Così ha scritto Giorgio Agamben: “l’attuale emergenza sanitaria può essere considerata come il laboratorio in cui si preparano i nuovi assetti politici e sociali che attendono l’umanità”. Parole lucidissime che mostrano come ciò che sta avvenendo non sia qualcosa di accidentale o di passeggero. Corrisponde al contrario al preparativo in atto di una nuova socialità, di una nuova normalità. Con buona pace di quanti credono che si tratti di un semplice evento di passaggio stiamo vivendo invece il rimodellamento integrale della nostra società dove l’emergenza svolge la parte di metodo di governo con il quale si generano i nuovi assetti politici e sociali. Continua QUI
Per il G20 previsto a Venezia a metà luglio, la città sarà in zona rossa fin dal mese prima: previsti controlli a tappeto, 1.500 agenti e militari, droni e telecamere
Tutta Venezia tornerà presto “zona rossa”, da piazzale Roma a Rialto e San Marco, ma non per il Covid, che in Italia, complice l’estate, risulta in rapida discesa. Il provvedimento verrà preso per il G20 Economia che “attirerà” nella città lagunare ministri provenienti da tutto il mondo industrializzato. Non saranno escluse nemmeno le zone più defilate, come possono essere Santa Marta o San Francesco della Vigna. La città sarà completamente blindata con 1.500 agenti in arrivo, controlli a tappeto in stazione e piazzale Roma. Inoltre, come ha riportato Il Corriere della Sera, ci sarà l’obbligo di motivare la visita in centro storico per chi ci non lavora o risiede.
Le nuove restrizioni non andranno in scena solo durante il G20, che si terrà tra l’8 e l’11 luglio all’Arsenale, ma già a partire dalla seconda metà di giugno, più o meno dal 20.
Venezia zona rossa per il G20, e le restrizioni anti-Covid diventano già misure “politiche”
L’allerta sarà dunque massima. Accade sempre in caso di summit internazionali, ma il fatto che l’appuntamento si tenga proprio a Venezia durante la pandemia impone misure e accorgimenti ancora più stringenti. Ci sono, questa è la spiegazione, monumenti e palazzi storici, patrimonio dell’umanità, da tutelare e va ridotto al minimo il pericolo che esplodano manifestazioni e proteste con il rischio di incidenti.
A coordinare la macchina di controlli e sicurezza, si legge sempre da Il Corriere, una centrale operativa interforze dove faranno riferimento i vertici di polizia, carabinieri, guardia di finanza, esercito e anche polizia locale che avrà il compito di ospitare tutte le forze dell’ordine.
A preoccupare, stando alle indiscrezioni che trapelano da Roma, non sarebbero tanto le possibili mobilitazioni degli antagonisti locali quanto il rischio che possano raggiungere Venezia gruppi di cosiddetti anarco-insurrezionalisti provenienti da altre città, se non addirittura dall’estero. È per questo che è stata ipotizzata l’istituzione di una “zona rossa” estesa a tutto il centro storico e non limitata all’Arsenale dove il G20 si riunirà negli spazi del Comune e della Marina militare.
La questione ha però fatto montare parecchie polemiche. Molti cittadini veneziani e non solo ritengono di avere avuto la prova definitiva che la “zona rossa”, o anche il coprifuoco, non siano più misure di contenimento sanitario, ma misure di controllo sociale. Per quanto, infatti, sia vero che, durante il G20, le misure di sicurezza ci sono sempre state, rimane altrettanto vero che non sono mai state così forti. Le misure cautelative, fino ad adesso, sono sempre state valide solo in zone limitate al transito e per pochi giorni durante lo svolgimento dell’evento. Non riguardavano l’intera città ospitante fin dal mese prima.
FONTE https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cronaca/253736/venezia-zona-rossa-per-il-g20-e-le-restrizioni-anti-covid-diventano-gia-misure-sociali.html
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