La seguente lettera aperta contro l’uso della gestione della radiazione solare non è stata molto diffusa. È stata firmata da più di 400 scienziati.  Ciò che lascia sconcertati è la totale assenza di consapevolezza della realtà dell’oscuramento del cielo. Ora a Nairobi si è svolta un’assemblea in linea con lo spirito della lettera aperta. LA GEOINGEGNERIA SOLARE RESPINTA ALLA 6A ASSEMBLEA DELLE NAZIONI UNITE SULL’AMBIENTE

Va ricordato che gli Stati Uniti si sono sempre tenuti fuori dagli accordi, dal Protocollo di Kyoto all’Accordo di Nagoya dell’ONU.

Ciò che serve ora è la prova ufficiale che ciò che sta accadendo nel cielo è effettivamente un oscuramento solare globale. E questo vale anche in relazione alla legge, che ora considera l’ecocidio un reato penale e fissa obiettivi per il ripristino della natura entro il 2030.

Il cielo dovrebbe essere al primo posto.

Si presume che gli scienziati del settore abbiano a disposizione i dati. La NOAA ha ammesso, perlomeno finora, che è in atto una geoingegneria “non intenzionale”. Ora agli osservatori (supportati da innumerevoli analisi) questa involontarietà appare decisamente discutibile. Non c’è dubbio che il traffico aereo civile svolga un ruolo, che in ultima analisi era l’intenzione dei pianificatori di questo scenario.

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LETTERA APERTA
Chiediamo un accordo internazionale di non utilizzo della geoingegneria solare

Chiediamo un’azione politica immediata da parte dei governi, delle Nazioni Unite e di altri attori per impedire la normalizzazione della geoingegneria solare in quanto opzione di politica climatica. I governi e le Nazioni Unite devono esercitare un controllo politico efficace e limitare lo sviluppo delle tecnologie di geoingegneria solare su scala planetaria. In particolare, chiediamo un accordo internazionale di non utilizzo della geoingegneria solare.

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La geoingegneria solare ⎯ un insieme di tecnologie ipotetiche per ridurre la luce solare in arrivo sulla Terra ⎯ sta guadagnando importanza nei dibattiti sulla politica climatica. Diversi scienziati hanno avviato progetti di ricerca sulla geoingegneria solare e alcuni la vedono come una potenziale opzione politica futura.

Per noi, questo proliferare di appelli alla ricerca e allo sviluppo della geoingegneria solare è motivo di allarme. Condividiamo tre preoccupazioni fondamentali:

In primo luogo, i rischi della geoingegneria solare sono poco conosciuti e non potranno mai essere del tutto noti. Gli impatti varieranno da una regione all’altra e ci sono incertezze circa gli effetti sui modelli meteorologici, sull’agricoltura e sulla fornitura di cibo e acqua di prima necessità.

In secondo luogo, le speranze speculative sulla futura disponibilità di tecnologie di geoingegneria solare minacciano gli impegni per la mitigazione e possono disincentivare i governi, le imprese e le società a fare del loro meglio per raggiungere la decarbonizzazione o la neutralità del carbonio il prima possibile. La possibilità speculativa di una futura geoingegneria solare rischia di diventare un potente argomento per le lobby industriali, i negazionisti del clima e alcuni governi per ritardare le politiche di decarbonizzazione.

In terzo luogo, l’attuale sistema di governance globale non è in grado di sviluppare e attuare gli accordi di vasta portata necessari per mantenere un controllo politico equo, inclusivo ed efficace sulla diffusione della geoingegneria solare.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Programma Ambientale delle Nazioni Unite o la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici non sono in grado di garantire un controllo multilaterale equo ed efficace sul dispiegamento delle tecnologie di geoingegneria solare su scala planetaria. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dominato da soli cinque Paesi con potere di veto, non ha la legittimità globale che sarebbe necessaria per regolare efficacemente la diffusione della geoingegneria solare.

Queste preoccupazioni sorgono anche nel caso di accordi di governance a carattere informale, come i dialoghi tra più parti interessate o i codici di condotta volontari. Gli accordi informali devono affrontare dei problemi di accesso da parte di attori meno potenti e rischiano di contribuire a una legittimazione prematura di queste tecnologie speculative.

Le reti scientifiche sono dominate da pochi Paesi industrializzati e i Paesi economicamente meno potenti hanno poco o nessun controllo diretto su di esse. La governance tecnocratica basata su commissioni di esperti non è in grado di giudicare i complessi conflitti globali sui valori, sull’allocazione del rischio e sulle differenze nell’accettazione del rischio che sorgono nel contesto della geoingegneria solare.

Senza efficaci controlli globali e democratici, la geopolitica di un eventuale dispiegamento unilaterale della geoingegneria solare sarebbe spaventosa e iniqua. Dati i previsti bassi costi monetari di alcune di queste tecnologie, c’è il rischio che pochi Paesi potenti si impegnino nella geoingegneria solare unilateralmente o in piccole coalizioni, anche quando la maggioranza dei Paesi si oppone a tale dispiegamento.

In breve, la diffusione della geoingegneria solare non può essere governata a livello globale in modo equo, inclusivo ed efficace. Chiediamo quindi un’azione politica immediata da parte dei governi, delle Nazioni Unite e di altri attori per impedire la normalizzazione della geoingegneria solare come opzione di politica climatica. I governi e le Nazioni Unite dovrebbero assumere un controllo politico efficace e limitare lo sviluppo delle tecnologie di geoingegneria solare prima che sia troppo tardi. Chiediamo un Accordo internazionale di non utilizzo della geoingegneria solare, specificamente mirato a contrastare lo sviluppo e il dispiegamento di tali tecnologie su scala planetaria.

L’Accordo internazionale di non utilizzo della geoingegneria solare dovrebbe impegnare i governi a rispettare cinque divieti e misure fondamentali:

1. L’impegno a proibire alle agenzie di finanziamento nazionali di sostenere lo sviluppo di tecnologie per la geoingegneria solare, a livello nazionale e attraverso le istituzioni internazionali.
2. L’impegno a vietare gli esperimenti all’aperto delle tecnologie di geoingegneria solare nelle aree sotto la loro giurisdizione.
3. L’impegno a non concedere diritti di brevetto per le tecnologie di geoingegneria solare, comprese le tecnologie di supporto come l’adeguamento degli aeroplani per le iniezioni di aerosol.

4. L’impegno a non utilizzare tecnologie per la geoingegneria solare se sviluppate da terzi.
5. L’impegno a opporsi alla futura istituzionalizzazione della geoingegneria solare planetaria come opzione politica nelle istituzioni internazionali competenti, comprese le valutazioni del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici.

Un accordo internazionale di non utilizzo della geoingegneria solare non proibirebbe la ricerca atmosferica o climatica in quanto tale e non porrebbe ampie limitazioni alla libertà accademica. L’accordo si concentrerebbe invece solo su una serie specifica di misure mirate esclusivamente a limitare lo sviluppo di tecnologie di geoingegneria solare sotto la giurisdizione delle parti dell’accordo.

Il controllo politico internazionale sullo sviluppo di tecnologie contestate, ad alto rischio planetario, non è senza precedenti.

La comunità internazionale ha una ricca storia di restrizioni e moratorie internazionali su attività e tecnologie giudicate troppo pericolose o indesiderabili. Questa storia dimostra che i divieti internazionali sullo sviluppo di tecnologie specifiche non limitano la ricerca legittima o soffocano l’innovazione scientifica. Inoltre, un accordo internazionale di non utilizzo della geoingegneria solare potrebbe prevedere eccezioni per approcci meno pericolosi, ad esempio consentendo l’uso di tecnologie localizzate legate all’albedo di superficie che presentano pochi rischi interregionali o globali.

In sintesi, un accordo internazionale di non utilizzo della geoingegneria solare sarebbe tempestivo, fattibile ed efficace. Inibirebbe l’ulteriore normalizzazione e lo sviluppo di una serie di tecnologie rischiose e poco conosciute che cercano di gestire intenzionalmente la luce solare in entrata su scala planetaria. E lo farebbe senza limitare la legittima ricerca sul clima. La decarbonizzazione delle nostre economie è fattibile se si compiono i passi giusti. La geoingegneria solare non è necessaria. Non è nemmeno auspicabile, etica o politicamente governabile nel contesto attuale.

Data la crescente normalizzazione della ricerca sulla geoingegneria solare, è necessario un messaggio politico forte per bloccare queste tecnologie. È necessario un accordo internazionale di non utilizzo della geoingegneria solare.


DOCUMENTO ESTESO
 https://www.solargeoeng.org/wp-content/uploads/2023/05/WIREs-Climate-Change-2022-Solar-geoengineering-The-case-for-an-international-nonuse-agreement-1.pdf

FONTE https://www.solargeoeng.org/non-use-agreement/open-letter/

 

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