Come avviene ogni volta che si istaura un regime dispotico di emergenza e le garanzie costituzionali vengono sospese, il risultato è, come è avvenuto per gli ebrei sotto il fascismo, la discriminazione di una categoria di uomini, che diventano automaticamente cittadini di seconda classe. A questo mira la creazione del cosiddetto green pass. Che si tratti di una discriminazione secondo le convinzioni personali e non di una certezza scientifica oggettiva è provato dal fatto che in ambito scientifico il dibattito è tuttora in corso sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini, che, secondo il parere di medici e scienziati che non c’è ragione di ignorare, sono stati prodotti in fretta e senza un’adeguata sperimentazione.
Malgrado questo, coloro che si attengono alla propria libera e fondata convinzione e rifiutano di vaccinarsi verranno esclusi dalla vita sociale. Che il vaccino si trasformi così in una sorta di simbolo politico-religioso volto a creare una discriminazione fra i cittadini è evidente nella dichiarazione irresponsabile di un uomo politico, che, riferendosi a coloro che non si vaccinano, ha detto, senza accorgersi di usare un gergo fascista: “li purgheremo con il green pass”. La “tessera verde” costituisce coloro che ne sono privi in portatori di una stella gialla virtuale.
Si tratta di un fatto la cui gravità politica non potrebbe essere sopravvalutata. Che cosa diventa un paese al cui interno viene creata una classe discriminata? Come si può accettare di convivere con dei cittadini di seconda classe? Il bisogno di discriminare è antico quanto la società e certamente forme di discriminazione erano presenti anche nelle nostre società cosiddette democratiche; ma che queste discriminazione fattuali siano sanzionate dalla legge è una barbarie che non possiamo accettare.

16 luglio 2021
Giorgio Agamben

FONTE https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-cittadini-di-seconda-classe

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Dieci passi verso l’abisso

Lo studio The ten stages of genocide di Gregory H. Stanton, direttore dell’osservatorio Genocide Watch, spiega in dieci tappe, prevedibili ma non inevitabili, la discesa dell’umanità verso il baratro totale.  L’attualità presenta, sempre di più, similitudini con le prime fasi. Questo processo non è necessariamente lineare, tanto che le fasi possono verificarsi simultaneamente.

Il genocidio (o sterminio di un popolo) è un crimine secondo il diritto internazionale, definito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come la negazione del diritto di esistere di un intero gruppo di esseri umani. Nel 1948 le Nazioni Unite hanno adottato la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, nella quale confermano che il genocidio è un crimine internazionale e si impegnano a prevenirlo e reprimerlo. All’Articolo 2, la Convenzione definisce il genocidio come “gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso: a) uccisione di membri del gruppo; b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare il suo annientamento fisico, totale o parziale; d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo; e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro”.


Il ricercatore Gregory H. Stanton ha individuato e definito i seguenti stadi.

Classificazione. …

Simbolizzazione. …

Disumanizzazione. …

Organizzazione. …

Polarizzazione. …

Identificazione. …

Genocidio. …

Negazione.


Le dieci tappe del genocidio

1. Classificazione: in ciascuna società, le persone vengono suddivise in gruppi quotidianamente (giovane/anziano, uomo/donna,…). Questa suddivisione crea ordine e significato intorno a noi. Talvolta, una classificazione viene applicata così pedissequamente da causare una separazione tra il gruppo ‘noi’ e il gruppo ‘loro’.

2. Simbolizzazione: non soltanto suddividiamo la società in gruppi ma diamo loro un nome e attribuiamo loro dei simboli (targhe, abbigliamento e così via). Facciamo questo sia con il gruppo al quale apparteniamo sia con gli altri gruppi.

3. Discriminazione: classificazione e simbolizzazione diventano problematiche non appena costituiscono un presupposto per la discriminazione. Ciò significa che uno dei gruppi viene privato sistematicamente dall’altro di opportunità e diritti sociali.

4. Disumanizzazione: in uno stadio successivo, persone (ritenute) appartenenti a un gruppo simbolico vengono private della loro umanità. Attraverso il linguaggio e le immagini, vengono accostate a bestie cattive, parassiti, insetti o malattie.

5. Organizzazione: il genocidio non è un evento improvviso e spontaneo. Al contrario, è accompagnato da una organizzazione mirata e a lungo termine, spesso addirittura ad opera dello Stato.

6. Polarizzazione: grazie all’organizzazione di campagne e attraverso propaganda e leggi discriminatorie, i gruppi vengono contrapposti gli uni agli altri.

7. Preparazione: infine, si prepara la ‘soluzione finale’. Si adotta una retorica che fomenta l’odio e vengono prese misure che rendono possibile lo sterminio.

8. Persecuzione: i membri del gruppo che ne è vittima vengono perseguitati attivamente. Tale persecuzione può assumere la forma di torture, segregazione, riduzione alla fame.

9. Sterminio: gli appartenenti al gruppo oppressore cercano di sterminare il gruppo vittima. Ciò avviene attraverso uccisioni mirate e di massa, stupri, sterilizzazione, rapimenti e così via. Non vengono risparmiati nemmeno i loro beni.

10. Negazione: questa è l’ultima fase e segue sempre lo sterminio. I carnefici distruggono i corpi e le prove e minacciano i testimoni. La colpa viene spesso attribuita al gruppo vittima.

Queste fasi ben distinte sono facilmente riconoscibili nel processo di sterminio degli Ebrei. Ma i meccanismi della ‘classificazione’, ‘simbolizzazione’ e ‘discriminazione’ sono in azione anche in contesti di vita quotidiana. Lo schema mostra che etichettare e classificare gli altri può portare a molte forme di discriminazione, esclusione e violenza.

VEDI http://testofcivilisation.eu/it/wiki/genocide

Esce il libro: COVID, Prove tecniche di totalitarismo

Esce in questi giorni per le Edizioni La Vela di Lucca un libro che sarà destinato a far parlare di sé, perché a firmarlo non sono  due stimati professori universitari, tra i pochissimi che si sono esposti pubblicamente in questo anno e mezzo nel generale e imbarazzante silenzio dell’Accademia (un tempo sede del libero pensiero) e che hanno rischiosamente manifestato il proprio dissenso critico nei confronti della narrazione pandemica: Luca Marini e Francesco Benozzo. Il libro ha per titolo COVID. Prove tecniche di totalitarismo (266 pagg.)

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