Cosa centra il benefattore dell’umanità?
La Gates Foundation – istituita nel 2000 con una dotazione iniziale di 42,9 miliardi di dollari e ampliata da altri 30 miliardi di dollari da Warren Buffet nel 2006 – è diventata il principale operatore sanitario globale del mondo, nonché il più grande finanziatore non statale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
Falde acquifere e grandi corsi d’acqua in primis, ma anche flora e fauna circostante e infine lo stesso ecosistema marino. I rifiuti farmaceutici sono ovunque e ovunque creano danni irreparabili: dal cambio di sesso in anfibi e pesci all’estinzione di specie. Antibiotici, analgesici, farmaci psichiatrici e antistaminici. No, non sono le voci di un’allarmante ricetta medica, bensì gli ingredienti di quel cocktail tossico che da tempo inquina la maggior parte dei fiumi mondiali. L’allarme coinvolge principalmente i paesi in via di sviluppo con previsioni a dir poco preoccupanti per gli ecosistemi acquatici: il rischio di riversamenti dei rifiuti farmaceutici nelle falde acquifere, infatti, potrebbe aumentare di due terzi prima del 2050. A dirlo è lo studio di Francesco Bregoli, ricercatore del Delft Institute for Water Education in Olanda, il quale notifica come una buona fetta dell’ecosistema è continuamente minacciato dalle alte concentrazioni di farmaci nelle acque. LEGGI QUI
Un altro studio invece focalizza un ‘inquinante’ soltanto. Lotfi Belkhir e Ahmed Elmelig indagano il ‘Carbon footprint’ dell’industria farmaceutica e il relativo impatto dei suoi principali attori. Se fosse davvero il CO2 il più grave tra gli ‘inquinanti’ che minacciano il pianeta, perché si parla così poco dei più grandi inquinatori e anzi, sono pure essentati e quindi assenti nelle statistiche e accordi climatici.
L’industria del farmaco emette più CO2 del settore automobilistico
Un nuovo studio ha rivelato che l’industria farmaceutica globale ha un grave impatto ambientale, peggiore di quello del settore automobilistico.
Quando pensiamo ai settori più inquinanti, che maggiormente stanno accelerando i cambiamenti climatici, pensiamo all’industria automobilistica o al settore zootecnico, non al settore farmaceutico. Eppure quest’ultimo avrebbe un grave impatto ambientale, in proporzione persino peggiore di quello causato dalla produzione automobilistica globale. È quanto emerso dallo studio Carbon footprint of the global pharmaceutical industry and relative impact of its major players, pubblicato sulla rivista Journal of cleaner productions.
48 tonnellate di CO2 per ogni milione
I ricercatori hanno analizzato le emissioni di gas climalteranti emesse dal settore farmaceutico per ogni milione di dollari guadagnato, a partire dal 2015. Hanno scoperto che per ogni milione vengono emesse dalle imprese che producono farmaci, in media, 48,55 tonnellate di CO2. Queste emissioni sono maggiori del 55 per cento a quelle prodotte dal settore automobilistico, che per ogni milione di dollari guadagnato immette nell’atmosfera 31,4 tonnellate di CO2. Secondo i calcoli dei ricercatori il valore del mercato farmaceutico è inferiore del 28 per cento rispetto a quello automobilistico, ma è più inquinante del 13 per cento.
Uno studio innovativo
Quello condotto da Lotfi Belkhir e Ahmed Elmeligi, ricercatori della facoltà di ingegneria dell’università canadese McMaster, è sorprendentemente il primo studio che analizza le emissioni di gas serra generate dall’industria farmaceutica. Farsi un’idea dell’effettivo impatto ambientale del settore non è così semplice poiché, tra le oltre duecento aziende che rappresentano il mercato farmaceutico globale, solo 25 hanno riferito costantemente i dati relativi alle loro emissioni dirette e indirette negli ultimi cinque anni, e tra queste appena 15 compagnie hanno pubblicato tali dati a partire dal 2012.
Quanto inquinano i farmaci
Nel 2015, secondo lo studio, le case farmaceutiche sono state responsabili dell’emissione di 52 milioni di tonnellate di CO2 ( contro i 46,4 milioni di tonnellate prodotti dal settore automobilistico). Per calcolarne l’impatto gli scienziati hanno valutato le emissioni dirette generate dalle operazioni delle società e le emissioni indirette generate dall’elettricità acquistata. Tra quelle analizzate, l’azienda più inquinante risulta essere per distacco il colosso tedesco Bayer, responsabile nel 2015 dell’emissione di 9,7 milioni di CO2 per 51,4 miliardi di dollari di fatturato. Ha emesso cioè circa 189 tonnellate di CO2 per ogni milione guadagnato, mentre Roche, ad esempio, ne ha emesse 14 tonnellate per ogni milione… FONTE
Sono QUATTRO i momenti nei quali si produce l’inquinamento da farmaci: nella fase della produzione, quindi direttamente dagli scarichi delle aziende, nel momento dello smaltimento dei farmaci, nel momento dell’ assorbimento dei farmaci e scaricare (urina e feci) e last not least quelli inutilizzati – non di rado buttati nel wc, nel lavandino o nella spazzatura.
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