Il minimo solare prolunga  la stagione delle nuvole noctilucenti nel 2018 

 

E’ un minimo solare da record quello che sta vivendo la nostra stella con un’attività crollata da diversi mesi. Come ogni undici anni, seguendo un ritmo preciso, il Sole sperimenta un progressivo calo di attività con una forte diminuzione dei raggi ultravioletti emessi. A questa condizione l’area più esterna della nostra atmosfera sta reagendo con un calo delle temperature; un raffreddamento progressivo che incide sul funzionamento dei satelliti geostazionari. Basata sulla quantità di macchie solari, l’attività solare ha periodi di picchi, con numerose macchie solari ed aurore polari, seguiti da cali vistosi; periodi di ”calma piatta” con poche macchie e radiazioni XDall’inizio del 2018 le formazioni apparse sulla nostra stella sono state davvero molto poche; spesso il Sole ne è rimasto privo per settimane intere. La trasmissione inferiore di raggi X spinge verso il basso le temperature dell’alta atmosfera, nell’area compresa tra i 100 e i 300 chilometri altezza. E’ un raffreddamento epocale quello misurato dagli strumenti negli ultimi giorni con temperature mai così basse dall’inizio delle osservazioni, ovvero dal 1940. Non è possibile sapere se questo meccanismo sia in grado di modificare il clima sul nostro pianeta, vista la difficoltà a comprendere il legame tra l’area più alta dell’atmosfera e i complessi processi che caratterizzano gli strati inferiori. FONTE

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Articolo ATTIVITÀ SOLARE

Analizziamo in questo post la notizia  della termosfera che ha subito un forte raffreddamento, toccando un picco termico negativo quest’anno:

Si evince dall’immagine, come il precedente minimo termico in quella porzione dell’atmosfera si è avuto nel 2009 (anno di minimo solare). Temperature in aumento, ma in modo decisamente contenuto fino al 2014. Dal 2016 è iniziato un vero e proprio crollo termico. Aggiungiamo inoltre ad oggi, termiche fino a 10 gradi sotto la media nella stratosfera polare (così come nella mesosfera).

Notizie preoccupanti , visto l’inverno in arrivo. L’atmosfera artica (così come quella antartica) ha iniziato ad abbassarsi , a causa della temperatura dell’aria sempre più fredda (e quindi pesante) sovrastante. Raffreddamento della stratosfera e della mesosfera iniziati alla fine degli anni’80, con accelerazione nel primo decennio 2000, e ancor più negli ultimi anni, con frequenti episodi di stratcooling. Si stima che il margine superiore della mesosfera antartica si sia abbassato di 8 km in 20 anni, e di circa 4 quella artica. Accorciamento dell’atmosfera che può essere molto pericoloso per il clima. Restringimento aggiungo non determinato solo dalla sempre maggiore presenza di freddo, ma anche da una aumentata concentrazione di ozono in atmosfera, che determina un ispessimento della cella tropicale, ed un abbassamento di quella polare, (inibendo inoltre gli scambi d’aria tra le due celle). Cosa può comportare un abbassamento dell’atmosfera?

1) Considerando che l’altezza media sopra i poli è di circa 7500 metri, possiamo prevederne nei prossimi anni un abbassamento fino a 5 km di altezza (restringimento di 2,5 km circa).

2) Isaac Held del NOAA sostiene che i cambiamenti di ozono e temperatura nella stratosfera potrebbero alterare la dinamica dell’atmosfera sottostante. “Il raffreddamento della stratosfera polare associato a cambiamenti nella quantità di ozono stratosferico aumenta il gradiente orizzontale di temperatura vicino alla tropopausa,” spiega. “In altre parole, la bassa attività solare può, attraverso una serie complessa di influenze, spingere le tempeste (polari) fuori rotta”;  il restringimento atmosferico poi comporterà la creazione di un elevato gradiente termico tra il suolo e le  alte quote (diminuzione distanza dal suolo + compressione aria gelida in alta atmosfera), che innescherà forti moti convettivi. L’aria gelida in uscita dalla cella polare determinerà lo sviluppo di profonde depressioni polari, che verranno spinte con veemenza verso le medie latitudini (Europa e Nord America soprattutto). 

3) Queste cosiddette ” tempeste polari”, saranno causa di forti e intermittenti bufere di neve, associate a lunghi periodi di gelo nelle aree esposte.

4) Al contrario, la pesantezza del vortice polare e la conseguente compressione adiabatica, favoriranno lo sviluppo di anticicloni termici in sede polare ed un conseguente crollo delle velocità zonali.
Propongo ora degli esempi pratici per capire: partendo da un ragionamento logico, nel momento in cui si abbasserà l’altezza dell’atmosfera, andranno riviste le quote di riferimento delle masse d’aria. In genere la quota di 500 hPa corrisponde a circa 5500 m.s.l.m. In tali condizioni la quota di 500 hPa potrebbe ad esempio spostarsi a 3500 metri (Nota di AS: a tale quota gli eventi meteo potrebbero subire alterazioni dovute all’orografia del territorio).

Di conseguenza, un’isoterma di -40 °C a 500 hPa in discesa dal Polo andrà rivalutata come una -52 (abbassamento quota 500 hPa di 1,5 km corrisponde a circa 12 gradi celsius). Ovvio che una -52 °C ha effetti ben più pesanti e duraturi nel tempo. Lo stesso si può dire, anche se in modo minore, per la quota di 850 hPa. In tal contesto, diventerà più difficile capire gli effetti delle masse d’aria fredda evidenziate nei modelli matematici. Effetti che senz’altro andranno rivisti maggiorati.Quando inizieranno a manifestarsi queste situazioni? Probabilmente già da questo inverno. Molto dipenderà dal comportamento delle alte quote atmosferiche, in quanto qui raffreddamenti/riscaldamenti repentini  possono essere molto improvvisi e poco prevedibili. 

Alessio D.G.

FONTE 

 

“We see a cooling trend,” says Martin Mlynczak of NASA’s Langley Research Center. “High above Earth’s surface, near the edge of space, our atmosphere is losing heat energy. If current trends continue, it could soon set a Space Age record for cold.” VEDI QUI 

 

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