ‘sicurezza e della sostenibilità’ saranno applicati dei dispositivi di controllo e misurazione negli apparecchi di uso quotidiano (lavatrice, frigo, termosifone, caldaie, lampadine…contatori). Tutte le attività, in luoghi pubblici e privati, saranno inseriti in una estesa rete di sorveglianza. Ogni attività collegata ad un dispositivo elettronico (sensori) sarà identificata e registrata. BIG DATA. Dati su abitudini e attività quotidiani delle persone saranno raccolti, registrati e conservati in una banca dati.

La commissione europea ha lanciato l’iniziativa Smart Cities & Communities European Innovation Partnership (SCC).

Smart Cities & Communities diventa una parte fondamentale del nuovo programma dedicato alla ricerca Horizon 2020. Uno dei principali motori che spinge verso questa evoluzione sono gli obiettivi Europei di eco-sostenibilità “20-20-20”, che entro il 2020 prevedono la riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, l’aumento dell’efficienza energetica del 20% e la provenienza del 20% di energia elettrica da fonti rinnovabili.

La rivoluzione arriva poi nelle case di tutti. La case di ognuno deve diventare ‘intelligente e green’. Il convincimento è il seguente: è fondamentale per ridurre le emissioni diCO2 nell’atmosfera che diventi una priorità per tutte le persone. Tutti quindi ‘devono necessariamente diventare responsabili’ nei confronti dell’ambiente, partendo dal nostro piccolo. E cosa significa? La nostra casa deve diventare smart. Per facilitare il passaggio ci sono belle promesse: sarà gestito al meglio comfort, benessere, sicurezza, riduzione costi e consumi. Le valanghe di articoli che pubblicizzano le case smart dicono questo.

C’è un piccolo inconveniente.

Saremo spiati, seguiti, controllati. Sapranno ancora di più dove ci troviamo e con chi siamo. Conosceranno ancora meglio i nostri gusti, le nostre abitudini, le preferenze politiche, i prodotti che ci piacciono e quelli che odiamo. Di noi conoscono tutto ormai. Grazie al cellulare, tablet o pc siamo costantemente filtrati, scannerizzati, analizzati.  Qualsiasi informazione possa essere raccolta dalle nostre abitudini è merce preziosa. Oggi 10 miliardi di computer, smartphone e tablet si scambiano continuamente in tutto il mondo flussi di dati.

L’enorme mole di dati che si raccoglie sui singoli individui permettono alle agenzie di intelligence di compiere un’analisi predittiva dei comportamenti dei singoli, questo anche per ‘individuare i potenziali soggetti pericolosi’.

Un mondo smart è clean e sostenibile? Non lo è. 

Saremo (ancora di più) immersi nelle microonde, giorno e notte. Sono ormai sempre più numerose le prove e le testimonianze, internazionali e nazionali, sui danni prodotti da “elettrosmog”, cioè da campi elettromagnetici (EM) nocivi per la salute umana, prodotti da antenne, cellulari, cordless, Wi-Fi e altri prodotti similari.  Numerosi studi dimostrano che la radiazione da radiofrequenza danneggia l’ambiente, sia la flora che la fauna. E non avremo via di scampo.Nemmeno George Orwell nel suo libro “1984” si era spinto tanto, era più avanzato Huxley nel suo Brave New World. Pare che abbia scritto un copione per il futuro. La “dittatura dolce” è cominciata. E noi, in nome dellaCO2 e del Global Warming, l’abbiamo accettata?

FONTI

1) 2015 Pollution Problems by Pure Earth and Green Cross Switzerland http://www.greencross.ch/wp-content/uploads/uploads/media/pollution_report_2015_top_six_wwpp.pdf

2) CO2: IL SATELLITE OCO-2 DELLA NASA MONITORA IL RESPIRO DELLA TERRA https://www.greenme.it/informarsi/universo/13735-co2-satellite-nasa ) 

(3) Proposed Intervention Techniques Not Ready for Wide-Scale Deployment http://www8.nationalacademies.org/onpinews/newsitem.aspx?RecordID=02102015

4) Terra più verde per l’aumento della CO2. Ma i danni sono maggiori dei benefici by Francesca Biagioli – su Green Me 27 Aprile 2016http://www.greenme.it/informarsi/ambiente/20072-terra-verde-aumento-co2

(5)   Kerry calls climate change ‘weapon of mass destruction’ Reuters 16/2/2014 http://www.reuters.com/article/us-kerry-climate-idUSBREA1F0BP20140216

(6) Weather modification: programs, problems, policy, and potential 

prepared at the request of Howard W. Cannon, chairman, Committee on Commerce, Science, and Transportation, United States Senate ; [by the Congressional Research Service] published Washington : U.S. Govt. Print. Off., 1978 i.e. 1979.

(7) Meat the truth – Carne, la verita’ sconosciuta Documentario 2007

(8) http://progettoscuolevegan.weebly.com/uploads/2/4/2/8/24281627/impatto_ambientale_dei_prodotti_di_origine_animale..pdf

(9) https://www.youtube.com/watch?v=ic4dml5oUVk

(10) https://www.sciencedaily.com/releases/2016/06/160613153420.htm

(11)  http://www.ecoblog.it/post/13715/limpatto-dellinquinamento-atmosferico-su-alluvioni-e-siccita

(12) https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/areosol/lo-dice-la-noaa-le-scie-degli-aerei-sono-geoingegneria/

(13) https://www.pri.org/stories/2016-03-16/how-far-can-we-get-without-flying ). 

VIDEO ARTICOLO: Vandana ShivaDestroying Planet Earth: Geoengineering is the Ultimate Hubris 

Vandana Shiva was interviewed by Maria Heibel

Source:http://www.globalresearch.ca/destroying-planet-earth-geoengineering-is-the-ultimate-hubris-without-democratic-control/5370179

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