La tabella di marcia era ovvia ed era stata evidenziata qualche anno fa in un mio dossier, pubblicato anche nell’ebook GLOBAL WAR-NING https://www.globalresearch.ca/author/maria-heibel  e in italiano qui.

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By threadsirish globalresearch.ca

Permettete che vi presenti Barbara Baarsma. Barbara è l’amministratrice delegata della Rabo Carbon Bank. Sì, avete letto bene. Non Rabo Bank, ma Rabo Carbon Bank. In questa video-intervista di 53 secondi, Barbara sostiene la necessità di un “portafoglio personale per il carbonio.” Potrebbe non sembrare un grosso problema, ma quando si ascolta ciò che ha da dire ci si dovrebbe preoccupare, anzi, preoccupare molto.

Ho tradotto l’intervista dall’olandese. Contiene informazioni fondamentali. Se preferite guardare il video con i sottotitoli, fatelo pure.

Dobbiamo fare in modo che ogni famiglia o ogni cittadino dei Paesi Bassi riceva una certa quantità di diritti di emissione di carbonio. In questo modo potremo assicurarci di non emettere più del nostro limite annuale. I diritti di emissione saranno memorizzati in un portafoglio per il carbonio. Quindi, se volessi fare un viaggio aereo, comprerei alcuni diritti di emissione di carbonio da qualcuno che non può permettersi di volare. Così questa persona povera potrebbe guadagnare qualche soldo in più.

Oppure se qualcuno vive in una casa piccola, potrebbe vendere i suoi diritti di emissione a qualcuno che vive in una casa più grande, in questo modo i poveri potrebbero beneficiare della green economy.”

Caspita. Non c’è che dire. Analizziamo la questione e poi vediamo come probabilmente la metteranno in pratica.

Si potrebbe obiettare che si tratta solo di un altro livello di tassazione instaurato dai globalisti. Io però credo che la questione sia molto più profonda. Quando i banchieri iniziano ad usare espressioni come diritti, poveri ed economia verde, potete essere certi che stanno immaginando un mondo per l’élite. Non gliene frega niente di nessun altro.

Quindi, nella sua forma più elementare, non potrete divertirvi e non vi sarà permesso di viaggiare. Ma non preoccupatevi, le élite si divertiranno per voi.

Questo non è altro che il totalitarismo.

Ho dimenticato di dire che Rabobank e Baarsma sono entrambe nel World Economic Forum. Si veda questo e questo.

Quando la maggior parte delle persone sente parlare di emissioni di carbonio e di impronta di carbonio, pensa che si riferiscano solo ai viaggi, al carburante, al gas e all’elettricità, a tutto quello che riguarda le emissioni. Mi dispiace dirvelo, ma la questione è molto più profonda.

Permettetemi di presentarvi Doc Ono, un’azienda di cui forse non avete mai sentito parlare.

Doconomy è una “carta di credito” approvata dal World Economic Forum di Klaus Schwab.

 

Nel maggio 2019 era apparso sul sito del WEF un articolo intitolato “Questa carta di credito ha un limite di spesa per le emissioni di carbonio.”

Nell’articolo si legge

La società tecnofinanziaria svedese Doconomy ha lanciato una nuova carta di credito che monitora l’impronta di carbonio dei suoi clienti – e taglia le loro spese quando raggiungono il loro limite massimo di emissioni.”

Accidenti, taglia le spese.

Continua così:

La carta DO tiene conto delle emissioni di CO2 legate agli acquisti per calcolare l’impatto di carbonio di ogni transazione. L’obiettivo è incoraggiare le persone a ridurre attivamente la propria impronta di carbonio e dimostrare l’impatto che i piccoli cambiamenti possono avere sull’ambiente.

La carta utilizza l’indice Aland come base per calcolare l’impronta di carbonio di ogni prodotto acquistato. Gli utenti possono impostare un valore massimo per la loro spesa in carbonio e imparare a compensare la loro impronta di carbonio contribuendo a programmi per ridurre o eliminare le emissioni di gas serra.”

Ora ci stiamo avvicinando a capire davvero come funzionerà. Non si tratta solo di viaggi, ma di tutto quanto.

Guardate qui.

Nel febbraio 2019 Mastercard aveva pubblicato un articolo intitolato Mastercard and Doconomy Launch the Future of Sustainable Payments (Mastercard e Doconomy lanciano il futuro dei pagamenti sostenibili), in cui si affermava che:

Doconomy e Mastercard annunciano il loro sforzo congiunto per combattere il cambiamento climatico abilitando DO – un servizio di mobile banking gratuito e facile da usare che consente agli utenti di tracciare, comprendere e ridurre le proprie impronte di CO2 attraverso la compensazione delle emissioni di carbonio.”

Vedere questo.

Non è affascinante che ribadiscano che l’iniziativa consentirà agli utenti di tenere nota di tutto? Non sarà mai usata per scopi nefasti, come, per esempio, da banche e governi che tracciano tutto. Certo che no.

Anche Mastercard è un partner del WEF.

Vedi questo.

Anche le Nazioni Unite sono salite a bordo nel maggio 2019. Avevano infatti pubblicato un articolo intitolato Innovative Climate Action – New Credit Card Limits Climate Impact of Users.

Vedi qui.

Patrica Espinosa, Segretario Esecutivo delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico, non ha mai smesso di apprezzare il concetto e ne ha tessuto le lodi.

E sì, avete indovinato, Espinosa e le Nazioni Unite sono partner del WEF. Anche in questo caso iniziamo a vedere una tendenza, non è vero?

Si veda questo e questo.
Anche le grandi banche la considerano una grande opportunità. Nel 2021 Barclays si era unita a MasterCard e Doconomy.

A me sembra sorveglianza e socialismo in piena regola. E, probabilmente, non c’è bisogno che vi dica che anche Barclays è un membro del WEF.

Vedi qui.

Ma questo non si avvicina nemmeno lontanamente a ciò che il WEF, Mastercard, le Nazioni Unite e tutti questi organismi globalisti hanno pianificato. Vi viene raccontata solo una parte della storia.

Permettetemi di darvi un’idea di come potrebbe andare a finire. In Irlanda, nel marzo di quest’anno, Marc Ó Cathasaigh, deputato dei Verdi, ha visitato a Dublino un pub chiamato Brew Dog. Ha mostrato un’immagine del menu che riportava l’etichetta CO2 (anidride carbonica) accanto ad ogni voce del menu e ha posto la domanda:

Questo potrebbe influenzare ciò che ordinereste?”

Sul lato sinistro del menu si trovano i normali alimenti a base di pollo, manzo, agnello, ecc. mentre a destra si trovano gli alimenti “a base vegetale”, tra cui la carne lavorata in laboratorio “Beyond Meat.” Anche Bill Gates è un investitore in “Beyond Meat.”

Guardate qui.

Non c’è molta differenza negli scandalosi prezzi di Dublino tra i due tipi di cibo. C’è invece un’enorme differenza nei livelli di CO2.

L’altro punto importante da menzionare è che nella mente delle persone si sta instillando l’idea dei diversi livelli di CO2. Si sta cercando di influenzare le persone e spingerle verso gli alimenti a base vegetale e Beyond Meats. Non c’è dubbio che ci sia in gioco un piano preciso.

Non ho idea di quali siano i criteri utilizzati per misurare i livelli di CO2, ma il punto è che i ristoranti stanno iniziando a sperimentarlo. Ho letto tutti i commenti sotto il thread: alcuni dicevano che era una buona idea e altri che non lo era. Il problema, però, è che tutti quelli che hanno risposto non hanno colto il punto.

Ecco cosa probabilmente accadrà. Quando si esce per andare al ristorante, a seconda di quale sarà la propria “impronta di carbonio,” ci saranno cose che si potranno e cose che non si potranno ordinare dal menu.

Sembra ridicolo, non è vero? A seconda di quanti punti avrete ancora a disposizione per quel mese, verrà stabilito se vi è permesso mangiare “cibo vero” o “cibo da laboratorio.”

Se siete stati un ragazzo o una ragazza audaci, vi sarà permesso consumare solo il cibo a base di piante coltivate in laboratorio, in modo da non superare la vostra quota di carbonio. Se provaste ad ordinare carne di manzo, che, a quanto pare, ha alti livelli di CO2, non vi sarà permesso.

Lo stesso accadrà quando andrete al supermercato a fare la spesa settimanale. A ogni articolo acquistato verrà assegnato un valore di CO2.

Ma la cosa si fa ancora più ridicola. Nell’ultimo mese Eamonn Ryan, membro del WEF e leader del partito dei Verdi in Irlanda, ha chiesto la riduzione del numero di capi di bestiame irlandesi. Importeremo invece bestiame dal Brasile. Mi piace chiamarla l’opera dei “Ruminati.” Se che lo capite.

Come pensate che l’impronta di carbonio della carne di manzo importata dal Brasile apparirebbe in un menu del genere? Andrebbe fuori scala. Capite cosa stanno cercando di ottenere e dove stanno andando a parare?

L’intera faccenda sembra ridicolmente distopica, non è vero? Non accadrà mai. È così 1984, vi sento gridare. Se avete prestato attenzione agli ultimi due anni e mezzo, vi renderete conto che non è affatto inverosimile.

Ci viene detto come andrà a finire. Basta guardare un episodio di Black Mirror intitolato Nosedive in cui l’argomento è il punteggio di credito sociale. Sostituite il punteggio di credito sociale con l’impronta di carbonio e capirete. In futuro ID, valute digitali, punteggi di credito sociale e impronte di carbonio lavoreranno tutti insieme.

Prima ho citato Doc Ono. Sul loro sito, forniscono un altro esempio di come potrebbe funzionare per l’abbigliamento. Supponiamo di voler acquistare un paio di jeans.

Sul loro sito web si legge

I consumatori potrebbero dimezzare la loro impronta di carbonio scegliendo prodotti a minor impatto.”

Guardate qui.

Immaginate di andare a fare la spesa e di dover tirare fuori la vostra “calcolatrice di carbonio” e rendervi conto che avete solo 10 punti a disposizione. Non potrete comprare i jeans da 21,45 CO2, ma dovrete optare per quelli da 8,98 CO2. Dopotutto, non potrete superare la vostra quota o la vostra carta smetterà di funzionare e il vostro pagamento digitale sarà rifiutato.

 

ha appena parlato di un “calcolatore di carbonio”. Si dà il caso che Mastercard lo abbia già sviluppato.

In un comunicato stampa del 2021 sul loro sito si legge che:

Mastercard presenta un nuovo strumento di calcolo delle emissioni di carbonio per le banche di tutto il mondo, mentre cresce la passione dei consumatori per l’ambiente.”

Indovinate con chi hanno collaborato? Doconomy. Ma guarda un po’.

Vedere qui.

Questo strumento verrà distribuito sotto forma di app, in modo da poter controllare la propria impronta di carbonio e determinare cosa si può o non si può comprare.

Vedere questo.

Ma non si tratta di un “calcolatore di carbonio” qualsiasi, bensì di un calcolatore di carbonio 2030, come nell’Agenda 2030. Se si osserva con attenzione l’angolo in alto a sinistra dell’immagine, si può notare il passaggio dal 2020 al 2030.

Alla fine prenderà la forma di un’app che coprirà tutte le basi dell’ID digitale, della moneta digitale, del punteggio del credito sociale, ecc. In pratica una griglia di controllo e sorveglianza totale da cui non ci sarà scampo. Benvenuti in “Brave New World” di Aldous Huxley e in “1984” di George Orwell.

Ora, se questo accadrà nella realtà o meno è tutta un’altra storia. Queste non sono le farneticazioni di qualche pazzo teorico della cospirazione. Ho cercato di fornire prove di ciò che sta accadendo nel mondo reale. Sta a voi decidere se crederci o meno e se lasciarlo accadere….

threadsirish

Fonte: globalresearch.ca Link: https://www.globalresearch.ca/have-you-any-idea-how-your-carbon-footprint-your-carbon-wallet-really-going-work-dystopian-world-wef-have-planned/5790183

Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org https://comedonchisciotte.org/ecco-come-funzioneranno-limpronta-di-carbonio-e-il-portafoglio-per-il-carbonio-pianificati-dal-wef/

LA CO2 COME CAPRO ESPIATORIO E LA VIA VERSO UN ‘MONDO NUOVO’ (1)

LA CO2 COME CAPRO ESPIATORIO E LA VIA VERSO UN ‘ MONDO NUOVO’ (2)


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