Non è il titolo di un racconto di Philip K. Dick: è la premessa di Cognify, un progetto che mira a sostituire il carcere tradizionale con un “sistema di rieducazione” basato sull’impianto di falsi ricordi. La prigione futuristica mira alla “riabilitazione” attraverso l’impianto di nuovi, e quindi falsi, ricordi. Invece di essere imprigionati per anni, in futuro i detenuti potrebbero essere sottoposti a un trattamento della durata di pochi minuti. Per dirla in modo più chiaro. La proposta di un nuovo sistema carcerario chiamato Cognify mira a incarcerare mentalmente le persone ritenute criminali attraverso un reset della personalità. La domanda sarà semplice: ” Preferisci scontare 10 anni in cella o 10 minuti di memoria artificiale?”.
Cognify è la (terrificante) prigione IA del futuro
Sarebbe stato bello poter scrivere di Cognify come della tecnologia protagonista in uno degli episodi in arrivo con Black Mirror 7. Invece no. È l’idea del biologo molecolare yemenita Hashem Al-Ghaili che, con un mix di realtà virtuale, IA e neurologia, si propone di risolvere il problema legato al sovraffollamento delle carceri che interessa pressoché qualsiasi sistema penitenziario al mondo. Non fatichiamo a immaginare che qualcuno proverà a dargli corda.
Cos’è e come funziona Cognify, la prigione IA
La soluzione prevede di sottoporre il condannato a un trattamento dalla durata pari a pochi minuti, dimettendolo poi nel giro di qualche giorno, anziché a una detenzione lunga decine di anni o addirittura tutta la vita, ottenendo inoltre risultati migliori. Descritta così, sembra la più classica delle situazioni win-win, no? Meglio approfondire.
Dopo aver condotto gli esami del caso, attraverso un dispositivo simile a un visore, vengono impiantati ricordi artificiali creati ad hoc in specifiche aree del cervello, in base alla tipologia e alla gravità del crimine commesso, simulando ad esempio la sofferenza inflitta alle vittime e ai loro parenti, stimolando l’empatia e conseguendo quell’obiettivo di rieducazione e reintegrazione nella società spesso non raggiunto dai sistemi detentivi tradizionali. Una spiegazione dettagliata (e tanto fredda quanto terrificante) è fornita dal filmato dimostrativo di seguito.
Stando a quanto spiegato, il prigioniero potrebbe decidere in autonomia se scontare la pena inflitta in un istituto detentivo o se, in alternativa, sottoporsi al trattamento a base di IA e memorie artificiali. La presentazione concept, come si può facilmente immaginare, ha suscitato parecchio scetticismo.
In un’intervista rilasciata a Wired, Al-Ghaili sostiene che la tecnologia necessaria per rendere Cognify una realtà è già stata sperimentata con buoni risultati sugli animali. Riconosce però che una sua eventuale applicazione sugli esseri umani dovrebbe fare i conti con ostacoli di tipo etico. E chi l’avrebbe mai detto? Fonte: Wired
FONTE https://www.punto-informatico.it/cognify-prigione-ia-futuro/
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