L’atteso sdoganamento della geoingegneria a Nairobi non è avvenuto, ma sta avvenendo in altri modi, il mainstream è pieno di articoli sulla necessità di hackerare il clima operando a diversi livelli, e i “piccoli” esperimenti che vengono effettuati e non autorizzati dai governi sono il segno di una nuova normalità che da 20 anni è stata di gran lunga superata dalla vera realtà. ma di cui la politica, la scienza e il grande pubblico non hanno preso atto. Sonnambuli, si sta entrando in un nuovo mondo che non promette nulla di buono.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di “testate di qualità”.
Alterare l’ambiente per raffreddare il pianeta. L’idea di alcuni scienziati è un’incognita che presenta tanti rischi
Scaricare sostanze chimiche nell’oceano? Spruzzare acqua salata sulle nuvole? Iniettare particelle riflettenti nel cielo? Gli scienziati stanno ricorrendo a tecniche un tempo impensabili per sperimentare nuove soluzioni. Il Professor Giovanni Ferri ad HuffPost: “Il rischio è che per risolvere un guaio se ne causa un altro”…
Come riportato in un articolo dedicato sulWall Street Journal, gli esperimenti in corso nel mondo sono essenzialmente tre: in Australia, vicino alle Isole Whitsunday, dove i ricercatori a bordo di una nave stanno spruzzando nell’aria “una miscela salata attraverso ugelli ad alta pressione, nel tentativo di illuminare le nuvole a bassa quota che si formano sull’oceano. Gli scienziati sperano che nuvole più grandi e luminose riflettano la luce solare lontano dalla Terra, ombreggino la superficie dell’oceano e raffreddino le acque attorno alla Grande Barriera Corallina, dove il riscaldamento delle temperature oceaniche ha contribuito a massicce morie di coralli”. Il progetto di ricerca, noto come Marine Cloud Brightening, è condotto dalla Southern Cross University, finanziato dalla partnership tra il Reef Trust del governo australiano e la Great Barrier Reef Foundation e comprende organizzazioni ambientaliste e diverse istituzioni accademiche.
Il secondo esperimento è quello condotto in Israele dove una startup chiamata Stardust Solutions ha iniziato a testare un sistema per disperdere una nuvola di minuscole particelle riflettenti a circa 60.000 piedi di altitudine, riflettendo la luce solare lontano dalla Terra per raffreddare l’atmosfera in un concetto noto come gestione della radiazione solare, o SRM. “Stardust ha raccolto 15 milioni di dollari da due investitori e ha condotto test aerei a basso livello utilizzando fumo bianco per simulare il percorso delle particelle nell’atmosfera”, si legge suWsj.
L’ultimo esperimento è quello condotto in Massachusetts, dove i ricercatori della Woods Hole Oceanographic Institution intendono versare quest’estate 6.000 galloni di una soluzione liquida di idrossido di sodio nell’oceano a 10 miglia a sud di Martha’s Vineyard. “Sperano che la base chimica abbassi l’acidità di una zona d’acqua superficiale, assorbendo 20 tonnellate di anidride carbonica dall’atmosfera, immagazzinandola in modo sicuro nell’oceano. Il progetto da 10 milioni di dollari, noto come miglioramento dell’alcalinità degli oceani, è finanziato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, da due enti filantropici e da diversi donatori privati, ha affermato Subhas. Il rilascio di idrossido di sodio, che richiederà l’approvazione dell’Environmental Protection Agency degli Stati Uniti, è previsto per agosto”….
L’ipotesi di tradurre questi esperimenti in operazioni su larga scala che coinvolgano l’intero pianeta, oltre ad essere complicata dal punto di vista della salute ambientale, non è semplice neanche dal punto di vista della fattibilità economica. “L’operazione è molto difficile, in particolare perché il fenomeno che si dovrebbe risolvere avviene proprio in una situazione di “fallimento del mercato” in quanto i prezzi non incorporavano la CO2 che veniva prodotta dalle imprese”, conclude il Professor Ferri. “La valutazione del beneficio di ridurre la CO2 è oggi meno incerta proprio perché abbiamo i certificati che permettono di compensare la creazione di CO2: questi certificati (nati come effetto del Protocollo di Kyoto del 1997, mai ratificato dagli USA) forniscono una valutazione monetaria del danno connesso con le emissioni di CO2. Perciò i benefici potrebbero in qualche modo essere approssimati. Invece pare molto più arduo calcolare i costi perché non sappiamo quali tecnologie potrebbero funzionare e quanto si dovrà spendere per esplorare quali delle tecnologie funzionano veramente e quali no”.
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VEDI ANCHE
https://www.barrierreef.org/news/explainers/what-is-cloud-brightening
Geoingegneria per salvare le calotte polari: così gli scienziati studiano come raffreddare il pianeta
L’ipotesi degli scienziati prevede l’iniezione di aerosol stratosferico in Groenlandia così da ottenere un effetto di oscuramento globale e aumento dell’albedo, che controlla la quantità di luce solare riflessa dalla Terra…
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Comunque, poco o nulla sul mainstream riguardo alla recente decisione di Nairobi
Un’idea non brillante: Perché raffreddare la Terra bloccando la luce solare potrebbe essere disastroso
Questa settimana l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente ha esaminato una risoluzione sulla modifica della radiazione solare, che si riferisce a tecnologie controverse volte a mascherare l’effetto di riscaldamento dei gas serra riflettendo parte della luce solare nello spazio.
I sostenitori sostengono che queste tecnologie limiteranno gli effetti del cambiamento climatico. In realtà, questo tipo di “geoingegneria” rischia di destabilizzare ulteriormente un sistema climatico già profondamente disturbato. Inoltre, i suoi impatti completi non potranno essere conosciuti fino a quando non saranno stati implementati.
VEDI https://studyfinds.org/cooling-earth-blocking-sunlight/
LA GEOINGEGNERIA SOLARE RESPINTA ALLA 6A ASSEMBLEA DELLE NAZIONI UNITE SULL’AMBIENTE
ONU: Geoingegneria, economicamente e socialmente inattuabile
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