Caos climatico – colpa di chi? 

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Il consenso scientifico secondo cui i cambiamenti climatici sono causati dalle attività degli esseri umani, infatti, ha raggiunto finalmente il 100%. A riferirlo erano le pagine del Bulletin of Science. Ma pare che non sia così. 

Il World Economic Forum diffonde disinformazione sul clima e rifiuta un dibattito scientifico aperto con CLINTEL

In agosto, il World Economic Forum (“WEF”) ha pubblicato un op-ed che spingeva per l’Intelligenza Artificiale per gestire i danni online e la disinformazione, scatenando il furore dei social media. In realtà, il WEF stesso è un fornitore di disinformazione sul cambiamento climatico e dovrebbe impegnarsi in un dibattito scientifico aperto con CLINTEL sul fatto che non c’è alcuna emergenza climatica, ha dichiarato Friends of Science in un comunicato stampa. 

Friends of Science Society è un gruppo indipendente di scienziati della terra, dell’atmosfera e del sole, ingegneri e cittadini con sede in Canada. Sta festeggiando il suo 20° anno di attività di divulgazione scientifica sul clima. Dopo un’attenta analisi di un ampio ventaglio di letteratura sul cambiamento climatico, Friends of Science Society ha concluso che il sole è il principale motore del cambiamento climatico, non l’anidride carbonica (CO2).

Climate Intelligence (“CLINTEL”) è una fondazione indipendente che si occupa di cambiamenti climatici e politiche climatiche.

Oltre 1.100 scienziati e studiosi concordano sul fatto che non esiste un’emergenza climatica, ma che i fattori naturali svolgono un ruolo fondamentale e che abbiamo tempo per adattarci. Vedi “Dichiarazione mondiale sul clima” CLINTEL

I commentatori dei media e dei social media si sono subito scatenati su un articolo di Inbal Goldberger pubblicato dal WEF il 10 agosto 2022 che suggerisce l’uso dell’intelligenza artificiale (“AI”) per censurare la disinformazione dannosa online, ma secondo Friends of Science Society non è questa la questione più importante. La Friends of Science Society chiede al WEF di tenere un dibattito aperto e civile sulla sua disinformazione climatica alla vecchia maniera: di persona con CLINTEL.

Il WEF fa regolarmente disinformazione sul clima, afferma Friends of Science, sottolineando che il WEF ha dato a Greta Thunberg un palcoscenico pubblico e molta copertura mediatica per i suoi commenti “Voglio che vi facciate prendere dal panico… La nostra casa è in fiamme” (pubblicati il 25 gennaio 2019 e di nuovo il 1° gennaio 2020).

I commenti di Greta hanno terrorizzato milioni di bambini e adulti in tutto il mondo, ma nella sua testimonianza davanti al Congresso degli Stati Uniti il 21 aprile 2021, Greta ha dichiarato che non c’era “nessuna scienza” dietro il suo commento; si trattava solo di una metafora. In nessun momento il WEF o uno dei suoi numerosi fiduciari provenienti da grandi magnati della tecnologia e dei media si è scusato per aver spaventato i cittadini del mondo.

Il WEF sostiene di essere “impegnato a migliorare lo stato del mondo”. È difficile capire come spaventare milioni di persone possa raggiungere questo obiettivo, secondo Friends of Science.

Il 20 gennaio 2020, CLINTEL, il think tank olandese che si occupa di informazione sul clima, ha inviato una lettera a Borge Brende, presidente del WEF, chiedendo di impegnarsi sulla questione della presunta “emergenza climatica”:

Nonostante l’accesa retorica politica, invitiamo tutti i leader mondiali ad accettare il fatto che non esiste un’emergenza climatica. C’è tutto il tempo per utilizzare i progressi scientifici per continuare a migliorare la nostra società. Nel frattempo, dovremmo concentrarci sul concetto di adattamento, che funziona indipendentemente dalle cause [del cambiamento climatico].

Vi invitiamo inoltre a unirvi a noi per un incontro costruttivo e aperto tra scienziati di fama mondiale di entrambe le parti del dibattito sul clima. Un evento del genere è in linea con il principio consolidato e secolare secondo cui tutte le parti interessate devono essere ascoltate pienamente: Audiatur et altera pars

Stando a Friends of Science, il CLINTEL non è ancora riuscito a ricevere una risposta il 17 agosto 2022, più di due anni e mezzo dopo.

Friends of Science e CLINTEL hanno rilasciato una dichiarazione video congiunta: “Dichiarazione al WEF – Buone notizie per Greta” nel gennaio 2020, spiegando che la paura di un’emergenza climatica è stata creata utilizzando impropriamente uno scenario noto come RCP 8,5.

Il CLINTEL vanta un prestigioso elenco di scienziati, studiosi e commentatori del clima, con oltre 1.123 firmatari della Dichiarazione sul clima mondiale. In poche parole, la dichiarazione afferma che non esiste un’emergenza climatica, che i fattori naturali hanno un’influenza maggiore sul clima rispetto alle emissioni umane e che abbiamo tempo per adattarci ai cambiamenti climatici, che possono essere più caldi o più freddi.

Il 24 dicembre 2021, il CLINTEL ha inviato una lettera al Presidente della Confederazione svizzera per contestare lo status di Stato ospite conferito dalla Svizzera al WEF, un organismo transnazionale non eletto e non controllabile, il 23 gennaio 2015. L’Accordo di Parigi è stato firmato quest’anno e sembra che il WEF abbia assunto il mandato di promuovere l’agenda di emergenza planetaria del Club di Roma.

Nel rapporto del WEF sui rischi globali del 2006, venivano indicati come due gravi rischi globali gli shock del prezzo del petrolio e le pandemie; nel rapporto del 2020, il WEF ha eliminato entrambi dall’elenco dei rischi e li ha sostituiti con il cambiamento climatico.

Ora il mondo sta vivendo uno shock globale del prezzo del petrolio e una crisi energetica e sta lottando per riprendersi da una pandemia. Milioni di persone sono a rischio di povertà energetica e di carestia a causa della distorsione dei mercati degli investimenti energetici, dovuta in gran parte alla demonizzazione dell’energia vitale da parte di fiduciari del WEF come Mark Carney.

Per convincere i cittadini ad accettare le tasse sulle emissioni di carbonio, la Svizzera e il Canada hanno introdotto programmi di rimborso per le emissioni di carbonio, ma i dati dimostrano che la maggior parte dei canadesi non sta ricevendo “denaro gratis”, come sosteneva The Atlantic nel gennaio 2022, e che le tasse sulle emissioni di carbonio sono un onere senza alcun beneficio.

Il recente lavoro del dottor Roy Spencer mostra che è improbabile che il riscaldamento superi 1,5°C entro il 2050. Le tasse sul carbonio non sono necessarie e non fanno nulla per il clima.

La riluttanza del WEF a impegnarsi con CLINTEL in un dibattito scientifico aperto sul cambiamento climatico sembra indicare che il WEF non agisce con “l’integrità morale e intellettuale alla base delle sue attività”, secondo quanto dichiarato da Friends of Science. TRADUZIONE  A CURA DI NOGEOINGEGNERIA – TELEGRAM https://t.me/NogeoingegneriaNews

FONTE https://uncutnews.ch/das-weltwirtschaftsforum-verbreitet-klima-fehlinformationen-und-verweigert-eine-offene-wissenschaftliche-debatte-mit-clintel/

https://www.youtube.com/watch?v=hiLHFjsTQ5s

Clima, Pedrocchi: “le emissioni antropiche di CO2 non sono preoccupanti, decarbonizzazione irrealizzabile”

Clima, Ernesto Pedrocchi spiega perché le emissioni antropiche di CO2 non sono preoccupanti e come per sostituire i combustibili fossili servirebbe una quantità faraonica di eolico e fotovoltaico.

Di Beatrice Raso

Ernesto Pedrocchi, membro dei consigli d’amministrazione dell’Enea e di Ansaldo nucleare, oggi Professore emerito di Energetica del Politecnico di Milano, ha parlato del tema dei cambiamenti climatici, su cui ha scritto diverse pubblicazioni, in un’intervista rilasciata a La Verità.  

Sul tema dell’origine antropica dei cambiamenti climatici, Pedrocchi ha affermato: “intanto, guardando alla storia quello di oggi è un cambiamento climatico molto modesto. Gli organismi dell’Onu (IPCC, soprattutto) promuovono strategie per la riduzione – fino all’eliminazione – delle emissioni antropiche di CO₂ perché sarebbero, a loro giudizio, responsabili del cambiamento climatico in atto e, foriere di prossimi gravi cambiamenti, fino a minacciare l’abitabilità del pianeta. Si è così arrivati a proporre la decarbonizzazione, cioè la rinuncia all’uso dei combustibili fossili, sostituendoli con fonti rinnovabili, come fotovoltaico ed eolico. In realtà, ci sono forti dubbi di carattere scientifico su tale proposta che sinteticamente segnalo, basandomi su dati verificabili, riportati dalla stessa IPPC”. 

Il clima globale riguarda tutto il pianeta. La variabile principale per caratterizzarlo è la temperatura globale media, che influisce sulle due principali variabili globali che sono la copertura niveo-glaciale e il livello del mare. Per quanto riguarda l’influenza delle emissioni antropiche di CO₂ sul clima globale, le domande da farsi sono due”, continua Pedrocchi. “La prima: l’aumento della concentrazione di CO₂ in atmosfera, che si rileva con grande attendibilità con le misure in tempo reale solo dal 1958, è dovuto essenzialmente alle emissioni antropiche? A questa domanda si risponde semplicemente analizzando il bilancio della CO₂ in atmosfera. Si constata che fino al 1850 circa, l’aumento della concentrazione di CO₂ in atmosfera, iniziato nel 1700, non può che essere stato di origine naturale, in quanto le emissioni antropiche erano praticamente nulle”

Da allora le emissioni antropiche hanno iniziato ad aumentare e ora sono circa il 5% del totale (IPCC). Nell’atmosfera oggi si riversa il 95% di emissioni naturali in massima parte dagli oceani e il resto dalla terra ferma: solo il 5% è di origine antropica! Anche il flusso uscente, leggermente minore della somma dei due flussi entranti per via dell’aumento della concentrazione di CO₂ nell’atmosfera – che è passato, dal periodo preindustriale ad ora, da circa 300 a circa 400 ppm (parti per milione) – non può non avere la stessa proporzione tra antropico e naturale che ha il flusso entrante. Questo per il semplice fatto che le molecole di CO₂ di origine naturale o di origine antropica sono eguali, e l’atmosfera non può distinguerle né in entrata, né in uscita”, ha dichiarato Pedrocchi. 

La seconda domanda sull’influenza delle emissioni antropiche di CO₂ sul clima globale è “l’aumento di concentrazione di CO₂ in atmosfera ai livelli attuali è causa di aumento della temperatura globale media? Per rispondere, si può osservare che secondo lo stesso IPCC, la crescita della temperatura globale media in funzione della concentrazione di CO₂ in atmosfera è in continua attenuazione e ormai ai livelli attuali di circa 400 ppm l’effetto è molto piccolo, come risulta da più di un centinaio di lavori scientifici. Insomma: un ulteriore aumento di CO₂ non comporta alcun significativo aumento di temperatura (tecnicamente si parla di saturazione). Inoltre si constata che l’aumento di concentrazione di CO₂ è praticamente eguale nei due emisferi terrestri, mentre è scientificamente accertato – fra l’altro da misure di prodotti radioattivi emessi nell’emisfero Nord negli anni ‘50 e ‘60 a seguito di test su bombe “atomiche” – che la barriera equatoriale è piuttosto impervia al miscelamento dell’atmosfera tra i due emisferi”, continua Pedrocchi. 

Non si capisce quindi perché, se l’aumento della concentrazione di anidride carbonica fosse essenzialmente dovuto alle emissioni antropiche, non resti alcun segno della differenza tra i due emisferi. Nel caso del metano – che è un gas prodotto prevalentemente per via antropica nell’emisfero Nord – la differenza di concentrazione tra i due emisferi è ben riscontrabile. Inoltre, diversi rilievi sperimentali dedotti dall’analisi dei carotaggi di ghiaccio nelle zone polari mostrano che in generale è la variazione di temperatura che precede la variazione di concentrazione di CO₂ e non il contrario, come supporrebbe l’ipotesi del riscaldamento globale causato dalle emissioni antropiche di gas serra”, afferma Pedrocchi. 

Dall’insieme di questi dati sperimentali, si evince che le emissioni antropiche di CO₂ esercitano un modesto contributo (circa 5%) sull’aumento della concentrazione di CO₂ in atmosfera e che, alla concentrazione attuale, la variazione di concentrazione di CO₂ esercita un effetto forse neanche misurabile sulla temperatura media globale. Si può concludere che le emissioni antropiche non devono assolutamente preoccupare anche in prospettiva futura”, dice Pedrocchi. 

Obiettivo emissioni zero

Sull’obiettivo dell’Onu e dell’Ue di raggiungere le emissioni zero entro il 2050, l’esperto dice che “questo obiettivo di sostituire l’attuale fabbisogno energetico coperto da combustibili fossili con le fonti rinnovabili comporterebbe, da oggi al 2050, di mettere in funzione ogni giorno (me lo faccia ripetere: ogni giorno!) o 6.000 grandi pale eoliche o 60 chilometri quadrati di pannelli fotovoltaici, o un mix dei due. L’ordine di grandezza di questi numeri mostra che si tratta di obiettivi faraonici e, di fatto, irrealizzabili. Non c’è neppure la speranza di progresso delle rese di questi dispositivi perché essi sono già prossimi al limite fisico teorico. Peraltro, vi è la forte contraddizione di ostracizzare, allo stesso tempo, altri grandi impianti che non emettono CO₂: idroelettrici e nucleare. In ogni caso, il fatto è che allo stato attuale nessun Paese, a fronte di tutte le intenzioni dichiarate negli ultimi 20 anni, sta decarbonizzando alcunché”, spiega Pedrocchi. 

Penso che il principale interesse dietro questa strategia di “stato di paura” da cambiamento climatico – al quale si associa artificiosamente e non senza alcuni risvolti comici, ogni avversità accada sul pianeta – è un interesse politico: l’aspirazione di riuscire ad avviare un governo mondiale. Forse v’è il nobile scopo di lottare contro le diseguaglianze: la lotta alla povertà ha una sua grande valenza importante e indipendente e deve essere perseguita costantemente, ma volerla legare al cambiamento climatico rischia di risultare controproducente. Come possa mai combattersi la povertà impoverendo i Paesi ricchi è per me un mistero. Diversi famosi ambientalisti hanno capito che questa cosa non regge e si sono pronunciati contro la strategia della decarbonizzazione, anzi a favore dell’uso dei combustibili fossili e anche del nucleare. Purtroppo, quasi come fosse un cancro, gli interessi legati alla carbon free economy si sono così ingigantiti e consolidati che non sarà facile fermarli. Se tutte le risorse dilapidate in questi decenni per combattere i cambiamenti climatici fossero state impegnate per combattere la povertà, si sarebbe compiuta un’opera più meritevole e di maggior successo”, conclude Ernesto Pedrocchi

Il Prof. Pedrocchi: “l’anidride carbonica non è un inquinante né un gas tossico, l’esasperazione del consenso sul clima è un segno di debolezza”

FONTE 

UN OTTIMO ARCHIVIO SULLE MANIPOLAZIONI METEOROLOGICHE IN CORSO DA 100 ANNI

https://weathermodificationhistory.com/interactive-timeline/

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